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Full text of "MEDITAZIONI SULLA ECONOMIA POLITICA"

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rVERRI  (PiETRo),  conte].  Meditazioni  sulla  economia  politica.  [Livorno, 
Stamperia  dell'Enciclopedia,  1771].  L.  75.000 

In-S".  cart.  ant.  240  pp.  Ottimo  esemplare.  Edizione  originale  di  questa  celebre  opera,  che 
fu  ristampata  molte  volte  ed  inclusa  dal  Custodi  nella  raccolta  degli  Econoinisti  classici  ita- 
liatti  e  dal  Ferrara  nella  Biblioteca  dell'econoniista. 

CossA.  Bibl..  p.  4  (3).  Martello.  p.  17.  HiGos.  5166.  Kress.  6827.  Coocclin  -  Gliilaumin'  II, 
p.  398:  «  Cast  le  premier  ouvrage  de  Verri.  I'un  des  premiers  fondateurs  de  I'economie  poli- 
tique en  Italic,  et  le  precurseur  d'Adam  Smith  ».  McCclloch,  pp.  26-27:  «  Verri,  who  is  by  far 
the  most  distinguished  of  the  Italian  economists...  demonstrated  the  fallacv  of  the  opinions 
entertained  by  the  Economists  respecting  the  superiority  of  agricultural  labour;  and  shovven 
that  all  the  operations  of  industry  resolve  themselves  into  modifications  of  matter  already  in 
existence...  »  Palgrave  III.  p.  619.  «  Verri's  principal  work  is  the  Meditazioni  sull'economia  po- 
litica, several  times  reprinted  and  translated  three  times  into  French,  twice  into  German,  and 
once  into  Dutch:  thev  form  the  best  summary  of  political  economy  published  in  Italv  in  the 
18th  century,  and  one  of  the  best  in  any  country...  »  Seltgmax  XV.  p.  239:  «  P.  Verri  (1728- 
-1797),  Italian  economist  and  statesman...  promoted  some  of  the  maior  reforms  introduced  in 
Milan,  among  them  the  nholition  of  the  method  of  leasing  tax  collection  to  private  asencies 
Ifprmiers  generaux)  in  1770  and  the  red'iction  and  simplification  of  the  tariff  in  1786.  Verri's 
writings   were   an   important    element    in    the   liberal    movement   of   the   period...  ».    (Pagni). 


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J-  Kackham,  for  W   d-  ^    ^^^  kingdom  of  p/      '^"^t'va  n we 


A  Memorial  to  the  founder 
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Los  Angeles  ,|, 


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MEDITAZIONI 

S  U  L  L  J 

ECONOMIA    POLITICA 


PREFAZIONE. 

J/  orfe  qucfto  libro  nc  fara  nafccre  un 

buono :   vi  vorrebbe  quel  tempo  che  io 

non  ho  per  difporre  in  ordine  migliore 

qucflc   idee  ,   che  a   me  pajon  vere  ,  e 

non   indegnc   della  pubblica    curiofita . 

Avro  ben  meritato  della  caufa  Pubblica 

fc  i  miei  penfieri  ferviranno  di  motivo 

a    piii     frequenti    ragionamcnti    fu    di 

qucfti   importariti  oggetti .    Felice  quel 

Popolo  ove  piia  comuncmente  fi  ragio- 

na    della    virtii  ,    c    ove   piii    familiar- 

mente  fi  difputa  fulla    profperita   dello 

ftato  !    La  gloria  di  buon  Cittadino  mi 

e  piii  preziofa  di  quella   di  buon    au- 

torc  ,  alia  quale  non  fo  fc  le  mic  for- 

ze  mi  permetterebbero  di  afpirare .     Se 

v'  e  in  quelle  mie  Meditazioni  qualchc 

A2 


idea  chc  portl  luce  fu  i  vcri  interefll 
pubblici ,  prcgo  il  mio  Lettore  di  vo- 
lerla  contrapporre  a  quelle  parti  fca- 
brofe  e  noii  finite  che  trovera  qui 
dentro  ,  e  perdonarmele .  PoteiTi  io 
dire  qualche  cofa  di  utile  !  PotefTi  io 
faiia  1 


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§.    I.    \J  K^l  fi^  i^  Commercio  delle 
Nazioni  che   non  conofcono 
il  denaro. 
II.  Che  ft  a   il  denaro ,    e  come  ac-] 
crefca  il  Commercio. 

III.  Accrefcimento  e  diminuzione  deU 

la  ricchezza  d^  uno  Stato . 

IV.  Principj  motori  del  Commercio  I 

e  Analift  del  prezzo  . 

V.  Principj  gener all  dell  Economia  I 

VI.  Viziofa    diftribuzione    delle  ric-^ 

chezze . 
VII.  Dei  Corpi  de*  Mercanti ,  e  Ar- 

tigiani . 
VIII.  Delle  Leggi  che  vincolano  Vufcia 
dallo  Stato  delle  merci . 
IX.  Delia  liberta  del  Commercio  di* 
Grani . 

X.  De^  Privilegi  efclujivi . 

XI.  Alcune  for  gen  ti  di    errori  ndV^ 

Economia  Politica . 
A  3 


6 


§.    XII.  Se  convenga    tajfar  per   legge  i 
prezzi  di  alcuna  merce  . 

XIII.  Del  valore  del  denaro  ,    e  influ- 

enza che  ha  fuW  tnduflria . 

XIV.  Degr  IntereJJi  del  denaro  . 

XV.  Mezzi  per  fare  che  gV  interejji 
del  denaro  fi  rihajfino . 
XVI.  Dei  Banchi  pubhlici. 

XVII.  Ddla   Cir colazione  . 

XVIII.  Dei  Met  alii  monetati . 
XIX.  Del  Bilnncio  dd  Commercio . 

XX.  Del  Cambio  . 
XXI.  Delia  Popolazione . 
XXII.  Delia   locale    diflribuzione   degU 
uomini . 

XXIII.  Errori   che   pojfono  commetterji 

nel  calcolo  della   Popolazione . 

XXIV.  Diviftone  del  Popolo   in  clajfi. 
XXV.  Delle  Colonie ,  e  delk  Conquijle . 

XXVI.  Come  Ji  animi  /'  indujtria  avvi- 

cinando  I  ucmo  aW  uomo . 
XXVII.  DeW  Agricoltura . 
XXVIII.  Errori  che  pojfono  commetterft  nel' 
calcolare  i  progrejji  deW  Agri- 
coltura . 
XXIX.  Origine  dd  Tributo  . 

XXX.  Principj  per  regolare  il  Tributo  ► 
XXXI.  Afpetti  diverji  del  Tribute . 


7 

§.     XXXII.  Su  qua!  claffe  di  uomini  convenga 
dijiribuire  il  Trihuto . 

XXXIII.  Se  convenga  addoffare  tutti  i  ca- 

richi  at  Fondi  delle  terre. 

XXXIV.  Del  Tribtito  Julie  merci . 
XXXV.  Metodo    per  fare    utili   riforme 

nel  Tributo . 

XXXVI.  Se  il  Tributo  per  fe  medefmojia 

utile  ,   0  dannofo. 

XXXVII.  Delia  fpirito  di  Finanza ,   e  di 

Economia  Pubblica. 
XXXVIII.  ^ale  Jia   la  prima  fpinta   che 
porti  rimedio  ai  difordini. 
XXXIX.  Carattere  d'  un  Minijiro  di  Fi- 
nanza . 
LX.  Carattere  d'  un  Minijiro  di  Eco-^ 
nomia . 


A  4 


MEDITAZIONI 

SULLA 

ECONOMIA    POLITICA 


§.  I. 

'^luale  Jia  il  Csmmercio  delle  Nazioni 
che   non  conojcono   il  denaro  . 


UELLE  focieta  di  uomini  che  non 
conofcono  altri  bifogni  che  i  fifici , 
hanno  e  debbono  averc  poco  o  neffim 
commercio  reciprocamente  ,  Contcnto  X 
ucmo  ,  allcvato  in  quella  focieta  ,  di  ave- 
re  afficurata  la  vita  dalle  infidie  degli 
animali  ,  dalla  fame ,  dalla  fete ,  e  dalle 
ftagioni  ,  non  puo  nemmeno  fofpettare , 
cbc  lontano  dai  fuo  fuolo  nativo  vegeti 
qualche  cofa  da  cui  pofla  trarne  utili- 
ta .  Percio  le  nazioni  che  noi  chiamia- 


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iVio  felvagge  non  hanno  commerclo  fra 
di  c{]}i  ,  fe  non  nella  neceffita  di  qual- 
chc  careftia,  o  difaftro  qualunque  chc 
Ic  obblighi  a  ricorrere  ai  vicini  ,  dai 
quali  o  con  qualche  difficile  concambio  , 
o  per  mera  umanita  ,  o  colla  apcrta 
forza  trafportano  il  neccflario  mancante . 
Non  fi  cla  nell'  uomo  moto  alcuno  fcn- 
za  un  bifogno  ,  nc  un  bifogno  fenza 
una  idea ,  e  quefte  fono  ne'  popoli  ifo- 
lati  e  felvaggi  limitatiffime  . 

Quanto  piii  le  nazioni  diventano  col- 
te  ,  ollia  quanto  piii  s'  accrefce  il  nu- 
mero  dcUe  idee  e  dei  bifogni  prelTo  gli 
uomini,  tanto  maggiormente  fi  vedra 
introdurre  il  Commercio  fra  nazione  c 
nazione  .  II  bifogno ,  cioe  la  fenfazio- 
ne  del  dolore ,  e  il  pungolo  col  quale 
la  natura  fcuote  1'  uomo  ,  e  lo  defta  da 
queir  indolcnte  ftato  di  vegetazione  ,  in 
cui  fenza  quefto  giacerebbc  .  ParadoiTo 
poco  confolante  fi  e  quello  che  femprc 
il  dolore  prcceda  il  piacere,  e  che  per 
neccflita  bifogna  rendere  una  focieta 
prima  infelice  per    renderla  colta  dap- 


II 

poi  :  Ma  nol  Europe!  abbiam  gia  fatto 
baftantemente  pagare  quefto  fatal  tri- 
bute ai  noilri  antenati ,  e  pofTiam  con- 
folarci  coi  progrefTi  che  andiam  facen- 
do  nella  coltura  ,  e  goderne  i  beni  ,  e 
moltiplicarli  ,  quanto  lo  poflbno  eflere  ; 
il  che  iara  fempre  1'  opera  d'  un  illu- 
minato  Legislatore  .  L'  cccefTo  dei  bi- 
fogni  fopra  il  potere  e  la  mifura  del- 
la  infelicita  dell'  uomo  non  meno  che 
d'  uno  ilato .  I  felvaggi  fono  poco  in- 
fehci  perche  hanno  pochiffimi  bifo- 
gni;  ma  le  nazioni  che  ne  hanno  ac- 
quiilati  in  gran  numero  coll'  incivilirfi , 
debbono  di  necelTita  cercare  1'  accrefci- 
mcnto  della  potenza  per  accoilarfi  alia 
felicita  .  Non  e  ora  mio  fcopo  1'  in- 
dicare  i  mezzi  de'  quali  puo  un  legi- 
flatore  utilmente  far  ufo  per  renderc  i 
defiderj  degli  uomini  piu  confpiranti  ad 
un  folo  fine  ,  nel  che  confiile  la  mafli- 
ma  azione  d*  un  popolo  verfo  la  feh- 
cita  ;  dirb  foltanto  per  quali  mezzi 
r  Economia  Politica  ben  diretta  accre- 
fccra  la  potenza  d'  uno  flato  . 


12 

II  Commercio  nafce  adunquc  dal  bi- 
fogno  e  dalla  abbondanza  :  bifogno  per 
le  merci  che  fi  cercano  ,  il  che  fuppo- 
ne  un  fupcrfluo  da  cedere  in  contrac- 
cambio .  Siccome  nelle  nazioni  felvag- 
ge  i  bifogni  fono  minimi ;  cosi  anche 
r  abbondanza  ,  oHia  il  fuperfluo  far  a  il 
minimo  :  eflendo  che  la  nazione  felvag- 
gia  fi  procLirera  dal  proprio  fondo  Ic 
derrate  ncceflarie  alia  vita ,  e  fia  cfTa 
paftorale  ,  o  cacciatrice  ,  o  agricola  ,  non 
eftendera  la  fua  induftria  al  di  la  dell' 
annua  confumazione  . 

Ma  appena  una  nazione  da1lo  ftato 
della  vita  felvaggia  comincera  a  fcoftarfi , 
conofcendo  nuovi  bifogni  e  comodi  della 
vita,  allora  fara  forzata  ad  accrefcere 
proporzionatamente  la  fua  induftria,  e 
moltiplicare  F  annua  riprodazione  dc' 
fuoi  prodotti ;  coficche  oitrc  il  confumo 
ella  ne  abbia  tanto  di  fuperfluo  ,  quan- 
to  corrifponde  alia  ftraniera  derrata  che 
dovia  ricercare  dai  vicini .  Ed  ecco  co- 
me a  mifura  che  fi  moltiplicano  i  bi- 
fogni d'  una  nazione ,  naturalmente  ten^ 


^3 
dano  a  crefcerc   1'  annuo    prodotto   del 

fuolo  e  r  indaflria  nazionale  . 

Ma  come  fra  quefte  focieta  che  co- 
minciaoo  a  conofcere  i  bilbgni  artefatti 
potra  farfi  il  conguaglio  fra  il  vaiore 
dclla  mercc  che  licevono  con  quella 
che  cedono  in  cambio  ?  //  vaiore  e  una 
parola  che  indica  la  Jllma  che  fanno  gli 
uomini  d'  una  cofa ,  c  ne  mifiira  i  gradi ; 
ma  ogni  uomo  avendo  le  lue  opmioni 
c  i  fuoi  bifogni  ifolati  in  una  focieta 
ancor  rozza  ,  fara  variabiliiTima  ia  idea 
del  vaiore ,  la  quale  no  a  fi  rende  uni- 
verfale  fe  non  introdotta  che  (ia  la  cor- 
rifpondenza  fra  focieta  e  focieta  ,  e  in- 
celiantemente  m.antenuta .  Quefta  fiut- 
tuante  mifura  deve  ellere  ftata  il  pri- 
mo  oftacolo  che  naturalmente  fi  frappo- 
fe  alia  dilatazionc  del  Commercio. 

Come  fperare  che  una  nazione  finiti- 
ma  vogiia  cedere  parte  de'  fuoi  prodotti , 
fe  Ventura  non  porta  che  ivi  reciproca- 
mente  vi  fia  bifogno  del  noilro  fuperlluo  ? 
Si  privera  ella  di  porzione  del  fuo  ,  per 
ricevere  1'  eccedente  noltro  ,  col  pericolo 


di  vederlo  perire ,  e  corromperli  prima 
che  fia  venuto  il  bifogno  di  ufarne  ? 
Qaefto  e  il  fecondo  oftacolo  che  natu- 
ralmente  pur  deve  aver  proibito  che  fi 
dilataffe  la  reciproca  corrifpondenza  fra 
nazione  e  nazione  al  primo  ufcire  dal- 
lo  ftato  fclvaggio  ► 

§•  n. 

Che  Jia   il  denaro  ,    e   come  accrefca 
il  Commercio . 

PRima  della  invenzione  del  denaro 
non  era  fificamente  fattibile  che  s* 
introducefTe  una  reciproca  comunicazio- 
ne  con  attivita  fra  ftato  e  ftato ,  e  fra 
uomo  e  uomo  .  Fralle  molte  definizioni 
che  mi  e  accaduto  di  leggere  date  al 
denaro  ,  non  ne  ho  trovata  alcuna  la 
quale  mi  fembri  corrifpondcre  efatta- 
mente  all'  indole  di  eftb  .  Alcuni  ravvi- 
fano  nel  denaro  la  rapprefejitazione  del 
•valor  delle  cofe  :  ma  il  denaro  e  cofa ,  e 
un  metallo ,   di  cui   il  valore  e  egual- 


15. 
mcnte  rapprcfentato  da  quanto  f\  da  in 

concambio  di  eflb  ,    e   quefta    proprieta. 

di  rapprefentare  il  valore   e    comune   a 

tutte  le   altre  merci   gencralmente  con- 

trattate  .   Altri  rawifano  il  deaaro  come 

un  pegno  per  ottenere  le  merci  ;   ma  fotto 

di   quefto    afpetto   egualmente    pure    le 

merci  fono  un  pegno  del  denaro .    Que- 

flc   definizioni   non  competono  privati- 

vamente  al  denaro  . 

II  denaro  e  la  merce  univerfale  ;  cioe 
a  dire  e  quella  merce  la  quale  per  la 
univerfale  fua  accettazione  ,  per  il  poco 
volume  che  ne  rende  facile  il  trafporto, 
per  la  comoda  divifibilita ,  e  per  la  in- 
corrottibilita  fua  e  univerfalmente  rice- 
vuta  in  ifcambio  di  ogni  merce  parti- 
colare .  Mi  pare  chc  riguardando  il 
denaro  fotto  di  quefto  afpetto  venga 
definito  in  modo  che  fe  ne  ha  una 
idea  propria  a  lui  folo,  che  efattamentc 
ce  ne  dimoftra  tutti  gli  ofRcj. 

Introdotta  che  fia  V  idea  del  denaro 
in  una  nazione  ,  1'  idea  del  valore  co- 
mincia  a  diventare  piu  uniformc,  per- 


r6 

die  ciafcuno  la  mifura  colla  merce  uni- 
verfale .  I  trafporti  da  nazione  a  na- 
zione  diventano  la  meta  piu  facili  j 
poiche  la  nazione  dalia  quale  fi  rice- 
ve  la  mercc  particolare  non  ricufa  in 
compenfa  altrettante  merci  univerfali ,  e 
cosi  in  vece  di  due  condotte  difficili  e 
incomode,  una  diventa  di  fomma  fa- 
cilita ;  baftavi  chc  fia  abbondanza  in 
una  nazione  ,  perche  la  nazione  bifo- 
gnofa  pofTa  foddisfarfi ,  quand'  anche  la 
nazione  abbondante  non  abbia  attual- 
mente  un  bifogno  reciproco  da  foddi- 
sfare  .  Colla  introduzione  della  merce 
univerfale  fi  accoftano  le  focieta  ,  fi  co- 
nofcono,  11  comunicano  vicendevointen- 
te,  dal  che  chiaramente  fi  vede  cflere 
il  genere  umano  debitore  all'  invenzio- 
ne  del  denaro  piu  aflai  che  forfe  non 
fi  e  creduto  della  cultura  ,  e  di  quella 
artificiofa  organizazione  di  bifogni ,  e  d' 
induflria ,  per  cui  tanto  dillano  le  fo- 
cieta incivilite  dalle  rozze  ed  ifolate  dei 
felvaggi  .  Tutte  le  invenzioni  le  piii 
benemerite   del  genere  umano ,  c    che 

hanno 


^7 
hanno    fviluppato  Tingegno,    e  la  fa- 

colta  deir  ammo  noitro,,  fono  quelle 
che  accoftano  l'  uomo  all'  uomo  ,  c  fa- 
cilitano  la  comunicazione  delle  idee  , 
dd  bifogni  ,  del  fentimenti ,  e  riduco- 
no  il  genere  umano  a  malfa  .  Tali  fo- 
no le  pofte  ,  la  flampa  ,.  e  prima  di 
quefte  il  denaro . 

Quanto  piu  li  va  rendendo  facile  il 
tralpoito ;  quanto  piia  s'  accrefcono  i 
bifogni ,  tanto  crcfce  il  Commercio  , 
e  paralella  crefce  1'  Agricoltura  in  un 
Paefe  agTicolo ;  effendo  che  non  fi  da 
cffetto  fenza  cagione ,  ne  1'  uomo  col- 
tiva  che  a  mifura  di  foddisfare  a  faoi 
bifogni ,  e  piij  coltiva  quanto  piu  fono 
eftcii  i  bifogni ,  ai  quali  deve  corrifpon- 
dere  coi  prodotti  dclla  fua  terra  .  Da 
cio  fi  conofcc  quanto  a  torto  da  taluni 
fiafi  credato  che  I'accrefcimento  del 
Commercio  fofle  nocivo  ai  progreHi 
dcir  Agricoitvu-a  ,  la  quale  anzi  riceve 
nuova  vita  quanto  piu  F  induftria  e  i 
bifogni  vanno  crefcendo  in  una  na- 
zionc . 

B 


i8 

§•  III. 

Accrefctmento   e   diminuzione   della 
ricchezza  d  uno  tStato  . 

DUe  oggctti  principalmcnte  bifogna 
ofTervarc ,  e  fono  annua  riprodu- 
zione  ,   e   confiimazione  annua .     In   ogni 
Stato  fi  riproduce  per  mezzo  della  ve- 
getazione    e    dellc    manifatture  ,    e   in 
ogni   Stato  <i  confunia  .     Alcuni  fcrit- 
tori   hanno    attribuita    la    riproduzione 
alia  fola  Agricoltura  ,   cd   hanno  chia- 
mata  una  clafTc  Jierile  quella  de'  mano- 
faLtori  'y   io  credo  che  cio  lia  un  erro- 
rc ,  poiche  tutt'  i   fcnomeni   dcU'  uni- 
verfo  ,   fieno    efli  prodotti    dalla   mano 
deir  uomo  ,     o    dalle    univerfali    Icggi 
della   fifica   non  ci  danno    idea  d'  una 
attuale  creazione ,  ma  bensi  d'  una  nuo- 
va   modificazione   della   materia .      Ac- 
coftare ,  e  feparare  fono  i  due    foli  ele- 
meiiti  che  Tingegno  umano  ritrova,  ana- 
lizzando   1'  idea    della  riproduzione  ,    e 
tanto  e  riproduzione    di    valore    e    di 


^9 

ricchezza,  fe  la  terra,  V  aria  ,  c  1'  acqiia 
ne'  campi  fi  trafmutino  in  grano ,  co- 
me fe  il  glutinc  d'un  infetto  coUa  ma- 
no  deir  uomo  fi  trafmuti  in  velluto  . 
Quarido  il  valore  totale  della  riprodu- 
zione  equivale  al  valore  dell'  annua  con- 
fumazione  ,  queila  nazione  perfevera 
nello  ftato  in  cui  e  quando  tutte  le 
circoftanzc  ficno  egiiali .  Deperifce  quei- 
la nazione  ,  in  cui  Y  annua  confiima- 
zione  eccede  la  riproduzione  annua  ,  e 
migliora  in  vcce  quello  flato  in  cui  F  an- 
nua riproduzione  fopravanza  il  confumo. 
Ho  detto  die  la  nazione  in  cui  1'  an- 
nua riproduzione  pareggia  1'  annuo  con- 
fumo e  in  uno  ftato  di  perfeveranza  , 
c  vi  ho  aggiunto  quando  tutte  le  cir- 
coftanze  fieno  eguali  ;  poiche  mutate 
le  circoftanze  efla  potrebbe  deperire  cio 
non  oftante ;  e  cio  accaderebbe  qualo- 
ra  qualche  nazione  vicina  diventaife  piii 
ricca  e  potente  di  lei ,  eflendo  che  la 
forza ,  e  la  potenza ,  come  tutte  le  al- 
tre  qualita  si  dell'  uomo  ,  chc  degli 
ftati,  altro  non  fono  che  mere  relazio- 

B   2 


20 

ni ,  c  paragoni  d'  un  oggetto  coll'  al- 
tro .  Potrebbc  un  fimile  knomeno  ac- 
cadere  altrcsi  qualora  diminuendofi  la 
popolazionc  ,  fcemalTero  in  egual  por- 
zione  gli  uomini  riproduttori ,  ed  i 
confumatori  ,  fottraendofi  due  quantita 
cguali   nel  valore  d'  ambe  le  parti . 

Quando  1'  annua  confumazione  ecce- 
da  la  riproduzione  annua  ,  neceflaria- 
mente  la  nazione  devc  dcperire,  poiche 
ogni  anno  diminuifce  e  confuma  del 
fuo  capitalc  oltre  i  frutti .  Ma  quefto 
flato,  come  ognun  vede,  non  puo  ef- 
fere  permanente  al  di  la  d'un  certo  li- 
mite ,  cflendo  che ,  o  faran  forzati  a  par- 
tirfene  tanti  confumatori  ,  quanti  cor- 
rifpondono  al  dcbito  nazionale,  ovvero 
faran  coflretti  a  diventar  riproduttori , 
e  COS!  pareggiare  le  partite.  La  na- 
zione dunque  in  quefto  cafo  dal  male 
mcdcfimo  riceve  la  fpinta  al  rimedio  , 
e  non  fecondandola  dovra  diminuire  il 
popolo  ,  e  indebolirfi  lo  ftato  fmche  (i 
reftituifca  V  equilibrio . 


IT 

Nella  nazione  poi ,  ovc  1'  annua  ri- 
prodazione  ecceda  la  confumazionc,  ivi 
dovra  accrefcerfi  la  merce  univerfale ,  la 
quale  refa  piu  familiare  e  comune  ivi, 
che  nei  finitimi,  andrebbe  gradatamente 
incarendo  i  prezzi    delle    riproduzioni, 
per   modo  che   non  avrebbero  piii  efito 
prefTo   gli  efteri  ,    i   quali  d'altra  parte 
li  rivolgerebbero   per   ottenerle  ,  cio  che 
farebbe  fe   la    merce  univerfale  giacefle 
ivi  con  poco  moto  ,    di   che  fi   parlera 
in  feguito:  ma  la  merce  univerfale  acqui- 
ftata  coir  induftria  accrcfcera  ivi  i  bifo- 
gni  ,  moltiplichera  i   contratti  ,   e  colla 
celerita   maggiore  rimedicra  e  compen- 
fera  i  cattivi    effetti  che  la    fola  maffa 
dovrebbe  fare  ;     ed   ecco  come    la   na- 
tura   medefima   quando  da   fe  fola  ope- 
rafle  prenderebbe  a  trattare   gli   uomini 
tutti  da  madre    benefica ,    correggendo 
gli   eccefli   e  i   difetti    in   ogni    parte  , 
diftribuendo   i  beni  e   i    mali  a  mifura 
della   attivita  e  fapienza   de'  popoli ,    e 
lafciando   fra    di    cfli  quella   fola  difu- 
guaglianza  di  livello  che  bafti  a  tenerc 


22 

in  moto  i  defiderj  e  1'  Induflria ,  fic- 
come  neir  oceano  per  1'  azione  dei  cor- 
pi  celefti  variandofi  V  orizzonte ,  le  acque 
alternativamente  trafcorrono  ,  ficche  ne 
refta  impedito  1'  infi'adiciamento .  Ma 
gli  oftacoli  politici  cagionati  da  quel  fu- 
nefto  amore ,  benchc  rifpettabiie  ,  dell' 
ottimo  e  del  perfetto  ,  che  fece  talvolta 
traviare  i  legislator!  ,  poflbno  ,  ove  piu  , 
ove  meno  ,  abbaftanza  pero  dovunque  , 
per  attraverfare  e  ritardare  quell'  equiii- 
brio  ,  a  cui  inceflantemente  tendono  le 
cofe  morali ,  non  che  le  fifiche . 

§•  IV. 

Principj  motorl  del    Commercio  ,    e  analtji 
del  prezzo. 

1L  Commercio  in  realta  non  e  altro 
che  un  trafporto  delle  mercanzie  da 
an  luogo  a  luogo .  Quefto  trafporto  H 
fa  a  mifura  dell'utile  che  v'  e  nel  far- 
lo  .  Queft'  utile  fi  mifura  dalla  diverfi- 
ta  del   prezzo   che    ha   la  merce  ,  per 


^3 

modo  che  non  fi  trafportcra  mai  a  una 

nazione  finitima  la  noftra  merce  ,  fe  da 
efla  non  venga  pagata  piu  di  quello 
che  fi  paga  dov'  el  la  e  ,  poiche  le  fpefe 
del  trafporto ,  il  ritardo  di  riceverne  il 
prezzo,  e  il  pericolo  che  fi  corre  con 
quefto  ritardo  non  fi  fofFrono  fenza  com- 
penfa  .  Conofciuti  che  fian  bene  gli  ele- 
menti  che  formano  il  prezzo  delle  cofe , 
il  fara  conofciuto  il  principio  motore 
del  Commercio  ,  e  fi  fara  prefo  il  tron- 
co  di  queilo  grand'  albero ,  del  quale 
per  avventura  ii  fono  fiflati  gli  occhi 
troppo  fu  i  rami . 

II  prezzo ,  efattamente  parlando ,  fi- 
gnifica  la  quantita  d'  una  cofa  che  fi 
da  per  averne  un'  altra  .  Se  in  una  na- 
zione a  cui  fia  ignoto  il  denaro ,  un 
moggio  di  grano  li  cambiera  in  eflate 
con  tre  pecore ,  e  in  autunno  vi  vor- 
ranno  quatfro  pecore  per  1'  iftefTo  mog- 
gio di  grano  ,  in  queila  nazione,  dico, 
fara  contrattato  il  grano  a  maggior  prez^ 
zo  in  autunno  ,  e  le  pecore  faranno 
contrattate- a  ??iaggwr  prezzo  nell' eita^ 

B  4 


24 
te  .  Prima    dell'  invenzione  del    denaro 

non  potevano  aveiTi  le  idee  di  compra- 
tore  ,  e  di  njenditore  ,  ma  foltanto  di  pro- 
ponente  ,  e  di  adercnte  al  cambio  .  Do- 
po  r  introduzione  del  denaro  ebbe  il  no- 
ine  di  compratore  colui  che  cerca  di  cam- 
biare  la  merce  univerfale  con  un'  altra 
merce ,  e  colui  che  cerca  di  cambiare 
una-  cofa  qualunque  coll  a  merce  uni- 
verfale  fi   chiamo  venditor e  . 

Preflb  di  noi  che  abbiam  1'  ufo  del- 
Ja  merce  univerfale  ,  la  parola  prezzo  fi- 
gnifica  la  quantita  della  merce  wjiverfale 
che  Ji  da  per  un  altra  merce .  Cio  ac- 
cade  perche  gli  uomini  generalmentc  non 
s'  accorgono  che  il  prezzo  della  merce 
univerfale  medefima  e  variabile  ,  e  le 
univerfali  efclamazioni  dei  popoli  fi  re- 
llringono  a  lagnarfi  del  prezzo  gene- 
ralmentc incarito  di  tutt'  i  generi ,  fenza 
travedere  che  querele  si  fatte  refe  uni- 
verfali come  fono  ,  provano  appunto  la 
diminuzione  del  prezzo  della  merce  u- 
niverfale. 


25 

II  prezzo  comune  e  quello  in  cui  il 
compratore  puo  diventar  venditorc  ,  e  il 
venditore  compratore ,  fenza  difcapito  o 
guadagno  fenfibile .  Sia  per  efempio  il 
prezzo  comune  della  leta  un  gigliato  per 
libbra ,  dico  efTerc  cgualmcnte  ricco  co- 
lui  che  pofTede  cento  libbre  di  feta , 
quanto  colui  che  pofiede  cento  gigliati , 
poiche  il  primo  facilmente  puo  ,  ccden- 
do  la  feta,  avere  loo.  gigliati,  e  pa- 
rimente  il  fecondo  cedendo  loo.  gigliati 
aver  loo.  libbre  di  feta:  che  fe  maggior 
difficolta  vi  fofTc  in  uno  di  quelli  due 
a  fare  il  cambio ,  allora  direi  che  il 
prezzo  comune  non  farebbe  piu  d'  un 
gigliato  per  hbbra.  II  prezzo  comune 
c  quello  in  cui  nefllina  delle  parti  con- 
traenti  s'impoverifce  . 

Giovi  il  riflettere  come  il  prezzo  co- 
mune dipendendo  dalla  comune  opinio- 
ne  degli  uomini  non  puo  trovarfi  fe  non 
in  quelle  merci  le  quali  fiano  comu- 
nemente  in  contrattazione  .  Le  altre  mer- 
ci rare  e  di  minor  ufo  neceflariamente 
debbono  avere  un  prezzo  piu  ai'bitrario , 


26 

c  variabile ,  dipendente  dall'  opinione  di 
pochi ,  fenza  il  contrafto  d'  un  libero 
niercato  ,  in  cui  cozzino  in  gran  nume- 
ro  i  reciproci  interelli  degli  uomini  per 
livellarfi  . 

Quai  fono  dunque  gli  dementi  chc 
formano  il  prezzo  ?  Non  e  certamente 
il  folo  bifogno  che  lo  conftituifca  .  Per 
convincerci  di  quefto ,  bafta  il  riflette- 
re  che  X  acqua  ,  X  aria  ,  e  la  luce  del  fole 
non  hanno  prezzo  alcuno  ,  eppure  di 
niuna  altra  cofa  abbiam  tanto  bifogno 
quanto  di  quelle .  Le  cofe  tutte  le  quali 
comunemente  fi  poflbno  avere  non  han- 
no prezzo  alcuno  ,  perche  il  bifogno  non 
bafta  a  dar   prezzo  a  una   cola. 

Nemmeno  la  fola  rarita  d'  una  merce 
bafta  a  dargli  prezzo  .  Una  medaglia , 
im  cameo  antico ,  una  curiofita  d'  ifto- 
ria  naturale ,  e  fimili  oggetti  ,  benche 
foflero  rariffimi  e  di  fbmmo  valore  pref- 
fo  alcuni ,  o  curiofi ,  o  amatori  ,  pu- 
re nel  mercato  troverebbero  comunemen- 
te poco,  o  neftun  prezzo. 


1J 
L'  ahbondanza  d'  Una  merce  influifce 
ful  di  lei  prezzoj  ma  per  nome  d'  ab- 
bondanza  non  intendo  la  aflbluta  quan- 
tita  di  efia  efiftente  ,  ma  bensi  la  quan- 
tita  delie  offerte  che  fe  ne  fanno  nella  ven~ 
dita .  Ogni  quantita  di  merce  occultata 
alia  contrattazione  non  entra  a  in- 
fluire  nel  prezzo ,  ed  e  come  non  efi- 
ftente .  Diro  adunque  che  I'abbondan- 
za  aflbluta  non  e  un  elemento  del  prez- 
zo ,  ma  lo  e  1'  abbondanza  apparente  . 
II  prezzo  precifamente  crefce  ( tutto  il 
refto  eguale  ) ,  colla  rarita  della  cofa  che 
fi  ricerca  . 

'  II  prezzo  delle  cofe  vien  formato  a- 
dunque  da  due  principj  riuniti,  bifogno  ^ 
e  rarita ;  oflia  ,  quanto  piia  fono  forti 
quelti  due  principj  riuniti,  tanto  piii 
s' innalza  il  prezzo  delle  cofe;  e  vi- 
cendevolmente  quanto  piia  s'  accrefce 
r  abbondanza  d'  una  merce ,  o  fe  ne  fce- 
ma  il  bifogno,  fempre  andera  diminu- 
endofi  il  di  lei  prezzo  ,  e  rivifccndo  it 
miglior  mercat€> . 


28 

Riflcttafi  die  quando  fi  parla  di  com- 
meicio ,  oflia  di  permutazionc  di  una 
cofa  coir  altra  col  nome  di  bifogno ,  non 
s'intende  gia  un  finonimo  del  defiderio  y 
ma  s'  intende  unicamente  la  prejerenza 
che  fi  da  alia  merce  che  Ji  ricerca  ,  in  pa~ 
ragone  della  merce  che  Ji  vuol  cedere . 
Dunque  biibgno  fignifichera  /'  eccejjb  del- 
la  Jlima  che  Ji  Ja  della  merce  che  Ji  deji- 
dcra  ,  in  paragone  di  quella  che  Ji  vuol  ce- 
dere .  Da  CIO  ne  dcriva  che  in  quel  pae- 
fe  ,  in  cui  la  merce  univcrfale  fia  in 
grande  abbondanza,  fe  il  bifogno  delle 
merci  particolari  non  fara  proporziona- 
tamente  grande,  efla  verra  a  riufcire 
per  confeguenza  di  minor  pregio  nella 
eftimazione  comune,  e  bifognera  ceder- 
ne  quantita  maggiore  per  ogni  merce 
partico'are .  Ma  liccomc  1'  effetto  della 
merce  univerfale ,  gradatamente  c  ripar- 
titamente  fu  molti  cntrando  in  uno  fta- 
to ,  fi  e  di  accrefcerc  femprc  piu  le  vo- 
giie  per  le  merci  particolari  ,  ne  vcrra 
quindi ,  che  quanto  la  merce  univerfale 
lara  meno  ammaifata,   e   piu  fuddivifa 


29 

in  molti ,  tanto  piu  confervera  di  va* 
lore  ,  e  meno  alzera  il  pre^zo  delle  merci 
particolari . 

U  abbondanza  apparente ,  cloe  quella 
che  contribuifce  alia  formazione  del 
prezzo ,  crelce  col  numero  delle  offerte , 
e  fcema  col  numero  delle  medefime . 
M'  intendo  con  cio  di  dire  che  /'  abbon^ 
danza  apparente  Ji  mijiira  col  nwjiero  de* 
*venditori .  Per  conolcere  quefta  verita 
fi  confidcri  che  fe  in  una  Citta  vi  fof- 
fe  alimento  baftante  per  nutrire  il  po- 
polo  per  un  anno  ,  ma  queilo  alimen- 
to folle  in  poterc  di  un  uomo  folo  , 
quel  folo  venditore  condurrebbe  al  mer- 
cato  giornaliero  la  fola  quantita  pro- 
porzionata  alia  vendita  di  quel  giorno , 
e  cosi  le  offerte  farebbero  ridotte  al  mi- 
ni mo  grado  ,  r  abbondanza  apparente  fa- 
rebbe  la  minima  poflibile  ,  confeguen- 
temente  il  prezzo  farebbe  il  maflimo  pof- 
fibile,  dipendendo  dalla  fola  difcrezione 
di  quel   folo  difpotico  venditore. 

Qj^efta  medefima  vittovaglia  fuppon- 
gafi  divifa  in  due  venditori;   fe  efii  fa- 


30 
ranno  iin  accoido  fra  di  lor  due ,   fia- 

mo  nel  cafo  di  prima  ;  ma  fe  diventano 

emuli ,  e   nafce  fra  di  loro  la   gara  di 

accumulare  piij  foUecitamente  la  merce 

univerfale  ,   allora  fi    vedranno   raddop- 

piate  le  ojf'erte ;  ciafcuno  dei  due  portera 

al  mercato  la  porzione    baftantc  per  il 

giornaliere    confumo  ,  r  abbondanza  ap- 

farente  fara  accrefciuta ,  e  il  prezzo  di- 

minuito . 

Accrefcali  con  quefta  norma  il  nu- 
mero  de'  venditori,  ella  e  cofa  eviden- 
te  che  quanto  piii  quefto  numero  crcf- 
ce  tanto  piii  V  accordo  fra  di  efli  (i  rendc 
difficile  ;  tanto  piu  fi  rende  probabilc  1'  e- 
mulazione  e  la  concorrenza ,  tanto  piii 
dunque  crefcera  V  abbondcuiza  apparente  , 
c  tanto  piu  H  diminuira  il  prezzo  della 
merce.  IJ  abbondanza  apparente  dunque 
fi   mifura   col  numero  de    venditori . 

Si  e  detto  che  il  bifogno  fi  mifura 
full'  ecceffo  della  ftima  che  fi  fa  della 
merce  che  fi  defidera  in  paragone  di 
queila  che  fi  vuol  cedere  .  Quefto  e  ve- 
ro,  confideraudo  ogni  individuo  fepara- 


3^ 
tamente;  ma  confiderando  la  mafTa  to- 

tale  delia  I'ocieta  con  qual  norma  mil'u- 
reremo  noi  la  quantita  del  biibgno  ?  Di- 
co  che  //  nutnero  de  compratori  fara  la 
'uera  mifiira  del  bijogno  .  Per  conofcerlo 
ritorniamo  a  un  conlimile  efempio  .  Sia- 
vi  un  Iblo  monopolifta  d'  una  mercc  ; 
ii  e  veduto  che  allora  /'  abbondanza  ap^ 
parente  fara  minima  y  ma  le  di  elia  mer- 
ce  vi  fara  un  folo  compratore,  anche 
il  bifogno  fara  minimo  ,  poiche  il  prezzo 
dipendera  dal  conflitto  eguale  di  due 
fole  opinion! .  Che  fe  in  vece  d'  un  fo- 
lo compratore  il  monipolifta  abbia  due 
compratori ,  allora  potra  accrefcere  le  fue 
domande ,  e  cosi  a  mifura  che  il  nu- 
mero  de'  compratori  crefcera  ,  crefcera 
pure  il  bijogno  conftitutivo  del  prezzo . 
II  numero  dunque  de'  compratori  e  quel- 
lo  del  quale  deve  defumerfi  la  quanti- 
ta del  bifogno;  che  influifce  nel  prezzo  . 
Crefcafi  il  numero  de  venditori ,  tutto 
il  refto  eguale  ,  /'  abbondanza  crefcera  , 
e  il  prezzo  andera  nbaflando ;  crefcafi  il 
numero   de'  compratori  ^   tutto    il  -tefto 


32 
pure  cgiiale ,  e  il   bifogno  crefcera ,   e  il 
frezzo  aiidera  accrelcendo.    II  prezzo  a- 
dunque  delle  cofe  fi  defume  dal  iiumero 
de    V  en  (Jit  or  i  paragon  ato    col  numero   de 
compratori  y  quanto  piu    crefcono  i   pri- 
mi ,  o    fi  diminuifcono   i  fscondi ,  tan- 
to    il    pre^.zo   fi    andera  ribaflando  ,    e 
qnanto   piu  li  vanno   diminuendo  i  pri- 
mi  e  moltiplicando  i  fecondi ,  tanto  piu 
fi   alzera  il  prezzo  .   Siami   permefib  u- 
fare  il   linguaggio  di  quella  fcienza  che 
confidera  le  quantita  ,    poiclie    di  que- 
fle  appunto  fi  tratta  ,  ne  altrimenti  fo 
efprimermi  con  efattezza  .  //  prezzo  delle 
cofe  e  in  ragione  diretta  del  7mmero  de  com^ 
prat  or  t  ,    e  ijtverjk   del  numero  de  vendi^ 
tori . 

Se  il  Commercio  adunque  da  nazio- 
ne  a  nazione  altro  non  e  che  il  traf- 
porto  delle  meirci  -,  fe  queflo  trafporto  e 
cagionato  dall'  utile ,  fe  queflo  dipen- 
de  dalla  fola  diverlita  del  prezzo ;  fe 
queflo  prezzo  e  conflituito  dal  parago- 
ne  fra  il  numero  de'  compratori  e  il 
numero  de'  venditori ,  ne  verra  per  con- 

feguenza 


53 
fcgucnza  che  una  nazione  tanto  piu  tro- 

vera  sfogo  all'  eccedente  delle  fac  merci 
prcllb  gli  efteri ,  quanto  piu  fara  gran- 
de  il  numero  de'  venditori  di  efla  mer- 
ce  prellb  di  lei ,  e  piccolo  il  numero  de* 
venditori  preflb  la  nazione  a  cui  deve 
tral'metterla ,  e  vicendevolmente  piccolo 
il  numero  de'  compratori  interni ,  e  gran- 
de  il  numero  de'  compratori  clieri .  Cosi 
una  nazione  tanto  meno  ricevera  di 
merci  ellere  quanto  piu  venditori  ne  a- 
vra  ,  e  meno  compratori ,  e  quanto  me- 
no venditori  e  piri  compratori  ve  ne 
faranno  ne'  paefi  flranieri . 

§.  V. 

Principj  generali  dell'  'Economia . 

QUefti  principj  che  fono  i  primordia- 
li  ,  e  che  a  me  fembrano  prova- 
ti ,  fervono  di  bafe  a  molte  operazioni 
che  (i  vogliano  tentarc  per  promuove- 
re  r  indullria  d'un  popolo,  e  accrelce- 
re  la  popolazione  ,  le  facoita  ,  la  for  za 

C 


34 
c  la  coltura   d'  uno  ftato .     Accrefcere 

quanto  piu  fi  pud  il  numero  de'  ven- 
ditori  di  ogni  merce,  diminuire  quanto 
piu  fi  pud  il  numero  de'  compratori, 
quefti  fono  i  cardini ,  fu  i  quali  fi  rag- 
girano  tutte  le  operazioni  di  Economia 
Poiitica ;  poiche  fe  1'  accrefcimento  dell' 
annua  riproduzione  deve  efTere  lo  fco- 
po  della  poiitica,  c  fe  quefta  non  puo 
ottenerli  fe  non  col  facile  e  pronto 
sfogo  di  tutta  la  porzione  eccedente  i 
bifogni  interni  dello  ftato  ;  e  fe  quefto 
non  puo  averfi  che  a  mifura  che  il  prez- 
zo  interno  fia  minore  del  prezzo  efte- 
ro  ^  e  fe  per  le  cofe  gia  dette ,  ad  otte- 
nere  quefto  fine  e  necefikrio  accrefcere 
al  poliibile  i  venditori ,  e  diminuire  i 
compratori,  ne  viene  per  confeguenza  , 
che  a  quefti  due  oggetti  debbafi  fem- 
pre  tenere  fiftb   lo  fguardo  . 

Quali  faranno  i  confini  fino  ai  quali 
debbafi  eftendere  il  numero  de'  vendi- 
tori ?  Quale  il  limite  a  cui  reftringere 
il  numero  de'  compratori  ?  Quali  i  mezzi 
per  ottenere  quefti   fini  ?  Forfe  faranno 


35 
le  leggi  vincolanti  e  coercltive  ?  Saran- 

no  forfe  le  leggi  i- idirette  ?  Qaeili  og- 

getti  mentano  di  eflere  efaminati . 

§•  vr. 

Viziofa   d'Jiribuzione  delle  ricchezze . 

IL  numero  de'  venditor!  fara  femprc 
maggiore  in  una  nazione  a  mifura 
che  Ic  fortune  faranno  diftribuite  con 
maggiore  equabilita ,  e  fopra  un  maggior 
numero .  Vediamo  in  fatti  che  ne'  pae- 
fi  ove  la  sproporzione  delle  ricchezze 
ci  prefenta  il  compaffionevole  contraflo 
della  nuda  afFamata  plebe  ,  che  dalle 
itrade  rimira  1'  orgogliofo  fallo  di  alcu- 
ni  pochi  rigurgitanti  di  comodi  e  ric- 
chezze ,  ivi  fcarfilTimi  fono  i  venditor! 
di  ogn! "  merce  tanto  indigena  che  ftra- 
niera  ,  molt!  fono  i  comprator! ,  e  !  prez- 
zi  talmente  alti  che  pochiffima  efpor- 
tazionc  poiTon  fare  agli  efteri ;  1'  annua 
riprcduzione  e  ridotta  ilentatamente  al 
necelTario ,  la    terra  fu  cui    paifeggiano 

C2 


36  . 

uoniini  o  avviliti  o   opprcfTori ,  moftra 

la  fua  faccia  fterile  e  infeconda  ,  tutto 
languifce  e  dorme  afpettando  o  un  Le- 
gillatore  che  voglia  e  pofla ,  e  fappia , 
(combinazione  fortunatilfima) ,  o  rcilrc- 
mita  dei  mali  ,  i  quali  fono  i  piu  fu- 
nefti ,  ma  forfe  gli  unici  precettori  che 
perfuadano  con  intima  convinzione  qua- 
le fia  la   ftrada  della  verita  . 

La  Legge  Agraria  de'  Romani  1'  an- 
no giubilaico  degl'  Ifdraeliti ,  varie  leg- 
gi  di  LicLirgo  ,  e  d'  altri  antichi  legifla- 
tori  ,  avevano  ,  come  fappiamo  ,  per  og- 
getto  la  imiformita  delle  fortune  .  Que- 
fla  UDiformita  efattamente  oflervata  to- 
glierebbe  1'  emulazione ,  e  farebbe  in  gui- 
fa  che  nefluno  avendo  lo  ftimolo  del 
bifogno ,  tutto  languirebbe  ,  e  fi  accofte- 
rebbc  la  focieta  alio  ftato  ifolato  e  fel- 
vaggio  y  la  confumazione  avrebbe  per 
oggetto  le  fole  produzioni  interne ,  c 
queft'  annua  riprodu;'ione  non  eccede- 
rebbe  il  minimo  limite  degli  interni 
bifogni  . 


37 
Nella  troppa  difaguagllanza  delle  for- 
tune ,  egualmente  che  nella  perfetta  e- 
guaglianza  ,  1'  annua  riproduzione  fi 
reftringe  al  puro  necell'ario  ,  e  1'  indu- 
ftria  s'  annienta ,  poiche  il  popolo  cade 
nel  letargo;  fia  ch'  ei  difperi  una  vita 
migliore  ,  lia  che  non  tema  una  vita 
peggiore  . 

Una  nazione  che  fia  di  mezzo  a 
quefti  due  cftremi ,  cioe  ,  dove  ne  la 
plebe  fia  fra  i  ceppi  d'  una  fquallida 
poverta,  ne  fia  tolta  la  fperanza  d'  in- 
grandire  e  migliorar  di  fortuna  ,  quella 
e  in  iftato  di  ricevere  le  piii  felici  im- 
prefTioni  che  la  fpingano  al  bene  ,  c  fc 
a  quefto  llato  non  e  una  nazione  ,  con- 
verra   preliminarmente   ridurvela  . 

I  mezzi  per  fminuzzare  e  dividere  i 
patrimonj  troppo  ammaffati ,  e  far  cir- 
colare  i  beni  di  fortuna  fopra  un  mag- 
gior  numero  di  uomini ,  non  poflono  mai 
effere  mez/i  diretti  ,  poiche  farebbe  que- 
fto un  attentato  contro  \di  proprieta  ,  che 
e  la  bafe  della  giuftizia  in  ogni  focie- 
ta  incivilita  ,  Indi  rettamente  cio  fi  po- 

C     2 


38 

tra  ottenere    qnando   nell*   ordlne  dellc 

fucccffioni  alle  ercdita  vengan^j  dal  le- 
giflatore  uniform ati  tutti  i  figU  fen/ a 
riguardo  al  kffo  ,  e  al  tempo  della  loro 
nafcita  ;  quando  nefilina  porzione  di  ter- 
ra ,  e  neilun  bene  reftino  immutabil- 
mente  fegregati  dalla  circolazione  dc'  con- 
tratti^  quando  alcune  privative  pompe 
che  fi  arrogano  i  magnati  vengano  ,  o  ad 
efli  tolte  ,  fe  hanno  un  principio  di  ufur- 
pazione  ,  o  refe  comuni  a  un  piij  gran 
numero  -,  quando  alcuni  articoli  di  lufTo 
puramente  di  oftentazione  ,  e  che  fi  efer- 
citano  fu  merci  flraniere  vengano  piu 
dair  efempio  del  legillatore,  che  da'  fuoi 
editti  profcritti  >  quando  in  fomma  s'  in- 
terpongano  quefli  mezzi  indirctti ,  i  qua- 
li  benche  da  principio  riefcano  lenti  , 
mantenuti  perb  in  vigore  ,  non  manca- 
no  di  ottenere  1'  efFetto  ,  e  di  fpandere 
fopra  un  piii  gran  numero  i  beni  am- 
mucchiati  lu  pochi  , 


39 
§.    VII. 

De  Cor  pi  de  Mercanti  e  Artigiani  ^ 

IN  una  iiazione  adunque  ,  in  cui  re- 
ftino  falutarmente  diftribuite  le  for- 
tune per  modo  che  il  popolo  largamen- 
te  trovi  il  neccfiario  fifico ,  e  fperi  coH* 
induflria  ciafcuno  di  poter  godere  an- 
che  dei  cornodi ;  in  quella  nazione  dico , 
bafterebbe  che  le  leggi  non  vi  avefl'ero 
pofto  oflacolo,  perche  il  numero  de* 
venditori  di  ogni  merce  farebbe  il  mafli- 
mo  pollibile  nelle  fue  circoftanze .  Poi- 
che  dove  la  induflria  fia  fvincolata  ,  ed 
abbia  tutta  la  naturale  fua  attivita ,  con- 
corre  ad  ogni  profellione  tanto  numero 
per  efercitarla  ,  quanti  e  capace  di  man- 
tenerne   X  utile  che  fe  ne   cava. 

Ma  in  ogni  paefe,  dove  piia  ,  dove  me- 
no ,  i  legillatori  fono  ilati  fedotti  da  uno 
fpirito  mal  penfato  di  ordine  e  fimetria  , 
ed  han  cercato  di  compaffare  e  modella- 
re  quel  moto  fpontaneo  deila  focieta ,  di 
cui  le  leggi  pollbno  bensi  conofcerfi  con 

C4 


4^ 

un  attento  efame  fu  i  fenomeni  politi- 

ci  ,  non  mai  anticipatamente ,  prefcriverfi 
ficcome  nelle  lingue  e  accaduto ,  che  non 
mai  i  grammatici  hanno  potato  orga- 
nizzaiie  a  loro  talcnto,  ma  libbene  efa- 
minarle  ,  formate  che  furono  da  una 
mafia  d'  uomini  con  una  libera  fcelta , 
cd  i  filofofi  pofteriormente  le  analizzaro- 
no  ,  e  ne  confrontarono  le  analogie  . 

L'  idea  di  radunare  ogni  arte  ad  ogni 
mercatura  in  un  corpo  ,  e  di  dare  a 
quefto  corpo  i  fuoi  ftatuti  ,  prefcrivere 
il  tirocinio ,  1'  efame ,  e  la  qualita  requi- 
fita  per  eflervi  annoverato  ,  prevalfe  in 
ogni  nazione  ,  e  tuttavia  fufiifte  nella 
maggior  parte  .  EiTa  porta  con  fe  un* 
apparenza  di  faviezza  ,  e  di  prudente  cir- 
cofpezione  .  Sembra  che  fi  alFicuri  in  tal 
guifa  il  buon  fervizio  del  pubblico  ,  la 
perfezione  de'  meftieri ,  la  fedelta  nella 
contrattazione  ,  e  che  s'  impedifca  che 
gli  uomini  fenza  coftume,  e  fenza  pra- 
tica  pofl^ano  defraudare  i  Cittadini  ,  e 
fcreditare  le  produzioni  interne  prefiTo 
gli  ftrameri  . 


41 
,    Chiunque  pero  d  volgera  a  efaminar 

da  vicino  quefte  inflituzioni ,  trover  a  che 
gli  efFetti  ordinarj  di  efle  fono  di  ren- 
dere  difficile  1'  induftria  de'  Cittadini ;  di 
coftipare  nelie  mani  di  pochi  le  arti ,  e 
i  diverfi  rami  del  Commercio  ;  di  fog- 
gettare  i  manofattori  e  i  mercanti  ai  pe- 
ll di  diverfe  talFe ,  e  di  tenere  fempre  al 
livello  della  mediocrita  ,  e  talora  anche 
al  di  fotto  ogni  manifattura  .  Liti  incef- 
fanti  fra  corpo  e  corpo  ,  e  fra  corpo  e 
menibri  ;  fpefe  voluttuarie  e  vane  fatte 
dalla  cafTa  comune  ,  le  quali  ricadono  a 
pefo  di  ciafcun  individuo ;  perdite  di  tem- 
po per  inutili  formalita  ,  e  capricciofi 
officj ;  efpilazione  talvolta  dei  piccioli 
magiftrati  di  quelle  ridicole  Republic  he; 
rivaiita  ,  odj ,  guerre  contro  chiunque 
ardifca  di  eflere  piii  efperto  ,  o  piii  indu- 
ftriofo  .  Tale  e  la  fcena  che  rapprefen- 
tano  ordinariamente  quefti  corpi,  efami- 
nati  che  fiano  da  vicino .  Uno  fpirito 
di  lega  e  di  monipolio  gli  anima ,  per 
cui  tendono  a  ftringere  nel  minor  ceto 
che  pofibno  1'  utile  del  loro  commercio , 


42 

cd  tcco  come  anche  dagli  effetti  fi  tro- 
vi  quanto  vane  fofiero  le  fperanze  chc 
fi  ebbeio   neila  loro  inftituzione  . 

L'  efamc  che  effi  fanno  degli  alunni 
fi  riduce  a  un  tribute  ordinariamente , 
dal  che  un  abile  e  povero  Cittadino  vie- 
ne  ridotto  o  ad  abbandonare  la  patria , 
o  a  rivolgerfi  ad  altro  partito  -,  ne  queft* 
efame  garantifce  il  pubblico  dall'  aver 
dei  pefiimi  operaj  approvati  da  quelle 
macihanze  ,  di  che  V  efperienza  puo  co- 
nofcerli  in  ogni  paefe;  e  quelle  che  dico 
della  abilita ,  fi  puo  eftendere  anche 
alia  buona  fede  che  e  dagli  uomini  trat- 
tata  nella  fteiia  guifa ,  fiano  efli  arruolati 
in  coipi  ,  fiano  effi  fcapoli ,  tofto  che 
1 '  invito  al  guadagno  fia  in  effi  piii 
forte  de'  lor  principj    morali . 

L'  eftetto  folo  adunque  che  quefli  cor- 
pi  prodiicono  fi  e  quello  di  diminuire  il 
numero  di  venditori  interni ,  confeguen- 
temente  accrelcere  il  prezzo  dellemerci, 
diminuire  il  numero  de'  contratti ,  fre- 
nare  i'  attivita  dell'  induflria  ,  c  fcemare 
r  annua  riproduzione  . 


XJn  arte  vi  e  la  quale  per  neceflita 
non  debbefi  lafciare  interamente  libera , 
cd  e  quell  a  de'  Speziali ;  troppo  fi  av- 
venturerebbe  altrimenti  la  fanita  del 
popolo  .  II  porre  limiti  al  lor  numero 
non  fpetta  alia  Economia  Politica  ,  ma 
ai  progrefli  della  faggia  medicina  du- 
bitatrice  .  Gli  argentieri ,  i  drappieri  , 
i  cuojaj  profpereranno  meglio  fotto  u- 
na  intera  liberta  colla  condizione  fol- 
taiito  die  il  bollo  autentico  della  na- 
zione  non  (la  appoilo  fe  non  all'  ore , 
e  argento  del  vero  titolo,  ai  panni,  ai 
cuoj  preparati,  con  determinate  leggi  e 
conilituzioni  . 

I  privilegj  antichi  del  corpl  delle  arti , 
i  debiti  che  moite  volte  trovanfi  ad  efli 
addolTati  fono  oggetti  piccoli  ,  e  facil- 
mente  rimediabili  con  una  faggia  poli- 
tica .  Se  quefli  corpi  portano  il  pefo  di 
un  par zi  ale  tributo  fara  fempre  facile 
il  trovare  un  fondo  fu  di  cui  piii  in- 
nocuamente  coUocarlo  .  Aprafi  la  flrada 
ampia  e  libera  a  chiunque  di  efercitar 
la  jfua  induftria  dove  piia  vuole ,  lafci  U 


44 
legiUatore   che  li  moltiplichino  i  vendl- 

tori  in    ogni  clafTe  ,    e  vedra    in   breve 

r  emulazione ,  e  il  defiderio  di  una  vita 

migliore  rifvegliar  gli   ingegni  ,    rende- 

rc  piu  agili    le   mani   del  fuo   popolo  , 

peifezionarfi  le  arti   tutte,    ribadarri   il 

liveilo  dei    prezzi ;   I'abbondanza   fcor- 

rere  dovunqae  guidata   dalla  concorren- 

za ,  infeparabile  compagna  di  lei ;  e  fic- 

come  r  albero   annodato  artificiofamen- 

te  ,    e    forzato  nelle  flerili   piazze  che 

noi  chiamiamo  giardini  languifce,  e  ma- 

lamente  vegeta   fin  che  da  quei   vincoli 

refti  frenato   1'  umore  che    gli  da  vita , 

e  fciolto  da  eili  V  anima  gli  fcorre  ne' 

tronchi ;  rinverdifcon  le  foglie,  il  fucco 

nutritivo  fpandefi  liberamente ,  e  s'  alza 

vegeto  al  cielo  per  ricompenfare  co'  fuoi 

frutti  la  faggia  mano  che  fcateno  la  na- 

tura  ',    cosi   nelle   focieta    accader   deve 

che   tutto   prenda   lena  e    vigore  ,    e  fi 

rilcaldl  ,   quando  il  defiderio  di  miglio- 

rare  la  forte  non   incontri    oflacolo,   e 

poiTa  per  ogni  dove  fpingerfi,  e  larga- 

mente  e  ficuramente  fignoreggiare  , 


II  giudizio  del  compratore  e  fern- 
pre  il  pill  difappaflionato  ,  e  il  piu  e- 
quo  ',  e  r  inefperto  come  1'  inoneflo  vcn- 
ditore  refteranno  fempre  Iblitarj ,  e  per 
mancanza  di  profitto  verranno  coflretti  o 
a  diventar  buoni  ,  o  a  ufcire  dalla  pro- 
feffione  .  I  corpi  dunque  delle  arti ,  e 
de'  meftieri  non  producono  il  bene  per 
cui  furono  inllituiti;  tendono  a  dimi- 
nuire  1'  annua  riproduzione ,  e  ad  ac- 
coftar  la  nazione  alia  fterilita:  abolen- 
doli  adunque  fi  fara  un'  ottima  opera- 
zione ,  e  fi  moltlplicheranno  falutar- 
mente  i  venditor! . 

§.  VIII. 

Delle  leggi    che  ijtncolano    f  ufcita  dallo 
Stato  delle   merci . 

UN  altro  oflacolo  frappongono  le 
leggi  air  accrefcimento  del  nume- 
ro  dc*  venditori  ,  ed  e  la  proibizione  all' 
ufcita  di  qualche  natural  prodotto  del 
paefe .   Si  e  creduto  che  potefTe  ufcire  da 


46      . 

una  nazionc  col  moto  naturale  del  com- 

mercio  anche  parte  del  necejjario  al  di 
lei  confumo:  Nei  viveri  fingolarmente 
quefto  timore  prevalfe  ,  e  con  paterno 
e  rifpettabile  principio  in  quafi  tutt'  i 
paefi  fi  publicarono  delle  leggi  proibiti- 
ve  del  trafporto  delle  interne  produzio- 
ni  pill  preziofe  .  Si  proibi  pure  di  tra- 
fportare  agli  efteri  le  materie  prime  del- 
le manifatture  colla  plaufibile  idea  di 
Ipingere  a  profperita  le  fabbriche  inter- 
ne, e  impedire  agli  efleri  Tentrare  in 
concorrenza  . 

O  quefte  leggi  vincolanti  fono  uni- 
verfalmentc  da  ogni  Cittadino  oflervate , 
ovvero  non  lo  fono.  Se  la  legge  e  of- 
fervata  generalmente ,  e  che  fia  fifica- 
mente  impedita  ogni  efportazione  -,  dico 
che  la  coltivazione  di  quel  genere  in- 
fallibilmente  dovra  limitarfi  alia  fola  con- 
fumazione  interna  ,  poiche  ogni  porzio- 
ne  eccedente  quefla  confumazione  fareb- 
be  di  nelTun  valore  .  Anzi  tutti  i  mi- 
iiuti  pofleflbri,  e  venditori  di  quefta  mer- 
ce  temendo  q^^^onon  'vaiore  cederanno 


47 

aH'aftuzia  di  alcuni  pochi   ricchi  e  at- 

tivi  che  ne  faranno  ammaflTo  ,  e  cosi 
riftrettofi  a  pochi  il  numero  de'vendi- 
tori   r  abbondanza  interna  diminuira. 

Se  poi  la  legge  potra  per  taluni  ef- 
fere  derogata ,  ovvero  fraudata ,  egli  e 
evidente  che  prefTo  quelli  taU  fi  ammaf- 
fera  la  merce  vincolata ,  e  quefti  po- 
tranno  trovare  utile  lo  fvotarne  lo  fla- 
to  in  grofTs  partite,  e  condurvi  quella 
careftia ,  che  appunto  fi  cercava  di  pre- 
venire  coi  vincoli .  La  politica  e  piena 
di  paradolli  ,  perche  fono  fottiliifimi  i 
fili  che  tengono  unite  le  cagioni  agli 
effetti ,  e  perche  V  attenzione  degli  uo- 
mini  rimira  gli  oggetti  riuniti  in  maf- 
fe  grandi,  e  non  diftinti  ne'  loro  de- 
menti . 

La  terra  che  abitiamo  riproduce  ogni 
anno  una  quantita  corrifpondente  alia 
univerfale  confumazione  ;  il  Commercio 
fupplifce  col  fuperfiuo  d'  una  terra  al 
biibgno  d'  un'  altra  ,  e  coUa  legge  di 
continuita  fi  equilibrano  dopo  alcune 
ofcillazioni  periodicamente   bijogno  e  ab~ 


bondanza .  Egli  e  malinconico  errors 
di  riguardare  gU  uomini  ridotti  a  get- 
tare  il  dado  a  chi  debba  morire  di  fa- 
me ;  riguardiamoli  con  occhio  tranquil- 
lo  ,  e  riceveremo  idee  piu  vere  ,  e  con- 
iblanti .  Fratelli  d'  una  vafta  famiglia 
fparfa  ful  globo  ,  fpinti  a  darci  vicende- 
volmente  foccorfo  ,  vedremo  il  gran  Mo- 
tore  della  vegetazione  averci  largamen- 
te  provveduti  di  quanto  fa  d'  uopo  per 
foftenere  i  bifogni  della  vita .  I  foli  vin- 
coli  artificiali  hanno  potuto  ridurre  gli 
ftati  ai  timori  della  fame,  i  quali  cre- 
fciuti  a  un  dato  fegno  ficuramente  la 
producono,  quand'  anche  fi  trovi  prov- 
vifione  baflante  a  faziarla  .  La  maggior 
parte  delle  careftie  non  fono  fifiche ,  ma 
di  opinione  :  di  quella  opinione  regina 
del  mondo ,  che  diftribuifce  la  felicita , 
e  la  miferia  e  fugli  uomini ,  e  fu  i  re- 
gni ,  con  maggiore  impero  e  ficurezza 
di  quello  che  non  lo  facciano  tutti  gli 
altri  efieri   fifici   collegati . 

Dico  che  le  leggi  proibitive  fono    o 
infterilitrici  o  inutili .   Ho  provato  che 

fono 


,     .    .     .49 
ibno  inftcnlitnci,    perche  dlminuifcono 

il  numero  de'  venditori  ;  refla  a  provare 
quando  fieno  inutili .  Tali  fono  quan- 
do  uno  ftato  non  produca  del  fuper- 
fluo  nel  genere  che  fi  proibifce  .  Dico 
adunque  che  il  necefTario  alia  interna 
conluma/ione  non  puo  mai  ufcire  da  u- 
no  flato  dove  la  natura  fola  diriga  il 
commercio ,  poiche  nefllm  venditore  po- 
tra  trovare  altrove  maggior  numero  di 
compratori  di  quelli  che  trova  interna- 
mente,  e  internamente  li  trova  fenza 
il  pericolo,  o  il  ritardo  del  trafporto , 
le  fpefe  del  quale  faranno  un  argme  che 
conterra  fempre  nello  ftato  la  quantita 
proporzionata  al   confumo  . 

Le  proibizioni  all'  ufcita  fono  adun- 
que oftacoli  alia  libera  efpanfione  dell' 
indullria  ;  fono  di  piij  una  facile  for- 
gente  di  corru/ione ,  che  tale  fi  e  fem- 
pre una  legge  arbitraria  ,  per  cui  fia 
interefle  di  molti  Cittadini  il  vederla  o 
derogata  parzialmente  ,   o  delufa , 


D 


50 

§•  IX. 

Delia    Uberta    del    Commercio 
de  Crani . 

Slami  permefTo  il  trattcnermi  fopra 
una  parte  di  qucft'  oggetto  ,  cioe 
fulla  liberta  del  commercio  de'  Grani , 
fulla  quale  la  comune  opinione  degli 
autori  non  ha  per  anco  potuto  fupe- 
rare  la  timidezza  di  molti .  L'  argomen- 
to  e  interefTante ,  e  le  ragioni  che  fon 
per  dire,  credo  che  abbiano  della  forza. 
Due  mah  fi  temono  dalla  liberta  del 
commercio  de  Grani  .  II  primo  male 
fi  e  ch'  ei  venga  a  mancare  nello  flato  . 
II  fecondo  male  fi  e  che  afcenda  a  un 
prczzo  cosi  alto  che  opprima  il  popolo  . 
Efaminiamo  quefti  due  pericoli . 

Perche  un  commercio  fi  faccia ,  non 
bafta  che  iia  liber o  ;  bifogna  che  fia  utile. 
L'utilita  d'un  trafporto  nafce  dalla  diffe- 
renza  del  prezzo .  Non  fi  perda  mai  di 
vifta  quefto  principio ,  pofto  il  quale,  dico 
cosi .  Dovunque  Iia  libera  la  contratta- 


.51. 
zione  d'una  merce  tofto  che  appaja  dif- 

ferenza  fenfibile  fra  il  prezzo  che  fi  fa 
neir  interno  e  il  prezzo  eilerno,  difte- 
renza  che  eccs^da  le  fpefe  del  trafporto  , 
e  del  tiibato ,  vi  fara  guadagno  a  traf- 
portar  la  merce  dove  il  prezzo  e  mag- 
giore ;  e  tofto  che  vi  e  guadagno  i  poilef- 
fori  della  merce  vi  concorrono  a  gara  per 
partecipare  di  quel  guadagno ,  e  con  tan- 
to  maggior  impeto  quanto  il  guada- 
gno e  maggiore  ;  e  liitanto  che  celB  il 
guadagno  .  Quefto  fa  vedere  che  dove  la 
contrattazione  e  libera  non  vi  puo  effe- 
re  differenza  fenfibile  e  durevole  di  prez- 
zo ,  ma  quefto  debbefi  livellare  natu- 
ralmente  fra  le  diverfe  Provincie  confi- 
nanti .  Da  qui  ne  viene  che  quando  una 
merce  di  ufo  comune  fi  vede  a  falti  im- 
provvili  caiare  ,  e  crefcere  di  prezzo  ,  ed 
effere  fenfibilmente  e  coftantemente  di- 
verfo  il  di  lei  prezzo  da  un  diftretto  all' 
altro ,  fi  deve  dire  che  quefto  e  un  moto 
artificiale ,  effetto  di  vincoli ,  e  degli  ofta- 
coli  impeditivi  del  commercio  .  Ne'  Pae- 
fl  ne'  quali  e  iibero  quefto  commercio  il 

D  2 


5^ 

prezzo  de*grani  fi  foftiene  a  un  llvello 
tiniforme.  Quelle  impenfate,  e  faltuaric 
variazioni  nel  prezzo  de'  grani  chc  fi  ve- 
dono  negli  flati  vincolati ,  fanno  trema- 
re  alcuni  al  folo  nome  di  liberta ,  perchc 
fl  figurano  che  data  quefla  fluttuazio- 
ne  di  prezzo  fi  potrebbe  con  fomma  ra- 
pidita  rendere  efauflo  lo  ilato .  Pecca 
queft'  argomento  perche  fuppone  I'efFet- 
to  ,   tolta  che  ne  fofTe  la  cagione . 

Se  il  trafporto  d'una  mcrce  li  f a  a  mi- 
fura   deir  utile   che    v'  e    nel  farlo ;    fc 
queft'  utile  e   proporzionato   all'  eccefTo 
del  prezzo    eflero    fopra    V  interno;  fe 
quefl'  ecceflb  ,  pofta  la  liberta ,  e  il  mi- 
nimo  poflibile  ,  ne  viene  in  confeguenza 
che  data  la  liberta  del  commercio  ufci- 
ra  del  Grano  la  minima  quantita  poffi  bi- 
le ',  ne  fl  potra  mai  averne  nello   ftato 
in  maggiore  abbondanza  ,  ammeno   che 
non  ne  venga  afiblutamente  proibita  non 
folo  ,  ma  impedita  efpreflamente  ogni  ef- 
poitazione  ,  nel  qual  cafo  di  tanto  fe  ne 
diminuira  1'  annua  riproduzione  quanto 
€  il  grano  fuperfluo  eccedente  1'  interna 


confumazione ,  ficcome  fi  c  detto  ,  e  la 
nazione  fi  accoftera  al  pericolo  venturo 
della  careftia. 

Ma  quefta  fifica  cuflodia  troppo  diffi- 
cUmente  fi  otterra  .  GV  interefli  privati 
confpirano  colla  loro  pluralita  a  deluder 
la  legge,  I  cuftodi  moltiplici  fon  fempre 
foggetti  a  inganno  o  a  corruzione  .  Di- 
fendere  i  confini  efattamente  colla  forza 
non  fi  puo  in  un  fiftema  ftabilc .  Percia 
ne'  paefi  vincolati  ordinariamente  accade  , 
che  fc  il  raccolto  eccede  1'  interna  con- 
fumazione, al  tempo  della  meflc  il  prez- 
zo  de'  Grani  c  avvilito  ,  efl'endo  che  piu 
fono  i  venditori  che  i  compratori .  Al- 
cuni  monipolifti  profittando  del  vincolo 
comune ,  c  con  una.  fatale  induftria  a- 
vendo  mezzi  di  fottracrfi  al  rigor  della 
legge  fe  ne  renderanno  padroni,  il  che  fat- 
to  il  prezzo  s'alzera  ,  perche  fono  ridot- 
ti  a  pochi  i  venditori;  dalle  loro  mani  paf- 
fera  in  groife  partite  ad  un  monipoiifta 
eftero,  e  cosi  coftantemente  fufliitera  I'u- 
tile  a  trafmetterne  ,  perche  i  venditori 
efteri  non  fono  accrefciuti ;  quindi  quella 

D 


A 


54 

fteiia  quantita  che  mercantcggiata  libc- 

ramente  avrebbe  Jivellati  i  prezzi ,  ufci- 
ra  fenza  livclladi  ,  e  il  prez/o  inter- 
no  ,  minore  dapprincipio  del  vero  prez- 
zo.comune,  allunghera  il  raggio  di  quel- 
la  sfera  di  relazioni  che  ha  il  commer- 
cio  coir  eflero  ,  onde  ridotta  a  dar  alimen- 
to  a  popoli  piu  rimoti  fara  la  nazione 
vincolata  in  peiicolo  di  penuria .  Tale  e 
la  fciie  delle  cofe  che  fono  prodotte  dalle 
leggi  4irctte  e  vincolanti  . 

Se  poi  vi  foilero  perfone  incaricate 
a  conceder  le  tratte  dei  Grani  ,  accioc- 
che  afficurato  il  necelTario  alio  flato 
abbia  sfogo  il  fuperfiuo  ,  quefla  idea 
prudentiflima  al  primo  afpetto  ,  riufcira 
inefeguibile  nella  pratica .  Non  e  pof- 
fibilc  il  fare  ogni  anno  un  calcolo  nem- 
raeno  di  approiTimazione  fulla  quantita 
(lei  Grani  raccolti ;  in  confeguenza ,  po- 
lio che  anche  fi  fappia  la  vera  annua 
confumazione ,  non  fi  potra  deunire  a 
quale  quantita  aicenda  ogni  anno  il  fu- 
perfiuo .  Di  pii^i  queito  calcolo  anche 
inefattiirimo  non  fara  fatto  fe  non   piu 


S5 
mcfi  dopo    il  raccolto  .  Dovra    dunque 

fofpenderfi  ogni  tratta  di  grano  per  tut- 
to  il  tempo  anteriore  a  quefto  calcolo ; 
cioe  per  tutto  il  tempo  nel  quale  i  pof- 
feflbri  delle  terre  faranno  ftati  coftretti 
dair  ineforabile  bifogno  a  venderlo  ,  e 
fara  queila  derrata  gia  tutta  ammallata 
preflb  i  monipolifti  prima  che  fe  ne  poflk 
fare  commercio .  Ecco  la  ragione  per 
cui  i  paefi  che  non  permettono  efpor- 
tazione  de'  Grani  fe  non  per  tratte ,  fi 
efpongono  bene  fpeiTo  ai  pericoli  o  di 
vuotare  il  paefe ,  o  di  fare  che  manchi 
il  compratore  ,  e  fi  diminuifca  quefto 
importantifsimo  ramo  di  agrlcoltura . 

Di  tutte  le  merci  anche  le  piu  necef- 
farie  alia  vita  comune  ,  olio  ,  vino ,  fa- 
le,  tele  ec.  non  ne  manca  mai  il  ne- 
cellario  alio  ftato  quantunque  ne  fia  li- 
bera la  contrattazione  e  il  trafporto  . 
Perche  temefi  adunque  che  la  merce 
Grano  efca  dallo  ftato  ,  e  ne  man- 
chi il  neceiTario  ,  fe  la  legge  non  ac- 
corre  ad  impedirne  1'  ufcita  ?  Si  dira 
forfc  che  il  Grano  e  una  merce  piu  pre- 

D4 


56    .        . 

ziofa  di  ogni  altra .    Si  ofTervi   pero  ch* 

ella  lo  e  tanto  per  noi  quanto  per  gli 
efteri  ,  ondc  aggiungendo  eguali  quan- 
tita  da  una  parte  e  dall' altra,  le  rela- 
zioni  fra  noi  e  gli  efleri  rimarranno 
precifamente  quali  fono  in  ogni  altra 
merce   meno  prezioi'a  . 

II  neceflario  fifico  non  puo  ufcir  max 
da  uno  ftato  ,  che  abbia  la  liberta  del 
commercio  ,  perche  dovunque  vi  e  con- 
correnza  non  vi  poiibno  eilerc  moni- 
polifli .  L'  interelle  di  ogni  Cittadino  ve- 
glia  fopra  le  ufurpazioni  di  ogni  Citta- 
dino ,  e  tanti  a  gara  fi  affollano  a  par- 
tecipare  dell'  utile  ,  che  refla  fempre  di- 
vilb  quefto  ful  numero  maggiore  pof- 
fibile  ;  da  che  ne  viene  ,  che  quei  gran- 
diofi  ammaffi ,  i  quali  fi  vedono  nei  paefi 
vincolati ,  fono  fificamente  impoflibili  a 
farfi  ne'  paefi  liberi .  Se  dunque  ufcira 
la  merce  dal  paefe  libero  ,  ufcira  in  mol- 
te  e  replicate  partite  ,  ufcira  per  gradi ; 
e  a  mifura  che  le  ricerche  fi  accrefce- 
ranno  anderafsi  il  prezzo  alzando ,  per- 
che niente  di  clandeilino  puo  ivi  fuc- 


:m- 


S7 

cedere  dove  V  attivlta  deiruomo  abbia  lo 

ftimolo  dell'  utile  a  invigilare  fuUe  ufur- 
pazioni  altrui .  Ne'  mercati  apertamente 
fi  faranno  i  contra tti ,  e  cosi  s'  alzera 
di  tanto  il  prezzo  interno  della  merce , 
che  air  eftero  non  converra  piu  di  com- 
prarla ,  e  la  natura  delle  cofe  da  fe 
mcdelima  avra  interdetta  1'  ufcita  al 
primo  accoilarfi  del  pericolo  che  ufcifle 
pivi  del  fuperfluo  .  In  fatti  V  eftero  do- 
vra  fempre  pagare  la  noftra  merce  quel- 
lo  che  la  paghiam  noi ,  piu  il  trafporto 
e  il  tributo  all'  ufcita ;  la  sfera  delle 
relazioni  d'  ogni  ftato  co'  finitimi  e  cir- 
cofcritta  ,  e  ciafcuno  ftato  adjacente  a 
noi  diventa  centro  d'  un'  altra  sfera  ,  e 
cosi  da  vicino  a  vicino  ,  per  la  qual  con- 
nefsione  ne  aecade  che  crefciuto  il  prez- 
zo da  noi  a  un  dato  fegno ,  il  finiti- 
mo  fi  volgera  a  cercare  il  reftante  del 
fuo  bifo^no  da  qualche  altra  parte . 

Taluni  avanzano  un'  opinione,  la  qua- 
k  puo  deftar  maraviglia,  ma  non  perfua- 
fione ;  cioe  che  la  liberta  convenga  ai 
paeu  fterili ,  e  fia  pericolofa  ai  fecondi , 


58 

Si  nfletta  chc  i  paefi   fieri li  in  grano , 

pure  ne  polibdono,  poiche  ne  ricevono 
dai  forefliere .  La  porzione  necefiaria  al- 
ia loro  coniumazione  che  hanno  rice- 
vuta  dagli  eileri  non  potrebbe  ufcire  da 
queilo  ftato  fenza  pericolo  della  fame  . 
O  dunque  il  necell'ario  non  puo  ufcire  , 
o  veramente  lo  puo:  fe  nb;  perche  lodare 
i  vincoli  ne'  paefi  fecondi  ?  Quefti  adun- 
que  non  impediranno  1'  ufcita  che  al  fu- 
perfluo  in  rovina  della  coltura ,  ovvero 
per  mezzo  di  monipolifli  faranno  ufcire 
oltre  il  fuperfluo  anche  porzione  del  ne- 
cellario ,  e  cagioneranno  una  mancanza 
che  non  fi  farcbbe  provata ,  abbandonan- 
do  quefla  livella?.ione  alia  faggia  natura 
delle  cofe  .  Se  poi  fi  foftiene  che  il  ne- 
cefiario  pofla  ufcire  colla  liberta ,  dove 
mai  fara  piu  da  profcriverfi  quefta  liber- 
ta fe  non  ne'  paefi  ,  ne'  quali  il  primo 
moggio  che  ne  ufciile  potrebbe  elTcre  un 
decreto  di   morte   d'un  Cittadino  ! 

Fa  maravidia  come  in  mezzo  a  tut- 
ta  la  rete  dei  vincoli  tefluta  ne'  fecoli 
pafTati  non  fia  mai  caduto  in  mente  di 


59 

vincolare  anche  la  cuftodia  del  grano  de- 

flinato  per  femente  .  In  fatti  feguendo  i 
principj  coattivi ,  che  non  fuppongona 
inerente  alia  natura  delle  cofe  medefime 
51  moto  al  bene  ,  ma  vogliono  imprimer- 
vi  quefto  moto  j  che  non  poteva  dirfi  per 
intimorire  gli  animi  volgari  e  far  rifguar- 
dare  falutariirimo ,  e  provvidiffimo  il  vin- 
colo  ful  grano  da  feminare  !  Quefti  e  una 
parte  fenfibililTima  del  raccolto  ,  e  fara  al- 
meno  la  quarta  parte  :  E  che  diverra  lo 
jlato  (  potevafi  dire  )  fe  la  fpenjieratezza  , 
0  I  ingordigia  caver  a  da  granaj  quejio  ger- 
me  delta  ventura  raccolta  ,  e  lo  macinera  ? 
Z/'  i72centivo  delf  utile  e  fempre  urgente  ; 
/'  uomo  facrifica  i  bifogni  dell'  anno  veiitu^ 
ro  agli  attuali .  Dun  que  Ji  obblighi  ogni 
poJJ'eJJ'ore  a  depojitare  una  proporzionata 
quantita  di  grano  fotto  la  tutela  pubblica. 
per  Jhnlnare  il  fuo  cafnpo.  Eppure  quefto 
non  ii  e  fatto  mai  -,  e  mancato  mai  per 
quefto  il  grano  baftante  a  feminare  ?  Non 
mai.  Perche  1'  interefle  privato  di  ognuno 
quando  coincide  col  pubblico  interefie  e 
fempre  il  piu  ficuro  garante  della  felicita 
pubblica. 


66 

Che  fe  fi  teme  non  la  mancanza  del 
Grano  ,  ma  1'  eforbitanza  del  prezzo  in 
feguito  alia  liberta ,  nemmeno  quefto  ti- 
more  e  fondato  .  In  uno  flato  vincolato 
al  tempo  della  mefle  ne  e  vile  il  prezzo  , 
poiche ,  come  gia  fi  e  detto  ,  il  pofTef- 
fore  non  trova  che  pochi  compratori  del 
ftio  fuperfluo  .  Ammafl'ato  poi  il  Grano 
in  poche  mani  di  monipolifti  il  prezzo 
s'  accrefce  anche  nell'  interno ,  poiche 
gli  artigiani  ,  e  la  maggior  parte  degli 
abitanti  nclle  Citta  ,  formano  una  gior- 
naliera  fquadra  di  compratori .  Cosi  la 
maggior  parte  dell' anno  non  refta  il  Gra- 
no al  livello  del  prezzo  che  farebbe  uti- 
le ,  anzi  necefikrio  per  foftenere  la  man 
d'  opera  nell' interno  dello  flato  .  L'effet- 
to  dci  vincoli  fi  e  di  alzare  il  livello  del 
prezzo  interno ,  e  aflai  piia  1'  efterno  del- 
le  nazioni  che  prendono  la  merce  da  noi ; 
perche  I'efFetto  dei  vincoli  fi  e  di  radu- 
nare  la  merce  in  poche  mani ,  cercando 
ognuno  di  sbrigarfi  d'  un  frutto  del  qua- 
le non  puo  liberamente  difporre ,  e  pro- 
fittando  alcuni    pochi   privilegiati   d^lla 


6i 

comune  fervitu  per  fare  efli  foli  un  priva- 
tive commercio  tanto  piii  feducente  , 
quanto  maggiore ,  e  piu  rapida  fi  e  la  for- 
tuna  che  promette  .  Inutilmente  la  legge 
fulminera  i  monipolifti ,  potra  rovinarne 
alcuni ,  ma  faranno  immediatamente  fuc- 
ceduti  da  altri  -,  troppo  grande  e  1'  utile  in 
quefla  frode,  e  troppi  mezzi  vi  faranno 
fempre  ,  perche  il  ricco  addormenti  i  fu- 
bordinati  cuftodi  della  legge  .  Sempre  che 
vi  faranno  vincoli  ,  vi  faranno  monipo- 
lifti ,  e  fin  che  efli  vi  fono  ,  piccolo  fara  il 
numero  de'  venditori  nel  corfo  ordina- 
rio  deir  anno  a  fronte  de'  compratori; 
percio  dovra  fempre  il  prezzo  eflerne  alto . 
Suppongali  quello  che  non  e  ,  e  con- 
cedafi  che  il  prezzo  del  Grano  farebbe 
pill  alto  colla  liberta,  di  quello  che  fia  coi 
vincoli  ;  prima  di  decidere  fe  conven^a 
avere  i  Grani  a  prezzo  alto,  ovvero  a  prez- 
zo vile ,  converra  efaminare  da  qual  de' 
due  partiti  fia  V  interefie  della  maggior 
parte  de'  nazionaii ,  ^iacche  1'  interefie 
pubblico  altro  non  e  fe  non  I'aggregato 
degl'  interefii  de'  particolari .  Per  decide- 


^2 

re  adunque  fe  1'  intereflfe  pubblico  efiga 
d'  aveie  il  prezzo  alto  ,  owero  balTo  bi- 
fogna  ofTervare  fe  fia  nello  ftato  mag- 
giore  il  numero  de'  venditori  di  grano , 
owero  quello  de'  compratori .  Le  nazio- 
ni  mancanti  di  grano  non  hanno  leggi 
proibitive  di  queito  commercio  .  Si  parla 
adunque  d'  una  nazione  coltivatrice  ,  e 
che  abbia  del  fuperfluo  di  grani .  In  que- 
fla  nazione ,  dico ,  fara  aflai  maggiore 
il  numero  dei  venditori  di  grano  di  quel 
che  non  lo  fiano  i  compratori .  Tutti  i 
contadini  faranno  venditori ,  e  il  nume- 
ro di  efli  eccedera  di  aflai  il  numero  degli 
abitanti  nella  citta ,  e  da  quefli  ultimi  fi 
detraggano  tutti  i  facoltofi ,  e  fi  vedra  che 
per  follevare  un  povero  cittadino  fi  por- 
terebbe  la  defolazione  a  fei  o  otto  po- 
veri  agricoltori .  Qual  e  l'  afpetto  in  cui 
ci  fi  prefenta  dappertutta  quali  1'  Italia  , 
r  uomo  il  piii  neceflario ,  e  il  piu  bene- 
merito  della  focieta  ?  Vediamo  il  mifc- 
rabile  contadino  ,  nudo  le  gimbe  ,  e  fcal- 
zo  ;  egli  ha  ful  fuo  corpo  il  valore  di  tre  , 
o  quattro  lire  e  non   piii  -,   e^li  mangia 


...  ^3   . 

un  pane  di  fegale  e  di  mlglio  ;  non  mai 

beve  vino ;  rariffime  volte  fi  pafce  di  car- 
ni ;  la  paglia  e  il  fuo  letto ,  prima  d'averc 
una  moglie ;  un  mefchino  tugurio  e  la 
fua  cafa ;  ftentatiflima  e  la  fua  vita  ,  e  fa- 
ticofiflimi  i  fuoi  lavori .  Egli  (i  confuma  e 
fi  logora  fino  all'  ultima  vecchiaja  fenza 
fperanza  d'arricchire,  e  contraflando  col- 
la  miferia  per  tutto  il  corfo  de'  fuoi  giorni; 
null'  altro  bene  raccoglie  fe  non  queilo 
che  accompagna  una  vita  femplice ,  e  che 
producono  1'  innocenza ,  e  la  virtii  .  Egli 
non  trafmette  a'  fuoi  figli  altra  eredita  che 
r  abituazione  al  travaglio  ,  Generazione 
d'uomini  frugalifTimi ,  laboriofillimi  che 
danno  un  valore  alle  terre ,  e  alimenta- 
no  la  fpenfieratezza  ,  1'  ozio ,  e  i  capric- 
ci  delle  citta !  Quefti  fono  gll  oggetti  ri^ 
moti  dallo  fguardo  del  Cittadino ;  oggetti 
degni  di  eccitare  tanta  commiferazione 
per  lo  meno ,  quanta  ne  muove  la  men- 
dicita  per  lo  piii  meritata  dalla  plebe 
civica  . 

La  liberta  adunque  nel  commercio  de* 
grani  non  pub  giammai  in  nelTuno  flato , 


64 
in  iiefTuna  circoftanza  portar  nociimen* 
to  ne  alia  fuffiftenza ,  ne  all'  abbon- 
daiiza  della  nazione  .  Ne  poUbno  mai 
elFere  di  giovamento  gli  ordigni  coftrin- 
genti  delle  leggi  .  Se  fi  dubiti  della  ve- 
rita  di  quefli  principj  fe  ne  appelli  la 
decifione  alia  fperienza,  e  fi  ritrovera 
che  gli  flati  che  non  hanno  ne  carpi 
d'arti,  e  meflieri,  ne  leggi  vincolanti 
air  ufcita  de'  loro  prodotti  fono  piu  flo- 
ridi  e  opulenti  degli  altri  ,  ne'  quali  tai 
organizazioni  coercitive  fufliftono  ,  e  tan- 
to  pii'i  s'  accoftano  i  pafli  all'  uberta ,  e 
air  abbondanza ,  quanto  meno  si  fatte 
leggi  fi  tengono  in  vigore . 

§.  X. 

T>e  Privikgj  efdujivi . 

UN'  altra  confeguenza  emana  da  que- 
fti  principj ,  ed  e  che  tutte  le  pri- 
vative ,  e  tutt'  i  privilegj  efclufivi  ,  fo- 
no diametralmente  contrarj  al  bene  d'  u- 
no  flato .  Pare  veramente   a  primo  af- 

petto  , 


65 

petto  chs  un  introduttore  d'  una  nuova 
arte  pod'a  meritare  quefto  favore  di  ve- 
dere  inrerdetto  ad  ogni  altro  1'  entrare 
in  concorrenza  con  lui ,  e  dividerne  V  u- 
tilita  .  Qiteflo  principio  d'  equita  pre- 
valfe  ,  e  tattavia  prevale  in  molti  ftati 
fenza  eccettuarne  anche  alcuni  de'  piu 
avveduti  e  fapienti  ;  ma  difficilmente 
mi  fi  trovera  una  coltura  ,  una  fabbd- 
ca  ,  un  artifizio  che  {mil  coflantemen- 
te  follenuto ,  ed  abbia  ridotto  il  fuo 
oggetto  a  perfezione ,  ottenuto  che  eb- 
be  il  privilegio  efcluiivo .  Tolta  all'  ar- 
tefice  Temulazione,  afficurato  ch'  egli 
fia  d'eflere  il  folo  venditore  ,  gli  man- 
ca  lo  ftimolo  per  far  bene  ;  e  come  al- 
cune  famiglie  per  eflere  flate  troppo 
facoltofe  fpenfieratamente  vanno  in  rovi- 
na  ;  cosi  il  monopoliita  facilmcntc  fi  con- 
duce a  deperire .  O  1'  introduttore  d:  Ha 
nuova  arte  la  poiliede  a  un  grado  da 
non  temere  che  alcun  Cittadino  lo  i  r- 
pafli  ,  ovvero  non  e  giunto  a  queito 
fegno ;  nel  primo  cafo  il  privilegio  efciu- 
fivo   gli  e  quail  ni utile  ,    poiche   porta 

E 


66 

fcco  il  migliore  di  tutto ,  1*  cccellenza: 
ncl  fecondo  cafo  poi  farebbe  ingiultizia 
r  interdire  1'  efercizio  dell'  indulhia  in 
quella  parte  ad  ogni  Cittadino  in  fa- 
vore  d'un  mediocre  manifatturiere  ,  il 
quale  altrondc  puo  eflere  con  eguale 
attrattiva ,  e  col  mezzo  piij  innocuo 
delle  gratificazioni  invitato  a  piantare 
la  nuova  introduzione ;  e  cosi  lafciar 
fempre  aperta  la  ftrada  ,  ficche  in  ogni 
genere  pofla  apparire  il  maggior  nurne- 
ro  de' venditor!   che  fi  puo  . 

Da  cio  ne  viene  pure  in  confeguenza 
che  certe  manifatture  ,  e  fabbriche  pre- 
potenti  ,   e   che    piii  fignorilmente   col- 
pifcono  ,  e   ftimolano    T  attenzione  del 
foreftiere  ,  fono   per    lo    piii   o  di  po- 
ehiffimo  utile  ad  uno  ftato ,    o  di  dan- 
no  talora .  Una  fabbrica  che  ci  prefenti 
gran  pompa ,  porta  feco  il  monipolio  na- 
turalmente ,  perche   non  vi  fara  chi  ar- 
difca  entrare    in  concorrenza  con  lei  . 
Cento  tela)     diflribuiti  fopra  dieci  fab- 
bricatori  ,   faranno  piij    utili   di    quello 
che  forfe  non  Ip  fieno  dugento    dipcn- 


^7  , 

denti  da   un   fabbrlcatore   lolo ,   peixhc 

i  venditori  fi  moltiplicano ,  la  gara  fa 
che  fi  perfezioniiio ,  e  riducafi  il  prez- 
zo  a]  grado  piu  utile  per  la  nazione  , 
e  il  guadagno  diftribuito  fu  piu  fabbri- 
catori  ilimola  fempre  V  induftria  di  cia- 
fcuno  . 

Dico   dunque  che  il  numero  de'  ven- 
ditori in  ogni  clalFe  poiTibile   bifogna  la- 
fciarlo  moltiplicare    naturalmente  fenza 
pom  alcun  limite ,   acciocche  s'  ottenga 
in  ogni  clafTe  il  minor   prezzo   polTibi- 
le ,   il   quale  folo    puo  accrefcere  V  an- 
nua riproduzione  procurando    lo  sfogo 
della  porzione   eccedente ,  e  quefta  teo- 
ria  deve  eftenderii  ,   come  dilli ,  ad  ogni 
clafTe  poflibile  di  venditori  anche  di  quel- 
le derrate   che   fervono  al  puro  interna 
confumo  giornaliero  ,   perche   il   prezzo 
d'  ogni  mercanzia  e  d'  ogni  derrata  deve 
necefTariamente    comprendere  il    prezzo 
di  quanto   ha  confumato  1'  agricoltore , 
o   il   manifatturiere ,   confeguentemente 
r  abbondanza  di   ogni   piii  minuto  ge- 
nere  contribuifce  come  elemento  nell'  ab- 

E  2 


68 
bondanza  d*  ogni  merce,  a   mlfura   chc- 
ne  e  piu  popolare   la  confumazione  . 

§.  XI. 

Alcune  forgenti  di  errori    nell'  EcO" 
nomia  Folitica . 

L*altro  principio  di   cui  di  fopra  fi  e 
parlato  ,  fi  e  diminuire  il   nume- 
ro  de'  confumatori  >   ed  e   quefto    il  fe- 
condo  mezzo  per  avere  i  prezzi  interni 
a  un  piu   baflb   livello  .    Se  nel    primo 
principio    fi   puo    francamente    progre- 
dire   toglieiido    gF  inciampi ,    e  lafcian- 
do    vegetare    fpontaneamente   F  attivita 
degii   uomini,   in  quefto  per  lo  contra- 
rio  conviene  adoperare  fomma  cautela , 
e  timidamente    ftendervi    la  mano  piii 
con   tentativi   per   oflervarne    1'  eftetto , 
che  con  colpi  maeftri  ,  e   arditi  . 

In  alcuni  ftati  fi  voile  fecondarc  que- 
fto principio  ,  promulgando  leggi  Ibn- 
tuarie,  le  quali  per  lo  meno  fono  pe- 
ricolofe  agli  ftati,  e  il   piu  delle  volte 


^9 

funefte .    Efle  dimlnuifcono    il  numero 

de'  compratori ,  ma  fanno  fcemare  an* 
che  in  maggiore  ragione  il  numero  de' 
venditori .  Eiie  pofFono  convenire  ai  paeii 
che  ricavano  la  loro  luiTiftenza  da  un 
precario  Commercio  di  Economia,  e  a 
quei  popoji ,  prefib  de'  quali  la  riprodu- 
zione  annua  ellendo  tenuilfima  per  vive- 
re ,  fono  coflretti  ad  effere  gli  agenti  ,  e 
i  commiffionieri  degli  flati  riproduttori  . 
Poflbno  a  quei  convenire  ,  perche  la 
maggior  parte  de'  loro  venditori  trae  il 
fuo  utile  dai  compratori  efteri,  e  poco 
perde  togliendole  i  confumatori  nazio-^ 
nali  3  ma  dove  nella  nazione  fi  crei  o- 
gni  anno  un  nuovo  valore  che  corri-* 
fponda  alia  total  confumazione  ,  quanto 
diminuiralTi  la  confumazione  interna » 
tanto  fi  vedra  diminuire  F  annua  ripro^ 
duzione ,  ammeno ,  che  non  fi  foftituirca 
una  maggior  confumazione  d'  un  pro^ 
dotto  interno  ,  il  che  fara  fempre  1'  ope- 
ra del  coftumc  a  cui  debbono  rivolgerft 
le  leggi ,  e  della  opinione  che  convieii 
cercare  di  far  nafcere ,  fenza  che  1'  oracolo 
del  leglHatore  I'intimi  direttamsntc . 


7* 

Ogni  operazionc ,   che  tcnde  dirctta- 

mente  a  diminuire  il  numero  de'  com- 
pratori    produce    una    diminu/ione   di 
prezzo  eiimera ,  di  cui  gli  effetti  rica- 
dono  per  lo  piu  in  dan  no  dell  a  locieta  ; 
cflendo  che  la  diminu/ione  de'  compra- 
tori  porta   feco  ben    prello  la  diminu- 
zione   de'   venditori ,   e  cosi  in  vece   di 
accrefcere  il  moto  interno  della  focieta  fi 
ripone  una  parte  di  efTa  fegregata ,  ed  in 
quiete  ,  e  altrettanto  fi  diminuifce  dell* 
annua    riproduzione  .     lo    non    citero 
efempj ;  il  lettore  gli  trovera  da  fe  i  e 
tanto  mi  fido  della  coftanza  di  quefti 
principj  che  mi  lufmgo  ch'ei  difRcilmentc 
trovera  un  calb  ,  in  cui  una  legge  diretta 
a  fcemare  il  numero  de'  compratori  in- 
terni   abbia   ftabilmente   portata  1'  ab- 
bondanza  in  un  paefe. 

Due  principj  vi  fono ,  come  abbiam 
veduto ,  dai  quali  dipende  1'  abbondan- 
za  interna  d'  uno  ftato ,  da  cui  il  tra- 
fporto  deir  eccedente  riproduzione  agli 
efleri ,  da  cui  1'  accrefcimento  dell'  an- 
nua riproduzione ,  da  cui  la  ricchezza 


71 

c  la  popolazione  ,  la  coltura  ,  c  la  forza 

nazionale  dipendono :  accrefcere  i  vendi- 
tor! ,  diminuire  i  compratori :  il  piimo 
di  qucili  principj  e  fempre  innocuo ,  cd 
e  facilifTimo  ad  ufarfi ,  1'  altro  e  fomma- 
mente  pericolofo  ,  e  porta  efFetti  di  bre- 
ve durata  ,  in  feguito  ai  quali  fi  ricade 
in  uno  ftato  peggiore  .  Donde  e  avve- 
nuto  adunque  che  nella  maggior  parte  de* 
paefi  gli  uomini  d'  affari  propendelTero 
fempre  a  trafccgliere  il  fecondo  principio 
a  preferenza  del  primo  ?  Perche  gettarli 
per  la  flradapai  fpinofa  e  difficile,  quan- 
do  v'  e  la  fpaziofa  e  ficura  in  faccia  ?  lo 
credo  che  cio  fia  accaduto  perche  il  pri- 
mo principio  ha  contro  di  fe  la  praties, 
gli  ufi  venerati  di  fecoli ,  le  leggi ,  e  la 
pubblica  opinione  ,  e  vi  vuolc  un  corag- 
gio  non  volgare  per  affrontarlc  ,  e  vi  (i 
richiede  una  contcnzione  fuperiore  di 
mente  per  afficurar  fe  medefimo  di  non. 
errare  folo  contro  il  torrentc  delle  au- 
torita  oppoile ;  laddove  feguendo  il  fecon« 
do  principio  non  li  e  mai  in  pericolo  di 
vederfi  rimproverare  dell'  efito  cattivo ,. 

E4 


72     ^ 
ar.zi  fi  e  ficuri  di  aver  gli  cncomj  chc  (i 

danno  alia  prudcnza ,   la  quale  per  lo 
piu    in  politica    e  im  fmonimo   d  imi- 
tazione  .  Foife  troveremo  ne'  fccreii  pe- 
netrali  del  cuore  umaiio  un'  aitra  uni- 
verfale  cagione  di  quefta  Iceita  ,  ed  e  che 
le  leggi  vincolanti  ,  e  le  prefcrittive  fono 
un  giado  di  autorita  ;  che  il  comune  a- 
mor  proprio  e  fempre  piu  lufingato  quan- 
do  s'  immagina  d'  imprimeie  un  moto  e 
di  creare  una  a/ione  in  una  malik  d  uo- 
mini ,  che  non  quando  fi  limita  unica- 
mente  a  invigilare  ful  moto  fpontaneo , 
a  fpianarvi   le  ftrade ,  e  a  rimovere  gli 
oflacoli .   Sembra  piia  breve  e  lulinghiera 
la   flrada    di    proibire    immediatamente 
r  effetto ,   e  piu  laborioia  e  certamente 
quella  di  modificare  le  rimote  cagioni  ; 
la  naturale  inerzia  fa  piegar  1'  uomo  ag!i 
efcmpj  ,  e  lo  allontana  dalla  contenzione 
deir  elame.  Tali  fono  le  cagioni  le  qua- 
il o  feparatamente  o  riunite  hanno  fat- 
to  si  che  generalmente  le  lepgi ,  e  le  co- 
ftituzioni  della  focieta  fianfi  livolte  piut- 
tofto  a  frenare  il  numero  de'  comprato- 


1" 


J" 


ri  anzi  chc  fcloglicire  ,  c  Ulimitarc  quel* 
lo  de'  venditori  . 

§.  XII. 

^e  conve?jga  tajfar  per  legge  i  prezzi 
di  alcuna  ?nerce  , 

SI  e  creduto  di  poter  per  legge  livellare 
i  prezzi  interni,  mafTimamente  di  al- 
cune  dcrrate  die  fervono  all'  ufo  pii» 
comune  del  popolo.  Queilo  efpediente 
forle  e  nato  dappoiche  videro  i  magi- 
flrati  che  dalle  loro  leggi  vincolanti  non 
ne  nafceva  la  pubblica  abbondanza  ,  che 
anzi  i  prezzi  fi  rialzavano  diminuendo- 
fi  il  numero  de'  venditori .  Per  rime- 
diare  al  male  d'  una  legge  vincolante 
fi  ricorfe  ad  altra  legge  vincolante  an- 
cor  piu  ,  e  fi  ftabili  per  autorita  pub- 
blica il  prezzo  a  cui  dovevano  venderfi 
alcune  merci .  Quefli  ufi  fulTiftono  in 
varj  ftati  .  La  maggior  parte  degli  uo- 
mini  viene  fedctta  coll'  afpetto  d'  una 
politica  fpeculativa  ,  la  quale  come  Isi 


74     ,      . 
fcLiola  Ibfiflica  fa  abbcUirc   quefti  ordi- 

gni  conftringenti ,  e  rapprefcntarli  come 
falutari  alio  flato  ,  e  con  una  virtuofa 
ma  forprela  decifione  ,  e  anticipato  giu- 
dizio  le  fa  abbracciare . 

Efaminiamo  gli  cffetti  di  fimili  pre- 
fcrizioni  .  Supponiamo  che  il  prezzo  co- 
mime  della  merce  realmente  fia  12.  lire, 
coficche  fe  la  contrattazione  fofle  libe- 
ra ,  nel  mercato ,  comunemente  fi  ven- 
derebbe  la  merce  a  lire  12.  La  legge 
comanda  che  il  prezzo  fia  11.  Ecco 
fconvolto  tutto  r  ordine  delle  cofe  j  il 
prezzo  non  e  piu  in  ragione  diretta  de' 
Compratori ,  e  inverfa  de'  venditori .  II 
prezzo  non  e  piii  il  grado  d'  opinionc 
che  danno  gli  uomini  alia  merce  .  II 
prezzo  e  divenuto  un  atto  arbitrario 
dclla  legge,  il  quale  fa  torto  al  vendi- 
tore  ,  e  confeguentementc  tende  a  dimi- 
nuire  il  numero  di  effi  .  Quali  efFetti 
ne  accaderanno  ?  I  venditori  fceme- 
ranno  ;  1  venditori  fi  conformeranna 
il  meno  che  fi  puo  alia  legge,  quin- 
di  ^  di  quella   merce   fe   ne  trafmettera 


75 

agli  eflcri  anche  di  piu  del  fuperfluo; 

fi  cerchera  di  falfificare  la  merce ,  e  fram- 
miichiarvi  materie  di  minor    valore  ,  fi 
cerchera  di  frodare  il   pefo  ,    e  la   mi- 
fura  ,  e  gli  efecutori  della  legge  potran- 
no  bensi  anfanti  in  moto  e  gucrra  con- 
tinua  facrificare  alcune  vittime  ree  di  un 
dehtto  arbitrariamcnte  creato  ,  fenza  che 
celn  percio  il  dilbrdine ,  o  1'  abbondan- 
za  pubblica  rcgni  mai ;  poiche   una  leg- 
ge che  abbia   contro  di  fe  la  natura  , 
c  rintereiFe  di  moiti  non  puo  mai  eflerc 
coltantemente ,  e  placidamente  ofTervata , 
ne  portare  faufte  confeguenze  alia  Citta. 
Le  leggi  tafTative  del  prezzo  fono  in* 
giufte  col  compratore  fe  fiflano  un  li- 
mite  al  di   fopra   del  prezzo  comune^ 
fono  ingiufte  col  venditore  ,  fe  lo  fifla- 
no al  difotto  ,   e  fono   inutili  fe  fi   at- 
tengono   al   vero  livello  del  prezzo  co- 
mune . 

In  fronte  della  maggior  parte  delle 
leggi  ,  che  le  nazioni  ereditarono  da  i 
loro  padri  fi  trovano  fcritte  quelle  fer- 
rec  parole  forzare ,  s  prefcrivere  .  I  pro- 


76 
grclfi  che  la  ragione    ha  fatto  in  que- 

llo  lecolo  cominciano  a  fame  vedere 
di  quelle  che  hanno  la  benefica  divi- 
fa  invttare  e  guidare  .  Quaiunque  fia  la 
forma  di  goveruo  lotto  la  quale  vive  una 
focieta  di  uomini ,  a  me  pare  che  fia 
interefl'e  del  fovrano  di  lalciare  ai  Cit- 
tadini  la  maggiore  poITibile  liberta  ,  e 
toglier  loro  quella  fola  porzione  di  na- 
turale  indipendenza  che  e  neceflaria  a 
conlervare  Y  attual  forma  di  governo  . 
A  me  pare  che  ogni  porzione  di  liber- 
ta che  ultroneamente  fi  tolga  agli  uo- 
mini fia  un  errore  in  politica ,  elfendo- 
che  queft'  ultronea  azione  del  legifla- 
tore  fente  in  faccia  del  popolo  il  folo 
potere  :  X  imitazione  gradatamente  fi 
diffonde  ,  s'  indebolifcono  1'  idee  morali 
nel  popolo ,  e  a  mifura  che  fi  diffida 
della  ficurezza  ,  fi  ricorre  all'  aftuzia;  la- 
onde  moltiplicati  che  ficno  quefti  erro- 
ri  in  politica  fat?lmente  la  nazione  diver- 
ra  timida ,  poi  fimulata ,  finalmente  iner- 
te ,  e  fpopclata  fe  il  potere  troppo  fa- 
miliarmente    efercitato   giunga    all'  op- 


,77 
prefTione  .    Ma   nella  felicita  dei  tempi 

prefenti  dopo  i  progrefsi  che  la  filofofia 

ha  fatto  in   ogni  parte  del  fapere  coUa 

dolcezza  e  umanita  degliattuali  governi, 

quefti   oggetti  fortunatamente  non  tro- 

vanfi ,   fuori  che   nella  fpeculazione.  E' 

pero  cofa  degna   da  ofTervarfi  che  ogni 

pafTo  fuperfluo  che  dal  legiflatore  fi  fac- 

cia  in  limitazionc  delle  azioni  degli  uq- 

mini  e  una  reale   diminuzione  di  atti- 

vita  nel   corpo  politico  tendcnte  diret- 

tamente    a  fcemare    T  annua  riprodu- 

zione. 

§.  XIIL 

l)el  'valor e  del  denaro  e  injluenza  che 
ha  fulla  mdujlria, 

ABbiamo  ofTervato  come  il  prezzo 
delle  merci  e  in  ragione  direct  a  de 
compr atari ,  e  inverfa  de'  venditori  .  Offer'* 
viamo  prefentemente  come  debba  mifu- 
rarfi  il  prezzo  del  denaro  .  Se  il  Com- 
mercio  altro    non  e   che  la  permuta^i^* 


ne  d  una  cofa  con  I  altra  ,    e  fe   fabhon" 
danza  delle  rkerche  ,  e  la  fcarfezza  deile 
offerte    formano  ii  prczzo  ,   ne  verra  in 
confeguenza  che  il  prezzo  della  merce  uni- 
verjale  fara   in  ragione   inverfa   de    com^ 
prat  OF  i ,    e  diretta   de    'mnditori  ,   confe- 
guenza  che  fcatarifce   immediatamente 
dai    piincipj    e  daile  definizioni  che   fi 
fon  date  ,   onde   quanto  piii   compratori 
vi  fai'anno  di  ogni  merce  particolare  tan- 
to  ?ne?io  anjra  prezzo  il  denaro ,  e  quanto 
pill  venditori  fi  troveranno  di  merci  par^ 
ticolart  ,   tanto  piii  il  denaro  fara  apprez- 
zato.  L'  abboJidanza  adanque  della  tnerce 
univerfale   efclude   direttamente  I  abbon^ 
danza   di    tutte    le    merci  particolari ,    e 
quanto  e   da  temerfi    la   penuria    delle 
merci  par  ticolart   in  uno    ftato  ,   altret- 
tanto  lo   e  la   troppo   abbondanza   della 
merce  umverfale . 

La  troppa  abbondanza  della  merce 
wniverfale  non  fi  mifurera  dalla  quanti- 
ta  ne  aflbluta ,  ne  circolante  di  effa  ; 
ma  ben  si  allora  foltanto  che  il  nume- 
ro  de'  compratori  avra    a  fare    con  uno 


fcarfo  numero  di  venditori  potra  dirfi 
clie  fiavi  quefta  nociva  abboiidaw^a  .  Egli 
e  in  natura  che  i  venditori  fi  molti- 
plicano  a  niifura  che  i  compratori  cre- 
ibono  in  numero  .  Da  cio  ne  fegue  che 
quefta  efuberanza  di  merce  univerfale 
diverra  fenfible  allora  quando  entri  tutta 
in  grolFi  sfoghi  nello  ftato ,  e  non  dia 
tempo  gradatamente  all'  induftiia  di  ac- 
correre  e  moltiplicare  i  venditori.  II  de- 
naro  che  inlenfibilmente  fi  va  accrefcendo 
in  uno  ftato  e  come  la  rugiada  che  rin- 
vigorifce  e  rianima  tutta  la  vegetazionc; 
egli  e  un  torrente  impetuofo  che  fchian^ 
ta  ,  intorbida  ,  infterilifce  fe  entra  nello 
ftato  ammaflato  in   tefori. 

Si  e  oflervato  ftn  dal  principio  che 
non  potrebbe  darfi  un  commercio  vivo , 
e  eftefo  fe  non  fi  fofle  inventata  la 
merce  univerfale ,  e  che  il  commercio 
avefTe  dovuto  confiftere  in  permutazio- 
ne  di  cofe  confumabili .  Uno  ftato  adun- 
que  in  cui  fcarfeggi  talmente  la  monc- 
ta  ,  che  ne  manchi  per  l'  interna  cir- 
colazione  dovra  accoftarft  alia  vita  fel- 


?0 

vaggia,  e  reftrmgendo  i  contratti  al  puro 
bilbgno  a  mifura  che  la  merce  uiiiver- 
fale  c  poco  difFufa  ne  accadera  ,  che  fra 
uomo  e  uomo  la  contrattazione  fi  ri- 
duca  e  reftringa  al  minor  grado ,  e  pro- 
porzionatamente  fi  diminuira  la  riprodu- 
zione  annua  ,  e  la  nazione  povera  ,  ifo- 
lata,  e  langaente  ripieghera  verfo  gli  an- 
tichi  fuoi  prmcipj  ,  allontanandofi  dailo 
llato  del  la  coltura. 

Per  la  ragione  medefima  quella  na- 
zione in  cui  r  inflancabile  induftria  ,  c 
un  florido  Commercio  gradatamente  fan- 
no  accrefcere  la  quantita  della  merce  u- 
niverfale ,  quella  fara  un  nuovo  fpronc 
air  induilria ,  accrefcera  il  numero  de' 
contratti ,  diventera  fcmpre  piu  rapida  la 
interna  circolazione ,  fara  conofcer  nuovi 
comodi.  della  vita ,  e  nuovi  agj  ,  raffi- 
nera  le  arti ,  le  manifatture ,  inventera 
i  metodi  per  renderle  piu  perfettc  ,  e 
fabbricarle  con  maggiore  celerita ,  tut- 
to  fpirera  coltura  ,  fortuna  ,  e  vita  . 

Percio  conviene  diilinguere  due  call 
aflai  diverfi .  L'  accrefcimento  della  mafia 

del 


del  denaro  fara  quefti  benefici  efFetti  fe 
una  nazione  lo  acquiilera  per   il  moto 
della  induilria  -,  che  fe  1'  acquiilera  tran- 
quillamente  ,     o  per    miniere    abbon- 
daiiti  ,    o  per  opinione  che  sforzi  le  al- 
tre  nazioni  a  tributarle  la   merce  uni- 
verfale  ,  quella ,  in  vece  di  animare   1'  in- 
duftria  ,    addormentera    gli    uomini    in 
un   profondo  letargo .   La  ricchezza  en- 
trando  nello  flato  per  queila  ftrada  ,  ca- 
dera  nelle  mani  di  pochi ,  e   quefti  po- 
chi ,  rigurgitanti  di  denaro  ii  abbando- 
neranno   a   un  ecceffivo  lufTo  ,  e  difde- 
gnando  le  produzioni  nazionali  imper- 
fette    e  grofTolane  ,    attefa    1'  univerfale 
poverta,    fi   getteranno    a  confumare  e 
dillipare  in  manifatture  e  prodotti  efteri 
la  loro  ricchezza  .  Quefta  fatale  ricchez- 
za fara   per  quel  popolo   un  lampo  che 
dall'alto  balenera  ful  capo    della  mold- 
tudine ,  e  la  rendera    fempre  piii  ran- 
nicchiata  ed  avvilita  :  la  merce  univerfale 
pafTeraalle  nazioni  eftere   attive  ,  fenza 
che  le  mani  del  popolo   la  tocchino  ,  e 
r  unica  piccioUiHrna  parte  che  potra  a- 

F 


82 

verne  la  nazionc  fara  ne'  falarj  ,  che 
riceveranno  alcani  Cittadini  inerti .  La 
pompa  d'  alcuni  pochi  contraftando  coUa 
univerfale  miferia  fara  lo  fpettacolo  che 
oijjira  dovunque  il  denaro  accrefciuto 
fenza  una  nazionale  induftria. 

E'  vero  che  confiderando  immobili  le 
due  quantita  merce  univerfale,  e  merci 
particolari,  quanto  pin  s'accrefce  la  quan^ 
tita  da  una    parte  ,  tanto   piu  deve  di 
quella  cederfene   in  cambio  dell'  altra ; 
cioe  ,   quanto   piii    accrefce  la  quantita 
del  denaro,  tanto  piii   dovre^be  diven- 
tar  cara  ogni  cofa  ,  fe  le   cofe  vendibili 
c  il  denaro  rcilaffero  immobili .  L'  averne 
dimenticato  il  moto  fu  cagione ,  che  ta- 
luno   fcrittorc ,  altronde  efatto  penfato- 
re ,  abbia  equivocato  .   Qaanto  piii  ven- 
dite   fa   il  venditore ,    tanto   fi  conten- 
ta   di  profittare  meno  per  ogni  vendita , 
c   quanto  piii  denaro  circola  in  uno  fta- 
to  ,  tanto    s'  accrcfcono  in   confeguenza 
le  vendite  .  Da  cio  ne  deriva  che  il  prez- 
zo  delle  merci  particolari  col  denaro  ac- 
quiflato  per  il  moto  delia  riproduzione 


.  «3  . 

annua  non   s'  innal7era,  ma  anzi  fi  ri- 

durra  al  mmimo  grado  polTibile  .  Re^ 
gola  generale  :  dovunque  e  in  fiore  it 
com  nercio ,  ivi  Ion  minimi  i  vantaggi 
del  comnerciante  ,  prefa  ogni  merce  le- 
paratameiue  ;  e  dovunque  torpifce  V  in- 
duftna  grandijli  fono  i  guadagni  del 
commerciante  . 

La  perfezione  delle  macchine  e  degli 

iftrumrnti  e  ridotta  prelib  una  nazione 

arricchita  coll'  induftria  a  un  fegno  tale  > 

che    r  operajo  travagliera  in  un  giorno 

quella   manifattura  ,  che    in   uno  ftato 

meno  indullriofo  H  farebbe  in  piu  giorni ; 

e  quefte  f^no  ie  riforfe  che  ha  un  paefe 

arricchito   coll'  induflria  ;     riforfe    delle 

quali  manca   uno   ftato  fpontaneamentc 

arricchito   dalla  terra  ,  non    coll'  accre-^ 

fcimento  dell' annua  riproduzione,  frut- 

to  deir  induftria  ,     ma   col   fital   dono 

della  merce  univerfale  ;    perche  il  primo 

avra  crefciuto  il    numero    de'  venditor! 

col   crefcere   la   ricchezza  ;     il    fecondo 

avra   crefciuto    il   numero   de'  compra- 

tori ,  i  quali  avranno  avuto  ricorfo    ai 

F  2 


84 
venditori  efteri  ,   come  fi  e  detto  ,  in- 
cautamente  trafcurando   i    nazionali   le 
ricchezze  fifiche   a   fronte  di   quelle  che 
fono  ricchezze  di   convenzione  . 

Si  ofTervi  che  la  ricchezza  d'  una  na- 
zione  non    fi  mifura  tanto   per  Taflb- 
luta  quantita  de'  beni  che  pofTede ,  (juan- 
to  per  la  proporzione  che  pafTa  fra  di 
efTa  e  le  nazioni   che    1'  attorniano ,    e 
commerciano  con  lei.    La  ricchezza  ac- 
quiftata  adunque  colle  miniere  fara   la 
meta  meno  effetto   nella  ricchezza  na- 
zionale  di  quello  che  farebbe  una  egual 
fomma  venuta  per  il  Commercio ,  elien- 
do  che  queft'  ultima  farebbe  una  quan- 
tita accrefciuta  alia  nazione ,  e  diminui- 
ta  ad   un   altro  ftato  ,  lo    che   importa 
doppia  quantita  nella   proporzione  fra 
gli  due  Itati . 


8s 
§.  XIV. 

DegF  Interfffi  del  De}iaro. 

IL  denaro  dunque  eflendo  abbondan- 
te ,  e  univerfalmente  difFufo  in  uno 
ftato  arricchito  per  il  fermento  dell' in- 
duflria  ne  accadera  chc  mold  cerche* 
ranno  o  ad  accomodarlo ,  ovvcro  a  con- 
vertirlo  in  un  fondo  ftabilmente  frutti- 
fero  'y  poiche  la  cuflodia  del  denaro  e 
fempre  un  pefo  che  pochiflimi  fofFrono 
tranquillamente  per  il  timore  di  per- 
derlo  .  Si  bonifichera  adunque  1*  agricol- 
tura ,  fi  accrefceranno  le  manifatture  , 
Ic  ofFerte  del  denaro  fi  moltiplicheran- 
no  ,  e  le  ricerche  diminuiranno  a  mi-* 
fura  che  un  paefe  piii  ne  ha  in  circo- 
lazione  .  L'  interefTc  dunque  del  denaro 
ivi  fi  ribafTera ;  poiche  1'  interejfe  e  fem- 
pre in  ragione  diretta  dalle  ricerche  ,  e 
inverfa  dalle  offerte ,  eflendo  le  ricerche 
al  denaro  queilo  che  i  cotnpratori  allc 
altre  merci  come  le  offerte  queilo  che  i 
venditori  ^  e  X  inter efje  eflendo  queilo  che 


S6         _ 

nelle  mcrci  e  il  prezzo .  L'  abbondan- 
za  adunque  univerraie  del  deriaio  porta 
con  fe  per  necedana  conieguenza  il  ri- 
balTo  degl'  intcreiTi ,  e  i  molti  poliijflc)ri 
del  denaro  non  trovando  piu  la  Itcira 
rendita  col  darlo  a  mutuo  fi  rivolge- 
ranno  a  fare  acquifto  di  fondi  ftabili , 
ovvero  lo  impiegheranno  nelle  manifat- 
ture .  Prima  confeguenza  adunque  che 
nafce  dal  ribaffarfi  gl'  interelli  del  de- 
naro fi  e  di  veder  accrefciuto  il  prezzo 
de'  fondi  di  terra ,  e  di  veder  data  una 
nuova  fpinta  alle  manifatture .  Dico 
creiciuto  il  prezzo  dei  fondi  di  terra, 
perche  faranno  accrefciuti  i  comprato- 
ri ,  e  non  fara  accrefciuto  il  numero  de' 
venditori .  La  fpinta  data  alle  manifat- 
ture tendera  ad  accrefcere  il  numero  de' 
venditori ,  e  a  favorire  cosi  1'  abbondanza 
pubblica . 

Sembra  che  il  magglor  prezzo  a  cui 
fi  comperano  le  terre  dovrebbe  far  ac- 
crefcere il  prezzo  de'  prodotti  delle  ter- 
re medefime  ,  fe  cont.  mporancamente  o 
diminuifiero  i  venditori  di  elTi  prodotti. 


8/ 

o  fe  ne  accrefcefTero  i  compratori ;  nia 
ne  r  uno  ne  1'  altro  accadeiebbe  ;  anzi 
accrefciutofi  il  numero  dei  compratori 
delle  terre  ,  elle  verranno  divife  Ibpra 
un  maggior  numero  di  proprietarj  ,  ed 
ecco  accrcfciuto  il  numero  de'  venditor! 
delle  dcrrate  . 

Seconda  confeguenza  di  aver  abbafTa- 
ti  gl'  intereffi  del  denaro  fi  e  la  bonifi- 
cazione  che  faffi  alle  terre  della  nazio- 
ne,  ftendendofi  la  coltura  fopra  delle  pia- 
nure  che  prima  erano  trafcurate ,  ac- 
crefcendofi  le  piantazioni  utili ,  riceven- 
done  nuova  vita  tutte  le  arti ,  coUe  quali 
s'  ottiene  dal  fuolo  la  maggiorc  annua 
riproduzione  ,  al  che  conduce  il  non 
trovare  nei  mutui  1'  interefie  piii  alto; 
ed  ecco  come  V  abbondanza  medefima 
della  merce  univerfaie  ,  pofla  che  fia  in 
circolazione  ,  e  fcarfamente  ricompenfata 
negli  oziofi  depoliti  dei  banchi  ,  pro- 
duca  un  efFetto  oppoflo  a  quello  che  a 
primo  afpetto  fembra  dover  produr- 
re ,  cioe  ,  in  vece  di  al/are  i  prezzi  delle 
cofe ,  tende  a  riballkrli ,  e  a  condurre  all* 

F4 


88 

abbondanza  pubblica  ,  e  alia  mafTima  ri* 
procluzione  annua  .  Tali  fono  gli  eifet- 
ti  ch'  ella  produce  quando  fia  entrata  in 
una  nazione  in  conleguenza  dell'  indu- 
flria  univerfale. 

La  terza  confcguenza  che  nafce  dai 
piccoli  intereffi  del  denaro  fi  e  la  faci- 
lita  di  fare  delle  piu  grandi  intraprefe 
fia  nel  Commercio  ,  fia  nella  agricoltu- 
ra  ,  efiendo  che  con  maggiore  facilita 
ritroverafli  o  dal  terriere ,  o  dal  mano- 
fatturiere  il  denaro  ad  impreftito  per 
azioni  piu  ardite ,  per  modo  che  dall' 
utile  di  efle  comodamente  potra  fcon- 
tare  1'  annuo  frutto  corrifpondente  al 
debito  ,  donde  ne  deriva  fempre  mag- 
giore aumento ,  e  sfogo  all'  eccedentc 
annua  riproduzione  .  Palucli  afciugate, 
e  ridotte  ad  eflere  campagne  ridenti : 
Fiumi  contenuti  negli  alvei ;  Torrenti 
inviati  per  mezzi  innocui  all'  agricol- 
tura;  canali  navigabili  fcavati  per  ac- 
crefcere  la  facilita  de'  trafporti  ,  audaci 
navigazioni  ,  e  tentativi  d'ogni  forta  fi 
vedranno  in  quelle  nazioni ,  fralle  quali 


89 

c  abbondante  il  denaro  circolante  -,  e  ne 
fono  piccoli   gl'  interefli. 

Si  e  veduto  difopra  come  per  pro- 
curare  Tabbondanza  pubblica ,  e  la  mag- 
giore  annua  riproduzione  conviene  dei 
due  partiti  che  vi  fono  accrefcere  i  veti" 
ditori  ,  e  fcemare  i  compratori ,  fcegliere 
il  primo  ,  e  dimenticare  il  fecondo  j  c 
tale  elFer  la  teoria  per  bene  e  coftante-- 
mente  dar  norma  alle  merci  partico- 
lari .  Ma  nella  merce  univerfale  bifo- 
gna  fare  precifamente  il  contrario  ,  e  le 
leggi  vi  porteranno  un  ordine  falutare  , 
piombando  fu  chi  deve  ricevere  il  dena- 
ro ,  piuttoilo  che  fu  chi  deve  darlo  ad 
impreftito  .  Non  pretendo  io  con  cio  di 
dire  che  convenga  giammai  di  fare  al- 
cuna  legge  vincolante  o  taflativa ,  per 
cui  r  intereUe  del  denaro  venga  fifTato 
ad  un  livello.  Queft'  interefl'e  ,  come  fi  c 
detto  ,  e  in  ragione  diretta  de'  ricercanti , 
e  inverfa  degli  cfFerenti ,  ficcome  il  prez- 
zo  lo  e  del  numero  de'  compratori  divifo 
per  quello  de'  venditori  .  Si  1'  uno  che 
I'altro  fono  un  elfetto   fifico,  il  quale 


9°  ... 

non  i)uo  mai  efler  difcorde  ,  ne  fpropor- 

zionato  alle  cagioni  che  lo   producono  . 
Per  le  ragioni  adunque  dette    difopra, 
per  le  quaii  non  poilbno  innocuamente 
i  magiftrati  ■  comandare  il  prezzo  dellc 
merci  particolari  ,  nemmeno   potrebbc- 
ro  comandare  il   limite  dell'  interefle  del 
dertaro  fenza  cfporrc  la  legge  ad   effere 
delufa ,  come  fempre  lo  fara  qualunque 
legge  che  abbia  luttanti  contro  di  fe  gl* 
intercili  di  molta  parte  di  Cittadini ,  1'  a- 
zione  de*  quali  ,  benche  minima  ,  prefa 
ne'  llioi  dementi  ,  produce   pero  fempre 
ficuramente  I'effetto  quando  molti  e  mol- 
ti  piccoli  elementi  confpirano  a  un  dato 
fine  .  ElFendo  che ,  per   poco  che  c'  in- 
terniamo  nell'  efame ,  fi  Icuopre  quefta 
verita  ,  che  tutto  in  una  nazione  real- 
mente  fi  decide  dalla  pluralita  dei  fuf- 
fragj  ,  qualunque  fia  la  coftitu zione  fot- 
to  di  cui  vive ;  con  quefta  fola  diverfita 
che  nella  Democrazia  fono  palefi ,  e  ne- 
gli  altri  govern!  fono  piu  lenti ,  taciti , 
e  occulti  ,    ma  non  percio  fono  meno 
attivi  in  effetto  per  decidere  di  ogni  fta- 
bile  fiilema. 


91 
§.  XV. 

Mezzi  per  fare  che  gV  IntereJJi  del 
denaro  fi  ribajjino. 

COme  adunque  potra  un  governo  ri«* 
baflare  gl'  interelTi  del  denaro  ope- 
rando  fu  chi  deve  riceverlo  ?  In  ogni  na- 
aione  vi  fono  deidebiti  pubblici,  vi  fono 
dei  banchi ,  dai  qiiali  colore  che  prefla- 
rono  il  denaro  alio  ilato  ricevono  i'  an- 
nuo frutto.  L'efperienza  ha  fatto  vedere 
quanto  provida  fia  1'  operazionc  di  ribaf- 
farc  grintereffi  di  quefLi  banchi,  non  folo 
per  alleggerire  i  pefi  del  pubblico  erario  , 
ma  altresi  per  livellare  a  un  piia  bafTa 
prezzo  indirettamente  tutti  gl'  imprefliti 
della  nazione. 

E'  inutile  ch'  io  qui  foggiunga  quello 
che  la  giuflizia  la  piii  evidente  fugge- 
rifce  alia  mente  di  ciafcuno ,  cioe  ,  do- 
vere  lo  ftato  avere  in  pronto  una  fom- 
ma  per  ofFerire  contemporaneamente  ai 
creditori  il  rimborfo  del  lor  capitale  , 
quando  non  fi   contentino  del  piu  baf- 


92 

fo  interefle  ,   il  quale  giaftamcntc  devefi 

ottenere  da  una  fpontanea  adefione  del 
creditore .  Guai  fe  una  momentanca  u- 
tilita  prevalga  fopra  i  veri  intereffi  dello 
ftato  !  Guai  fe  la  fede  pubblica  s'ofcuri ! 
L'  interefle  dello  flato  diventera  diver- 
gente  dall'  interefle  di  ogni  private  .  La 
fola  fimulazione  cuoprira  1'  indifferenza 
con  cui  ogni  uomo  rimirera  1'  unione , 
di  cui  e  parte  -,  i  principj  morali  fi  an- 
nienterebbero ,  la  nazione  caderebbe  nel- 
la  corruzione ,  fl:ato  peggiore  aflai  dell* 
originaria  vita  lelvaggia  ,  tutto  andrebbc 
depercndo  ,  e  alia  prima  urgenza  ,  in  cui 
la  pubblica  ficurezza  efigefl^e  il  foccor- 
fo ,  fi  cercherebbe  inutilmente  .  Ne'  fe- 
coli  paflati  fe  ne  videro  gli  efempj  in 
molti  luoghi  d'  Europa  ,  ed  alle  mife- 
rie  d'  allora  flam  debitori  d'efl^erfi  illu- 
minata  general  men  te  la  politicadegli  fl:a- 
ti ,  ed  efl^erfi  univerfalmente  riconofciuto 
che  /a  confiden%a  ,  e  la  ficurezza  nel  pub" 
blico  erario  fono  il  Fatrimonio  piu  rkco  ed 
i?ieJ'auJio  di  ogni  Sovrafio. 


93 

Ridotto  che  fiafi  dai  banchi  pubblici 

r  interefle  del  denaro  a  un  piu  baflb  li- 
vello  ,  fe  i  creditori  di  quefti  banchi  for- 
mano  una  parte  lenfibile  degli  impre- 
flanti  che  ritrovanfi  nella  nazione ,  ne 
accadera  che  quel  che  ricercano  a  mu- 
tuo  la  mercc  univerfale  ,  coll'  efempio 
del  banchi  pubblici  non  offnranno  piu 
r  interefle  di  prima  ,  e  quei  che  cercano 
di  accomodarla  non  avendo  piii  da  fpe- 
rare  dai  banchi  il  pafl^ato  interefsc ,  li 
contenteranno  di  ribafsare .  Se  poi  i 
creditori  dei  banchi  pubblici  avranno  ri- 
cevuto  il  lor  capitale  piuttoflo  che  aflbg- 
gettarfi  al  ribalFo  degli  interefli  fara  cre- 
fciuto  il  numero  degli  ofi:'erenti ,  e  in 
confeguenza  tanto  piu  ne  fara  ribaflTa- 
to  rinterelTe. 

Un  altro  mezzo  hanno  i  governi  per 
diminuire  gl'  interefli  del  denaro  .  Per 
conofcerlo  bafta  il  riflettere  che  due  fo- 
no  i  principj  per  i  quali  1'  offerente  c- 
flge  r  interefle .  II  primo  e  per  eflxrre 
riiarcito  dell'  utile  ,  che  ne  ricavereb- 
be  impiegandolo  nell'  agricoltura ,  o  ncl 


94       .       . 

Commercio :   il  fccondo  per  ricompeii- 

farfi  di  quel  grado  di  rifchio  ,  che  puo 
correre  di  perdere  il  fuo  capitale  in  una 
nazione  dove  1'  induftria  liberamentc  fi 
maova  in  ogni  fua  parte  .  Si  e  gia  ve- 
duto  >  come  i  frutti  del  Commercio  c 
deir  agricoltura  debbon  elTer  ridottl  a  un 
baiTo  livelfo  ;  confeguenza  di  cio  ne  vic- 
ne  ,  chc  quanto  piii  fi  promovera ,  e  li 
lafcera  agire  nel  cuore  degli  uommi  la 
Iperanza  di  migliorare  la  forte  ;  quan- 
to piii  s*  interporranno  quei  mezzi  che 
fcatenano  il  principio  vitale  e  attivo 
deir  induftria  ad  accrefcer  1'  annua  ri- 
produzione ,  tanto  diverra  minore  na- 
turalmente  quella  porzione  d'  interefle  ,' 
che  viene  dai  trattatifti  chiamata  /ucro 
ceU'ante .  Sta  poi  in  mano  del  legillato- 
re  il  diminuire  il  rifchio  che  i  forenfi 
chiamano  danno  emergente-y  s'otterra  quc- 
fto  fine  con  ottime  leggi  ,  con  brevi  e 
fempJici  forme  gudiciarie  ,  coll'  ottima 
fcelta  d'  incorrotti  magiflrati ,  coficchc 
ognun  polla  facilmente,  e  foUecitamente 
far  valere  il  proprio  diritto ;  e  la  forza 


95 

pubblica  fempre    protita   ad   avventarfi 

contro  r  ufui'patore  e  il  mancator  di 
fede ,  renda  flabile  e  foda  la  ficurezza 
de'  contratti. 

Tanto  e  cio  vero  che  io  ardifco  dire 
che  neiiun  paefe ,  dove  1'  induftria  fia 
animata  ,  e  dove  la  buona  fede  fia  ri- 
fpettata ,  avra  intereffi  alti  del  denaro  ; 
ed  air  incontro  dovunque  fia  alto  in- 
terefle  del  denaro  fara  langaida  I'annua 
riproduzione  ,  e  aflai  dubbia  la  fede 
dei  contratti  .  Dall'  intcrefle  del  dena- 
ro fi  puo  calcolare  la  reciproca  felicita 
degli  ftati. 

Gl'  interefli  del  denaro  fi  poflbno  pa- 
ragonare  fra  nazione  e  nazione,  e  fra 
fecolo  e  fecolo  ,  per  calcolare  la  felicita 
d'  una  focieta  che  pretenda  alio  ftato  di 
coltura ;  ma  il  vaiore  di  nefTuna  mcr- 
ce  ne  univerfale  ne  particolare  potra 
mai  paragonarfi  fra  nazione  e  nazio- 
ne ,  ie  fra  di  efle  non  abbiano  una  co- 
municazione  o  immediata ,  ovvcro  coix 
una  terza  nazione  ;  eflendo  che  il  'valore 
puo  effere  baifo  tanto  per  mancanza  di 


g6 

compratorl  i  quanto  per  abbondanza  <li 
venditoH,  tanto  ^tv  fcarfezza  del  denaro  , 
quanto    par    la  rapidita    colla    quale    i 
contratti  fi  fuccedono  ,  ne  vi  pub  ellere 
mifura    fra  due    quantita    diftanti ,   c 
ifolate .    Lo   fteflb    dico    di   chi   voglia 
paragonare  i   valori  d'un   fecolo  all'  al- 
tro  :  calcolo  nel  quale  fi  potra  bensi  rin- 
venire  quante  once  di  metallo  fi  ccdef- 
fero  in  cambio  d'  una   data  merce  ,  non 
iTiai   il  vero  valor e   di  eila ,   fe  per  no- 
me  di   valore   s'  intenda  il  grado  di  fti-i 
ma  ch'  ella  aveva  nella  comune  opinio- 
r.e  ,  eflendofi  variata  coll'  andar  dei  tem- 
pi   la  ftima  dei  metalli  preziofi  a  mi- 
fura che  lo  divennero  meno  colle  ine- 
faufle  miniere  ,  che  van  no  moltiplicando 
in  Europa  la   merce  univerfale  .  Per  fa- 
re  efattamente  il  calcolo  del   'ualore  fra 
due  focieta  incomunicanti  o  per  diftan- 
2a  di  luogo  ,   o  di  tempo ,   converreb- 
be  avere  il  numero  de'  compratori ,  e  dei 
lienditori  delle  due  nazioni ,  e  delle  due 
epoche  che   fi  vogliono  confrontare  . 

§.  XVI. 


97 
§.  XVI. 

T^ci  Banchi  piibblici  , 

SI  e  veduto  quai  buoni  efFetti  pofso*- 
no  produrre  i  Banchi  pubblici  per  ab- 
baiFare  gV  intereiTi  del  denaro .  L'  in^ 
venzione  dei  banchi  come  quella  delle 
lettere  di  cambio  appartengano  a  quefti 
ultimi  fecoU  :  Colle  cedole  fi  e  intro- 
dotta  una  rapprefentazione  della  mercc 
univerfale  fommamente  comoda  al  tra- 
Iporto ,  la  quale  per  tutta  la  sfera ,  a 
cui  fi  eftende  il  credito  deve  accrefcere 
fommamente  la  circolazione ,  e  il  ra- 
pido  giro  dei  contratti .  Sin  tanto  che 
gli  uomini  fi  credono  egualmcnte  ricchi 
con  una  cedola  di  banco,  o  con  una 
lettera  di  cambio  di  quel  che  li  credo- 
no  ricchi  pofscdendo  la  merce  univer- 
fale ,  nella  contrattazione  fi  riceveran- 
no  piu  volentieri  quefti  pezzi  di  car- 
ta ,  e  quefte  promefse  del  denaro  ,  an- 
zi  che  il  denaro  medefimo  ;  perche  fom- 
mamente ne  fono   facili   la   cuftodia,  e 

G 


.  9» 

il  trafporto  .  Slmili  invenzionl   faranno 
di  utilita  a  quelli  flati ,  ne'  quali  la  cu- 
flodia   della   fedc   pubblica  e    confidata 
a  un  gran  numero  di  uomini  che  ban- 
no   interefle    a   foftenerla  ,    e   che   mu- 
niti  della  opinione  pubblica   fi   trovano 
talmente  forti  da  non  aver  mai  di  che 
temere  .   Ma  dovunque  fi  pofla  col  mu- 
tare  di  qualche  circoftanza  cambiare  il 
grado   della    fiducia   pubblica    verfo   di 
quefte  rapprefentazioni  della  merce  uni- 
verfale  ,  ivi   faranno  in  pericolo  di   ri- 
voluzione  le  opinioni ,  e  le  fortune  pri- 
vate ,  ne  mai  quelle  inftituzioni  potran- 
210   ampliarli  al  di  la  di   un    certo   li- 
mite  fenza  pericolo . 

I  Banchi  fanno  1'  effetto  di  raddop- 
piare  quella  maiTa  di  merce  univerfale 
che  ricevono  ,  poiche  refla  nello  flato  e 
la  merce  univerfale  e  la  di  lei  rappre- 
fentazione  .  Pare  che  adunque  dovrebbc- 
ro  far  accrefcere  i  prezzi  delle  merci  par- 
ticolari  j  ma  la  rapida  circolazione  che 
introducono  diftribuendo  il  guadagno 
fopra  un  maggior  numero  di   conti-atti 


puo  non  folamente  impcdire  V  mnalza- 
mento  del  prezzo,  ma  anche  ribaflarlo 
colla  moltiplicazione  fempre  maggiore 
de'  venditori ,  e  cosi  accrefcendofi  le  com- 
pre  ,  e  le  vendite^  e  le  confumazioni 
interne  fi  puo  accrefcere  in  maggior  pro- 
porzione  1'  annua  riproduzione  . 

Se  gl'  interefTi  de'  Banchi  pubblici  fof- 
fero  alti ,  quelli  farebbero  il  fammo  ma- 
le d'  invitare  i  Cittadini  a  depofitare  fu 
i  Banchi  il  lora  capitale  ,  e  abbando- 
nare  ogni  induftria  .  II  pericolo  della 
mala  fede  produrrebbe  un  buon  effetto 
in  quel  calo ,  e  a  quefto  timor  folo 
farebbero  debitrici  1'  agricoltura  e  Ic  arti 
di  non  efiere  afFatto  derelitte .  Gli  ftati 
talvolta ,  ailorche  fono  giunti  alia  cor- 
ruzione  ,  ricevono  un  bene  da  quei  prin- 
cipj  medefnni  che  g!i  hanno  corrotti , 
e  la  moltiplicita  dei  cattivi  principj  pro- 
duce per  avventura  1'  effetto  che  due 
principj  diftruttori  e  oppofti  fi  elido- 
no  fcambievolmente  .  Tale  farebbe  ap- 
punto  quefto  ,  quando  la  dilapidazione 
uiatafi  del   pubbiico  Erario    aveffe  alie- 

G2 


100 

nata  la  fiducia  del  popolo,  fi   dovreb- 
bero  offrirc   intercfii  altiflimi  per    avere 
gV  impreftiti  ,  il  che   rovinerebbe  1'  in- 
dufliia  fe   avefTe   efFetto ;    ma    la   mala 
fede  medefima  della  amminiftra  ^ione,  al- 
tro  vizio  pubblico ,  vi  fi   opporrcbbe  ,  c 
r  efFetto  farebbe  o  nullo ,  o  deboliffimo  . 
Gli   ftati  piu   vafti ,   che   hanno    un 
eftero  commercio   colle  piu  rimote  na- 
zioni  ,  ricevono  piu  bene  che   male  dai 
debiti  pubblici  fmtanto  che  T  opinione 
del  popolo  non  giunga  a  diffidare ;  ma 
gli  ftati  piu  riftretti  e    fubalterni  poco 
bene  rifentono  dai  Banchi  pubblici ,  e 
quel  poco  comodo  viene  largamente  con- 
trappeiato  dalF  annua  perdita  che  fa  1'  e- 
rario  per  il  pefo   degl'  interelFi ;  laonde 
nel  primo  cafo  conviene  rivolger  le  mi- 
re a  perpetuare  il    dcbito  nazionale  ,   e 
nel   fecondo    a  faldarlo  coi   mezzi  piia 
innocui  che  fi  puo  . 


lOI 

§.  XVII. 

Delia  Circolazione  . 

LE  rifleffioni  che  abbiamo  fatte  fin* 
ora  c'  inducono  a  quefta  confe  - 
guenza  ,  che  1'  accrefcimento  della  mer- 
ce  univerfale,  e  della  rapprefentazione 
di  lei  e  fempre  un  bene  per  lo  ftato  , 
quando  proporzionatamente  s'  accrefca 
la  circolazione  -,  poiche  s  accrefcono  i 
venditori  a  mifura  che  fi  accrefcono  i 
compratori ,  il  che  ricade  a  moltipl  care 
r  annua  riproduzione  .  Per  avere  un'idea 
ancora  piu  precifa  di  quefta  vcrita  con- 
vien  riflettere  che  ogni  venditore  doven-'" 
do  ritrarre  una  determinata  fomma  dalle 
fue  vendite  giornaliere ,  quanto  maggior 
numero  di  vendite  fara  ,  tanto  fopra  cia- 
fcuna  vendita  particolare  cadera  minor 
Ibmma  di  guadagno  nel  venditore ;  per 
lo  che  accrelcendofi  generalmente  la  cir- 
colazione anche  fulle  merci  che  ogni 
venditore  deve  confumare  ,  fi  dovra  com- 
penfare  minor  utile  a  chi  le  vendiede, 

G3 


I02 

c  cosi  di  mano  in  mano  i  falarj  degli 
artigiani,  il  prez/o  delle  manifatture, 
gii  utili  del  Commercio  anderanno  fem- 
pre  abbafTandofi  ,  fi  moltiplicheranno 
iempre  i  venditor!  ,  quanto  piu  la  cir- 
colazione  crefcera ,  ed  ecco  come  1'  ac- 
crefcimento  del  denaio  che  per  fe  me- 
defimo  dovrebbe  far  incarire  tutte  le 
merci ,  quando  entri  in  una  nazione  in 
confeguenza  della  univerlale  attivita  pro- 
duca  un  efFetto  contrario ,  cioe  di  ribaf- 
fare  i  prezzi  ,  e  la  rapprefentazione  del 
denaro  iftelTamente ;  e  cio  per  le  gia 
dette  ragioni ,  perche  tanto  crefce  il  mo- 
to  interne ,  e  il  numero  de'  contra tti 
inceflanti  ,  che  fi  dirada  e  fcorre  la 
merce  univerfale ,  fenza  che  il  livello  li 
rialzi ;  in  quella  guifa  per  cui  un  fiu- 
me  incidendo  in  un  altro  fiume,  di  tanto 
accelera  il  moto  dclle  acque  inferioii 
col  premerle  ,  e  coU'  impeto  concepito  , 
che  fi  vede  ribafTarfi  il  livello  dellc  acque 
in  quel  tnomento  appunto ,  in  cui  fem- 
brava  che  piu  doveiiero  rigurgitare . 


^^3 
.   Conofciuta  clic  fia  intlmamente  la  iia- 

tura  delia  circolazione  ,  efletto  deir  ac- 
erefciuta  malladel  denaro  acquiPcato  per 
r  induflria ,  li  conofcera  die  il  vedei  li 
accrefciuti  i  prezzi  de'  viveii  in  una  na-= 
zionc  ,  non  e  prova  che  ivi  s'  aumenit 
la  ricchezza  ,  anzi  pub  queflo  accadeie  , 
o  perche  fcemandofi  il  denaro  propor- 
zionatamente  fiafi  rallentata  la  circo- 
lazione ,  e  dividendofi  1'  utile  del  ven- 
ditore  fopra  un  minor  numero  de'  con- 
tratti  cialcuno  di  elTi  debba  aver  prezzo 
maggiore ,  ovvero  perche  diminuilcafi  il 
numero  de'  venditor! ,  o  perche  fi  vada 
fcemando  V  induflria ,  e  1'  annua  ripro- 
duzione  fi-  reflringa  .  In  fatti  noi  ve- 
diamo  ai  noflri  tempi  chc  non  fola- 
mente  per  tutta  1'  Italia  fi  afcoltano  Ic 
querele  ful  prezzo  ecceflivo  del  vitto,  ma 
per  la  Francia  ,  per  1'  Inghilterra  ,  e  ge- 
neralmente  per  tutta  1'  Europa  ,  dal  che 
fi  vede ,  che  fe  una  provincia  d'  Europa 
prova  quefto  ecceffivo  prezzo  non  pub  da 
cib  defumerfi ,  ch'  ella  vinca  fulle  altre  , 
nel  che  confifte  la  ricchezza  confiderata 

G4 


104 
come  un  elcmento  dclla  profperita  e  for- 
za  dello  flato .  Plio  dunque  crefcere  il 
pre/zo  per  una  abbondanza  univerfale 
del  denaro  accrefciuto  in  Europa ,  fenza 
che  pofla  dirfi  una  parte  di  efTa  arric- 
chita,  poiche  la  ricchezza  dipende  dal 
paragone  cogli  altri  fbati  ♦  ' 

Tutte  le  merci  che  fi  vendono  in  un 
giorno  vagliono  tutto  il  denaro  che  s  d 
I'pefo  in  quel  giorno  per  acquiftarle  -,  ma 
il  denaro  non  confuma  ,  e  le  merci  fi 
comprano  per  confumarle  .  Quefta  fola 
rifleilione  bafta  a  far  conofcere  che  tut- 
to  il  denaro  circolante  in  uno  ftato  e 
eguale  bensi  alia  giornaliera  confuma- 
zione ,  ma  non  e  eguale  ne  all'  an- 
nua confumazione  ,  nc  all'  annua  ri- 
produ zione  :  poiche  la  fteffa  moneta 
pallando  fucceflivamente  per  le  mani  di 
molti  Cittadini  in  un  anno  ,  tante  volte 
rapprefenta  il  proprio  valore  quanti  fo- 
no  i  contratti  e  i  pafiaggi  che  fece  da 
una  mano  all'  altra .  Quanto  dunque 
piij  rapidi ,  e  frequenti  fono  i  pafiaggi 
della  moneta  in  piu  mani,  di  tanto  deve 


dirfi  ,  che  le  merci  contrattabili  ecce- 
dono  la  merce  univerfale  circolante  ;  c 
ficcome  dove  fcarfeggia  la  merce  uni- 
verfale ,  ivi  gli  uomini  fono  neceflaria- 
mente  piu  parchi  ,.  prudenti ,  e  cauti^ 
generalmente  per  non  privarfene,  rinun- 
ziando  a  molti  comodi ,  e  piaceri  della 
vita ,  cosi  per  avere  una  rapida  circo- 
lazione  e  neceflkrio  che  vi  fia  abbon- 
danza  del  denaro  -,  dunque  crelbendo  la 
quantita  del  denaro,,  quando  ella  ven- 
ga  in  una  nazione  per  induftria  ,  V  an- 
nua riproduzione  delle  merci  particolari 
dovra  crefcere  fen>pre  in  maggior  ra- 
gione  .  I , 

'.'  Per  convincerfi  di  quefta  verita,  cioc 
clie  la  quantita  del  denaro  circolante 
nello  flato  e  di  gran  lunga  minore  del 
prezzo  totale ,  a  cui  fi  vendono  le  con- 
fumazioni  annuej  bafla  riflettere  quanti 
faranno  gli  uomini  che  al  primo  giprno 
deir  anno  pofledano  il  denaro  effettivo 
bailante  alle  fpefe  che  dovranno  fare 
nel  corfo  di.12.mef1.  Pochiffimi  cer- 
t^mente ,  forfe   uno  ^ppena  ogni  millc 


lo6 

abitanti,  e  queft*  uno  farebbe  un  cat- 

tivo  economo.    Quanti  nella  nazione  al 

primo  di  deH'anno  polTederanno  il  de- 

naro  appena  baftante  per  il  loro  vitto 

d'una  fettimana  ?  Tutti  i  coltivatori  della 

Terra ,  tutt'  i  iaiariati ,  tutt'  i  piccoli  ar- 

tigiani  ,  qaafi  tut  to  il  popolo  minuto  e 

della  citta  ,  e  della  campagna  .   Non  vi 

e  adunque  che  il  moto  e  il  giro  che  fa 

il  denaro  per  cui  pofla  fupplire  alia  con* 

trattazione  annua .  Accrelcendofi  la  maf- 

fa  del   denaro  diflribuita  fu  molti  ,  ere- 

fceranno ,  come  fi  e  detto ,  i  contratti , 

e  fempre   piia  s'  andera  moltiplicando  la 

quantita  delle  merci  particolari ,  quanto 

maggiore  moto  prendera  la  circolazione 

della  merce  univerfale  .   Se  fi  potra  co- 

nofcere  la  quantita  della  riproduzione  an^ 

nua  y  e  la   quantita  della  merce  unher^ 

fale  in  circolo ,  fi  fapra  la   quantita  del 

moto   della   circolazione  ^   e  a  vicenda  fe 

due  di  queili  elementi  faranno  conofciu- 

ti ,  fe  ne  conofcera  il  terzo. 

L*  ufo  delle  manifatture  d'  argento  ,  e 
d*  oro  i  il  denaro  ammalTato  ne'  fcrigni , 


c  fottratto  alia  circolazione  fon  dunquc 
un  bene ,  o  un  male  per  lo  ilato  ?  Ri- 
fpondo  che  fotto  a  un  provido  governo 
queflo  debb'  elTer  fempre  un  male ,  cC- 
fendo  che  nelle  urgenze  preffanti  dello 
{tato  non  e  permefib  coflringere  un  Cit- 
tadino  piu  che  1'  altro  a  concorrervi  fe 
non  full'  ellimo  cenfibile  apparente  di 
ciafcuno  generalmente  ,  e  cosi  fvanifcc 
tutta  r  utilita  che  potea  fperarfi  da  que- 
fti  tefori  ,  i  quali  fe  in  vece  circolaflero 
nella  nazione ,  fpingerebbero  la  ripro-j 
duzione  annua  a  maggiore  ampiezza  e 
diiaterebbero  il  vero  e  real  fondo  della 
ricchezza  e  forza  nazionale  .  Quanto  poi 
alle  manifatture  d'  oro  e  d'argento  ,  ii 
prowedera,  anzi  che  con  pericolofe  leggi 
fontuarie  e  vincolanti  ,  meglio  coU'  e- 
fempio ,  e  1'  efFetto  fara  indubitato ,  che 
nefTun  nobile  fpendera  in  queflo  lufTo 
quando  faranno  piu  femplici  i  magnati , 
c  quefti  lo  faranno  ficuramente  quanto 
piu  il  legiflatore  preferira  praticamente 
il  luflb  di  comodo  si  quello  di  oilen- 
tazione. 


oS 

§.  XVIII. 

Dei'  Met  alii  mdnetati., 

onviene    adunque  procurafc ,  non 
niai    pero- con  leggi  dirette ,  ma 
di  riverbero  ,   di  fare  in   rnodo   che   il 
denaro  vi' flaghi  meno   che   li  puo  ,   e 
iia  nel  piu  rapido  moto  per  accrefcere ' 
il  numero  de'  eontratti  -,  ma  per  nome" 
di  denaro,   oilia   di   merce   univerfale  ,' 
ognuno  intendera  ch'  io  parlo  dei  foli 
metalli  nobili   oro  ,  e  argehto  ,.  effendo 
che  la  moneta  di  rame  ,  o  I'argento  refo 
voluminofo  con  molta  lega  non  pofTono 
meritar  il  nome  di  merce  univerfale  .  Sara 
quefta  una  merce  indigena  e  particola- 
re  di  uno  ftato ,   la  quale  non  fi   tra- 
fmettera  mai  al  di  fuori  per  le  fpefe  del 
trafporto  che  porterebbe  .  Percio  fe  un 
paefe  facelle  le  fue  contrattazioni  a  mo- 
neta   di   rame   li  accoflerebbe  alio  fta- 
to  anteriore  all'  invenzione  della  merce 
univerfale  J    pochiilimi   farebbero  i  eon- 
tratti ,  limitati  quafi  al  puro  necefTario , 


109 
e  farebbero  piu  cambi  di  cofa  con  cofa , 
che  di  cofa  con  denaro  per  1'  incomodo 
della  cuftodia ,  e  del  voluminofo  e  pefante 
trafporto.  La  riprodazione  annua  fareb- 
be  limitatilTima ,  languidillima  la  circo- 
lazione ,  la  popolazione  farebbe  poca  ,  e 
r  induftria  fconolciuta .  Potrebbero  ufci- 
re  delle  armate  conquiftratrici  da  quegli 
uomini  dilprezzatori  della  vita  ,  perche 
poco  ne  conofcono  i  piaceri  ,  ma  non 
potrebbe  elFer  una  nazione  florida  fmche 
durafle  in  quello  ftato  ,  e  le  converreb- 
be,  o  ritornare  alia  vita  felvaggia,  ifolan- 
dofi ,  e  perdendo  1'  idea  dei  bifogni  delle 
nazioni  coke ,  ovvero  cenverrebbe  to- 
gliere  induftriofamente  gl'  inciampi  ,  e 
lafciare  fchiudere  negli  uomini  quel  fer- 
mento  di  fperanza  ,  e  di  bifogno ,  da 
cui  nafce  1'  induftria  animatrice  della 
focieta. 

Per  quefto  principio  appunto  1'  oro 
fara  una  moneta  che  accrefcera  la  cir-/ 
colazione  piii  che  1'  argento ,  e  le  cedo- 
le  di  banco  accompagnate  dalla  opinio-- 
ne  1'  accrefceranno  ancora,  piii  che  1'  oro .: 


no 
Fra  i  metalli  adunque  e  da  defiderarfi 
per  uno  flato  piu  la  moneta  d'oro  che 
quella  d*  argento ,  e  quella  d'  argento 
pill  che  quella  di  rame  ,  preferendo  fem- 
pre  il  minor  volume  ,  e  il  valor  mag- 
giore. 

Molte  nazioni  europee  ufano  di  avere 
qualche  parte  di  moneta  in  rame ,  la 
quale  ferve  per  il  piii  minuto  Commer- 
cio  de'  Cittadini  .  Se  la  legge  monetaria 
taflera  il  valor  delle  monete  con  giufto 
calcolo  in  quella  proporzione  medefima 
con  cui  ogni  pezzo  indipendentemente 
dair  impronto  verrebbe  ftimato  nella 
pubblica  contrattazione ,  non  avra  da 
temere  ne  il  trafporto  del  denaro  fuori 
dello  ftato  ,  ne  1'  introduzione  del  dena- 
ro eftero ,  perche  neflun  negoziante  fl 
addoflera  mai  le  fpefe  del  trafporto  fen- 
za  neceflita ,  e  fenza  utile  .  Se  per  necef- 
iita  di  faldo  di  un  debito  ;  la  legge  che  lo 
proibifce  comanderebbe  una  mancanza 
di  fede  in  difcredito  della  nazione :  fe  per 
utilita ;  cio  non  potrebbe  eilere  che  un 
accrefcimento  di  denaro  nello  ftato  a  fpe- 


Ill 

fe  d'  una  nazione  meno  accorta  che  a- 
velTe  arbitrariamente  voluto  tallare  i  me- 
talli. 

Per  ifchiarire  fempre  piu  quefti  prin- 
cipj  bifogna  riflettere  che  liccome  piu 
volte  fi  e  detto ,  in  ogni  itato  fi  devc 
confiderare  1*  annua  confumazionet  e  la  r/- 
produzione  annua  .  Se  1'  eccedente  dellc 
annue  noftre  produzioni  non  fia  eguale 
al  valore  delle  merci ,  e  generi  che  ri-* 
ceviamo  dal  di  fuori,  converra  necef- 
fariamente  che  efca  della  merce  univer- 
fale  per  faldar  le  partite  coUe  altre  na- 
zioni,  e  la  proibizione  all'  ulcita  del  dc- 
naro  farebbe  un  voler  togliere  1'  effetto 
lafciando  fulliftere  la  cagione. 

In  uno  ftato  poi  dove  un  oncia  d'ar- 
gento  puro  abbia  fempre  il  medefimo 
valore  che  un'  altr'  oncia  d'  argento  pu- 
ro qualunque  fia  1'  impronto ,  e  la  de- 
nominazionc  dei  pezzi  che  la  compon- 
gono  ,  e  qualunque  fia  il  volume  di  ef- 
fi  cagionato  dalla  vile  materia  a  cui  fta 
frammifchiata  ;  dove  lo  fteflb  pofTa  dir- 
ii  e  neir  argento ,  e  nell'  ore  ,  e  nel  ra- 


112 

me  monetati ;  dove  la  proporzionc  fra 
tin  metallo  e  I'  altro  fia  la  medefima  dei 
prezzi  comuni  dei  metalli ,  in  quella  na- 
zione ,  dico ,  non  ufcira  mai  un  oncia 
d'  oro ,  o  d'argento  fe  non  per  lientrarvi 
un  valore  eguale  o  in  merce  univerfa- 
le ,  o  in  particolarc  ;  e  potra  entrarvi  an- 
che  valor  maggiore  trafmettendo  agli  e- 
fteri  quella  moneta  ch'  efli  han  voluto 
arbitrariamente  valutare  piii  del  giufto  , 
e  ritraendone  altre  monete  ,  che  gli  efte- 
ri  arbitrariamente  pure  abbiano  valu- 
tato  meno  del  giufto  ;  ell'endo  che  non  e 
piii  fattibile  che  il  legiflatore  filli  a  fuo 
arbitrio  il  prezzo  della  merce  univerfalc 
di  quel  che  fia  il  prezzo  di  qualunque 
altra  merce  in  particolare  ,  dipendendo , 
come  il  e  di  gia  veduto ,  quefla  quan- 
tita  dal  numero  de'  compratori  parago- 
nato  a  quello  de'  venditor!  .  Dovunque 
gli  editti  di  monete  diventino  una  me- 
ra  dichiarazione  del  prezzo  comune  de' 
metaUi  ,  ivi  non  fara  pollibile  che  fia- 
vi  difordine  di  monete ,  ne  che  il  Com- 
mercio  della  moneta  fia  mai  di  danno  . 

Conviene 


iI3 

Conviene  pero  ricordard  della  definizio- 
ne  da.ta  al  p;ezzo  comune  .  La  varia- 
bilita  del  prezzo  della  merce  univerfa- 
le  porta  di  fua  natura  che  una  tarifFa 
di  monete  non  poila  mai  eller  buona 
legge  per  lungo  tempo ,  perche  cfia  di- 
venta  coi  vanare  delle  circoftanze  una 
falfa  dichiarazione ,  febbene  in  originc 
fia   ftata   vera. 

E'  molto  indifferente  per  il  comedo 
c  ricchezza  di  uno  flato  che  la  moneta 
port!  un  impronto ,  piu  che  un  altro ; 
anzi  gli  ftati  piccoli  pagano  la  vanita 
di  aver  le  loro  armi  fu  i  metalli  mo- 
netati  a  troppo  caro  prezzo ,  eiTendo 
che  le  fpefe  ,  e  il  calcolo  della  mone- 
tazione  o  cadono  ful  pubblico  erario, 
ovvero  cadono  in  altrettanta  diminu- 
zione  dell'  intrinfeco ,  la  qual  diminu- 
zione  non  fara  mai  valutata  dai  fora- 
ftieri  ,  e  in  confeguenza  vedranno  la 
lor  moneta  rifiatata  dagli  efteri  nella 
conti'attazione ,  ammeno  che  non  la  ce- 
dano  a  un  minor  prezzo.  Quindi  io 
credo  che  nelli  flati  minori  altra  ope- 

H 


1 14 
razione  da  farfi  non  fia  nelle  moncte, 
fuori  che   un  efatto  calcolo   di  tariffa  , 
ammettendo  nella    contrattazione    qua- 
lunque  moneta  ,  purche  fia  valutata  co- 
me un   mero  nietallo  .   Ma  ne'  vaftl  regni 
e  indifpenfabile  X  avere  una  zccca  in  at- 
tivita  per  niantenere  in  circolazione  la 
maggior  quantita  pofTibile    di   metallo , 
e   cosi    moltiplicare    al  poflibile   i   con- 
tratti ,    dal  che   ne   nafce ,  come  giova 
ripetere ,   la   moltiplicazione  del  nume- 
ro  de'  venditor! ,  e  da  quefta    1'  abbon- 
danza  interna  ,  da  cui  la    facile  efpor- 
tazione  che  fola  puo  fpingere  al  malTi- 
mo  confine  la  riproduzione  annua :  bafe 
che  e  unica,   vera,  e  ftabile  della  for- 
za  ,  e  ricchezza  d'  uno  ftato  . 

§.  XIX. 

Del  Bilancio  del  Commercio  . 

DI  queft'  annua    efportazione  molti 
ne  hanno  fcritto  ,  paragonando- 
la  air  annua    importazione  .    Comune- 


mente  chlamafi  Bilancio  del  Commer- 
cio  ,  r  ecceilb  deila  elportazione  para- 
gonato  colla  importazione ,  e  viceverfa  ; 
modo  d  erpiimerfi  ,  il  quale  ficcome  al- 
cuno  ha  Gjiadi'iofamente  ollervato  ,  real- 
mente  non  e  ne  precifo ,  ne  efatto  .  Le 
impoitazioni  e  le  efportazioni  debbono 
fempre  pareggiarfi  preffo  di  ogni  na^ 
zione  ,  e  il  valore  di  tutte  le  merci  en- 
trate  neceilariamente  debbe  u^uasiliare 
il  valore  di  tutte  le  merci  ufcite  dopo 
un  certo  periodo .  Ben  e  vero  che  fra 
quelle  merci  fi  annovera  anche  la  mer- 
ce  univerfale  -,  e  ficcome  abbiam  vedu- 
to  che  r  accrefcimento  della  maffa  cir- 
colante  del  denaro  moltiphca  i  con- 
tratti ,  ed  in  confeguenza  1'  annua  ripro- 
duzione  ,  cosi  la  diminu/^ione  del  de- 
naro medefimo  debbe.  portare  un  depe- 
rimento  alia  riprodu-'.ione  annua.  In  fe- 
guito  a  cio  ne  viene  che  quella  nazio- 
ne ,  la  quale  pareggia  le  importazioni 
delle  merci  particolari  colla  merce  uni- 
verfale andera  icapitando  ,  ed  in  vecc 
fe  pareggera  Y  efportazione  delle  merci 

H  2 


ii6 

particolarl  coU'  importazlone  della  mer- 
ce  univerfale  andera  acquiftando  .  Col 
iiomc  improprio  adunque  di  Bilancio 
del  Conimercio  fi  cerca  di  fcoprire  que- 
llo  fatto:  fe  la  nazione  s'  incammini  al 
bene  ,  ovvero  al  male ;  e  fi  e  creduto  in- 
duftriofamente  di  ritrovare  la  rifpofta  a 
un  tal  quefito ,  confrontando  le  merci 
particolari  introdotte  colle  merci  parti- 
colari  trafmefle  ,  ficche  ridotta ,  si  una 
partita  che  I'altra  al  fuo  verifimile  va- 
iore  ,  la  difFerenza  che  in  fine  rifulta 
fra  quefte  due  quantita  fi  confidera  co- 
me la  quantita  del  denaro  che  debbe 
efierfi  accrefciuto  ,  e  diminuito  nello 
ilato  . 

Dal  paragone  fralle  merci  particolari 
ufcite ,  in  confront©  delle  merci  parti- 
lari  entrate  pub  uno  ftato  fapere  fe  il 
valore  delle  merci  che  ha  vendute  agli 
cfteri  fia  maggiore  ,  minore  ,  o  cguale 
al  valore  delle  merci  che  da  eili  ha  com- 
prate  .  Quefta  notizia  palefa  fe  uno  fta- 
to cammini  alia  profperita,  ovvero  alia 
decader^za  »  Quello    ftato  ill  cui  1'  an- 


117 
nua  confumazione  e  ftata  maggiore  della 

riprodazione  annua  e  nel  cafo  d'  aver 
diminuito  realmente  la  propria  ricchez- 
za  ,  e  puo  dirfi  di  lui  quello  chp  di- 
cefi  di  una  famiglia  quando  oltre  1*  an- 
nua rendita  fpende  parte  del  capitale . 
Se  ai  regiftri  delle  dogane  li  fcri- 
vellero  efattamente  tutte  le  merci  d'  im- 
portazione  ,  ed  efportazione ,  dallo  fpo- 
glio  di  quefli  fi  potrebbe  conofcere  qual 
relazione  abbia  il  valore  dell'  annua  im- 
portazione  in  confronto  dell'  annua  ef- 
portazione :  ma  in  molti  itati  cio  non. 
accade ,  e  varj  capi  di  commercio  ,  o 
di  frutti  immediati  dalle  terre  ,  o  di  ma- 
nifatture  non  fi  fcrivono  in  quefti  re- 
giftri ,  perche  elenti  dal  tributo  .  Quan- 
tunque  poi  tutte  le  merci  particolari 
veniilero  defcritte ,  la  merce  univerfale 
non  puo  cfTervi  regiftrata ,  ed  efia  pua 
ufcire  o  entrarc  in  uno  ftato  ,  o  per  im- 
piegarfi  dalla  nazione  fu  i  banchi  efteri , 
o  dagli  efteri  fu  i  banchi  nazionali  ,  e 
COS!  vicendevolmente  per  comprare  fon- 
di ,   il  che  quantunque  non  fia  ne  una 


ii8  ^ 

porzione  dell'  annua  rlproduzione ,  ne 
deir  annuo  conlum.) ,  pub  influire  ad 
accelerare  ,  o  render  piu  lenta  la  inter- 
na circolazione  per  i  principj  che  fi  fo- 
no  veduti ,  conieguentemente  farebbe 
una  nozione  neceflarla  ad  averfi  per  cal- 
colare  con  giuftezza  V  incremento  o  la 
diminuzione  della  riproduzione  annua 
nazionale .  Lo  fpoglio  dei  libri  delle 
dogane  adunque  non  balta  per  certifi- 
care  quefla   importante   cognizione  . 

Se  pero  quefto  fpoglio  non  ci  fommini- 
ftra  tanto ,  e  non  oflante  fempre  utiliffimo 
il  far!o  .  Vi  vuole  della  chiarezza  d'  idee 
per  immaginare  un  metodo  per  cui  pro- 
cedere  giultificatamente  in  un  conteggio 
ibrmato  da  si  gran  nurnero  di  elemen- 
ti ,  e  dividere  ogni  merce  in  clafli  ,  e 
taflarne  ciafcuna  al  fuo  verifimile  prez- 
zo  .  Ho  detto  che  vi  vuole  chiarezza 
d'  idee  per  immaginare  un  metodo  giu- 
fiijicato  con  cui  procedere  ,  e  abbrac- 
ciare  coll'  aritmetica  tanti  oggetti  -,  poi- 
che  ogni  conteggio  che  mancafTe  di  giu- 
ftificazione  ,   ed   in  cui   le  fomme  afTc- 


.119 
rite  non  fofTero  V  ap'ice  da   cul  emana- 

no  gli   anelli  che    conducono   ai    primi 

dementi  -,   un  conteggio   che   ef-ga  ere- 

denza  luUa   mera  aflerzione  e  mancante 

di  prove  ,    farebbe  una  operazione  fulla 

quale  non  vi  farebbe  da   appoggiare  ve- 

run  ragionamento  ,  come  ogniin  vede  . 

Sarebbe    queflo  fpoglio    certamente  piu 

intereflante  ,   fe  potefTe  da  cio  conofcerfi 

non  folo   le  fomme  delle  merci  partico- 

lari  trafmeffe  e  ricevute ,   ma  altresi  gli 

ftati  ai  quali  ,   e  dai   quali   fi    fono  in* 

viate  e    introdotte;  ma  per  fare  quefta 

operazione  aritmetica  in   modo  provantc 

vi  vuole    troppo  tempo  e   difpendio ,   e 

il  fine   e  1'  utile  che  fe  ne  puo  ottenere 

da  quefta  divifione ,  e   aiTai   minore  ,   e 

piu  incerto  di  quello  che  appare  .  Tut- 

te  le  merci  non  li  ricevono   immediata- 

mente  dalla  loro   originaria  patria,  e  ft 

annunziano   ai  libri  delle    dogane  come 

provenienti    dalla    Citta    donde    fi  fono 

ftaccate  ,  dal  che  ne   viene  un  origina- 

rio   errore   nel   regiflro .  Tutte  le  merci 

che  fi  traiportano  nate  e  crefciute  entro 

H  + 


120 

dello  flato  non  s'  indirizzano  fempre  im- 
mediatamente  al  termine  a   cui  debboa 
giungere  ,  e  dove  fi  confumeranno ;  al- 
tra  forgente   d'  errore ,  perche  dai  regi- 
jftri  delle   dogane  fi  troveranno  poile  a 
debito  d'  un   paefe  per  dove  non    fanno 
che  tranfitare  .  La  terza  forgente  d'  er- 
rori  nafce  dalla  imperizia  de' vetturali , 
e  condottieri  ,  dai  quali  poca  efattezza 
li  pub  fperare,  e  la  loro    fola  notilica- 
zione  e  quella  che  fi  fcrive  ai  libri  del- 
le dogane .    Quefte  tre  inevitabili   e  va- 
fte  forgenti  d*  errori  debbono  fcorrere  fo- 
pra  una  fimile  operazione  ;  e  poiche  fi 
avra  il  profpetto  imperfettiffimo  dei  rap- 
porti  che   una  nazione  ha  con  ciafcuna 
delle  nazioni  comunicanti  con  lei,  di  qua- 
le utilita   fara   una  fimile  divifione  ?  Di 
nefllina  precifamente ;  perche  laddove  ci 
crediamo  d'  effere  creditori ,  una  tratta 
d'un  banchiere  ci  pub  aver  fatti  debitori , 
e   viceverfa .     Che  fe   per  ottenere  una 
apparente  organica  diftinzione  fi  fia  om- 
meffo  Tefienziale ,  cioe  la  vera  organizza- 
zione  aritmetica  che  aiTicuri  la  verita  del- 


121 

le  fomme  col   richiamare   agli  element! 
a  fara  fatto  un  cattivo  cambio  ,  perche  ft 
fara    abbandonata    la   realita  per    V  ap^ 
farenza .    Uno  flato  e  una  vafta  fami- 
glia  ;  preme  il  fapere  efattamentc  in  fin 
d'  anno    s'  ella  accrefca  o  fcapiti ;   quai 
fieno  gli  articoli  fu  i  quali  s'  impoverifce ; 
quali  fieno  quelli  fu  i  quali  fi  rinforza ; 
il  nome  de'  creditori,  e  de'  debitori  fuoi 
e  aflai  indiiferente ,  e  la  patria  originaria 
dellc   merci    preflb    a  poco  ft  fa  .      lo 
credo  adunque  che  lo  fpoglio  de'  libri  del- 
le  dogane    debba    farfi  colla  diftinzione 
di  ogni  merce ,  col  prezzo  di  ciafcuna  , 
e  coir  unica  diviftone  mercantile  dare  ed 
avere ,  ma  che  ft  faccia ,  lo  ripeto  ,  con 
un  conteggio  non  arbitrario  ,  ma  giuili- 
ficabile  in    ogni   aflerzione  .   Una   carta 
fatta  fu  quefti  principj    rende  avvertito 
un  abile  politico  dello  ftato  veriftmile  in 
cui  trovaii  1'  induftria  della  nazione ,  e 
quefto  folo  profpetto  puo  indicargli  qual 
fia  il  ramo  che  meriti  piu  pronto  foc- 
corfo ,  quale  prenda  incremento  e  vigore , 
a  qual  clafTe  di  uomini  debba  preferibil- 


122 

meiite  poitare  ajuto  o  nella  agricoltura  , 
o  nella  man  d'  opera  ,  acciocche  fi  man- 
tengano  nella  nazione  vigorofi  piu  che 
fi  puo  tutti  i  rami  della  annua  riprodu- 
zione  .  Mancando  di  un  fimile  profpetto 
non  fi  iaprebbe  dove  piu  rivolgerfi  fe  a 
una  o  air  altra  clallb  del  popolo  ,  e  po- 
trebbe  ellere  diminuita  fenfibilmente  una 
parte  d'  induftria  nazionale  prima  che 
fe  ne  avvedeficro  i  magiftrati. 

Senza  di  quello  annuo  profpetto  non 
fi  potrebbe  nemmeno  prevedere  con  qual- 
che  fondamento  di  quanta  entita  fia  per 
r  erario  pubblico  la  diminuzione  del 
tributo  fu  qualche  merce  particolare  ,  e 
in  confcguenza  o  fi  doverebbe  azzardar 
fcmpre  tutte  le  volte  che  fi  ponefle  mano 
a  queilo  tributo,  o  non  fi  dovrebbero 
mai  lecondare  gl'  interelfi  dell'  annua  ri- 
produzione  ,  li  quali  col  mutarfi  dellc 
circoltanze  poflbno  efigere  delle  parzia- 
li  variazioni  nel  tributo  fulle  merci.  Seb- 
ben  dunque  lo  fpoglio  de'  libri  delle  do- 
gane  fia  una  operazione  che  convien  fare, 
da  qu  fta  operazione  percio  non  fe  ne 


123 

puo  efattaniente  dedurre  fe  avimcnti ,  o 
Icemi  r  annua  riproduzione  in  quell'  an- 
no ;  poiche  quand'  anchc  le  merci  parti- 
colari  trafmelie  fieno  d'  un  valor  minore 
delle  merci  particolari  ricevute  ,  potrebbe 
efTerfi  introdotta  nella  nazione  maggior 
merce  univcrfale  di  quella  che  ufci ,  c  cos* 
riceverebbe  un  nuovo  ilimolo  ad  accre- 
fcere  la  circolazione  e  la  riproduzione 
annua  l'  induilria  nazionale. 

§.  XX. 

Del  Cambio* 

IL  corfo  de'  Cambi  e  un  altro  mezzo 
a  cui  da  taluni  fi  ricorre  per  conofcere 
lo  ftato  deir  annua  riproduzione.  A  for- 
mare  un'  idea  in  una  materia  refa  ofcu- 
ra ,  e  dal  linguaggio  particolare  dell'  ar- 
te ,  e  dal  minuto  dettaglio  ,  col  quale  ta- 
luni ne  han  trattato ,  bafti  riflettere  che 
i  debiti  che  i  negozianti  nazionaU  hanno 
co'  negozianti  efteri  ,  facilmente  fi  bilan- 
ciano  in   tanto  che  il  debito   di  altret- 


124 

tanti  negozianti  efteri  verfo  dei  nazio- 
nali  giunga  a  pareggiarne  il  valore  ;  poi- 
che  il  negoziante  nazionalc  cede  il  iuo 
debitore  al  fuo  creditore  fenza  alcuii 
trafporto  di  denaro  fra  la  nazione  ,  e  gli 
efteri .  Ma  fe  computati  i  crediti  e  de- 
biti  verfo  i  foraftieri  la  nazione  rcftera 
tuttora  debitrice ,  fara  pur  forza  che  ft 
pareggino  le  due  partite  d'  importazione  , 
ed  efportazione  ,  e  la  nazione  dovra  tra- 
fmettere  il  denaro  al  di  fuori ,  e  quefto 
trafporto  porta  pericolo  e  fpefa  .  In  que- 
fto cafo  adunque  un  nazionale  che  vo- 
giia  far  pagare  una  fomma  agli  efteri 
dovra  portare  il  pefo  dell  a  fpefa  del  tra- 
fporto ',  e  fe  vorra  darfi  commiflione  ad 
un  negoziante  perche  faccia  quefto  pa- 
gamento,  dovra  pagarft  al  negoziante 
medefimo  la  fpefa  del  trafporto ,  che  do- 
vra fuccelTivamente  fare;  cosi  chi  vorra 
una  lettera  di  Cambio  per  un  paefe  e  fte- 
ro  ,  allora  dovra  pagare  piu  delia  fom  ma 
che  fara  sborfata  nel  paefe  eftero  .  In 
quefto  cafo  il  Cambio  perde. 


^^5 
Facciafi  una  fuppofizlone ,  all'  oppo- 

fto  ,  che  fcontati   tutt'  i  debiti   refti  tut- 

tavia    creditrice    la  nazione    cogli  efte- 

ri  :    allora  eilendo  a  carico   degli   efteri 

le  fpefe  per  il  trafporto  del  denaro,  ne 

avverra  che  per  rifparmiare  quefta  fpefa 

e  pericolo ,    che  fono  fempre  a  pefo  del 

debitore,   I'eftero   fi  contentera    di    pa- 

gare  ful  luogo  qualche   cofa  al  dipiu  di 

quello   che  deve ;  e  cosi  per  avere  una 

lettera  di  cambio  da  pagarfi  dagli  efteri 

H  fpendera  qualche  cofa  meno  di  quello 

che  dagli  efteri  fara  efFettivamente  pa- 

gato  ,  e  allora  li  dice  che  il  cambio  gua- 

dagna. 

Se  in  una  nazione  potefTe  uniforme- 

mente  trovarfi  il  cambio  o  in  guadagno , 

o  in  perdita ,    cioe  ,   per   fervirmi  deila 

lingua  dell'arte ,  fe  il  cambio  fofl'e  coftan- 

temente  e  univerfalmente    in  un   anno 

fit  to    del  la  pari ,    ovvero  fipra  la  pari  , 

allora  fe  ne  potrebbe  cavare  argomento 

fondato  full'  annua  riproduzione  .  Ma 

quefto  e  un  cafo  immaginario ,  e  in  real- 

ta  i  cambj  con  una  nazione  guadagnano. 


126 

e  perdono  coW  altra  ,  ed  ogni  gloriio 
fono  mutabili ;  dal  che  ne  fiegue  chc  in- 
certifTimo  fia  Targomehto  che  fi  potreb- 
be  cavare  da  efTo .  Si  rifletta  che  qualo- 
ra  i  ncgozianti  cercano  di  trafinettere  in 
un  paeie  eftero  de'  capitali ,  o  per  fare 
a  tempo  le  provvifioni ,  o  per  altre  loro 
fpeculazioni  ,  il  cambio  della  nazionc 
con  quella  piazza  gaadagnera,  e  V  an- 
nua riprodu'ione  percio  non  fara  ac- 
crefciuta ,  anzi  potrebbe  eflere  dimi- 
nuita  .  Sempre  dunque  e  equivoco  I'ar- 
gomento  tratto   dal   corfo    dei  Cambj  . 

§.  XXI. 

De//a   Popolazione. 

IL  mezzo  piu  ficuro  per  conofcere 
r  aumento  dell'  annua  riproduzione 
in  uno  flato  fi  e  1'  accrefcimento  della 
popolazione  .  La  fpecie  umana  come 
tutte  le  altre  per  orgaiiizzazione  mede- 
fima  tende  a  perpetuarfi ,  ed  a  molti- 
plicare  .  Talvoita  i  diHruttori  fenomeni 


127 

della  fifica  ,  le  inondazioni ,  i  terremoti , 
i  vulcani  annientano  le  popolazioni . 
La  corrifpondenza  dello  ftato  fociale  tra 
nazione  e  nazione  comunica  le  malat- 
tie  contagiofe  ,  e  le  guerre  ;  1'  attivita 
medefima  dell'  iaduftria  cagiona  la  per- 
dita  dei  naiitragati ,  o  periti  per  m^lat- 
tie  ,  nelle  lunghe  navigazioni,  e  nelle  vU 
fcere  delle  terre  ,  refpirando  V  aria  no- 
civa  delle  miniere  .  Ma  nel  corfo  ordi- 
nario  delle  cofe,  la  natura  umana  ten- 
de  a  moltiplicare  prodigiofamente  j  il 
che  e  flato  pofto  in  chiara  luce  da  chi 
ha  trattata  profondamente  quefla  ma- 
teria .  In  ogni  ftato  adunque  dove  la 
popolazione  o  non  s'  aumenti ,  o  lenta- 
mente  fi  aumenti  ,  e  non  colla  pro- 
porzione  della  naturale  fecondita ,  con- 
vien  dire  che  fiavi  tanto  difetto  di  po-. 
litica ,  quanta  e  la  diftanza  da  quello 
che  e  ,  a  quello  che  dovrebbe  ellere ;  am- 
meno  che ,  come  dilfi ,  non  liavi  qual- 
che  manifefla  cagione  flraordinaria  a  cui 
attribuire  quella  porzione  di  ilerilita . 
L'   abitudine    tiene    talmente   attaccato 


128 

r  uomo  c  affezionato  al  fuolo  fii  cui 
jiacque  ,  che  vi  vogliono  dci  mali  pefanti 
prima  ch'ei  fia  fpinto  ad  abbandonarlo  , 
e  la  condizione  delle  nozze  e  tanto  fe- 
ducente ,  che  ammeno  che  non  fiavi  1'  im- 
poflibihta  di  fupplirne  ai  bifogni ,  ogni 
Cittadino  vi  viene  guidato  dalla  mede- 
■iima  natura . 

Quanto  facilmente  comprende  che  la 
forza  d'  uno  ftato  devc  mifurarfi  dal 
numero  degli  uomini  che  vi  campano 
ben  nodriti  ,  e  che  quanto  piu  uno 
ilato  e  popolato ,  tanto  maggiori  deb- 
bono  eflere  le  interne  confumazioni  ; 
quanto  maggiori  fon  quefte  ,  tanto  debb' 
eflere  animata  1'  annua  riproduzione  ; 
confeguentemente  dall'  accrefcimento , 
o  diminuzione  del  popolo  fi  conofcera 
r  accrefcimento  ,  o  la  diminuzione  della 
riproduzione  annua  ;  anzi  efl'endo  que- 
ila  moltiplicazione  una  prova  degli  agi, 
€  della  ficurezza  che  trovano  gli  uo- 
mini nello  flato ,  eflendo  gli  uni ,  c 
r  altra  fempre  infeparabili  nelle  focieta 
incivilite  dall'  induflria  animata ,  e  dalla 

rapida 


129 

rapida  clrcolazione ,  ne  verra  ,  dico  ,  in 
coniegueiiza  che  dail'  accrelcimento  del 
popoio  fi  conolca  raccrefcimento  dell* 
annua  riprodu/ione  ,  la  quale  piu  che 
la  elportazione  annua  e  la  mifura  deila 
forza   e   prorpenta    dello   ftato. 

La  miilira  della  forza  d'uno  ftato  o 
della  prol'perita  di  eflb  non  e  raccrefci- 
mento del  travaglio ,  come  fembra  a 
primo  afpetto,  poiche  la  riproduzione 
non  e  fempre  proporzionata  al  travaglio ; 
an/i  in  una  nazione  dove  gli  ftromenti 
deir  agricoltura ,  e  delle  arti  foilero  me- 
no  perfetti  e  pm  groffolani ,  ivi-  il  trava- 
glio farebbe  maggiore ,  ma  non  percio 
farebbe  accrefciuta  la  poflanza ,  o  la 
ricchezza  .  II  problema  dell'  economia 
politica  fi  e  accrej'cere  al  pojjibik  I  annua 
riproduzione  col  minor  poJIibile  travaglio  . 
Dico  poi  che  I'efportazione  annua  e  una 
mifura  equivoca  della  forza  e  felicita  d'u- 
no ftato  ;  perche  fi  potrebbe  acquiftare 
nuovo  popoio  che  dapprincipo  colle  fue 
confumazioni  diminuiile  \  efporta/:ione 
annua  -,  per  lo  che  farebbe  poiTibile  che 

I 


130 
fi  accrefcefTe  il  numero  di  nazionali ,  e 
fi  rcemaile  per  qualche  anno  appunto 
percio  1'  efportazione  .  E'  bensi  vero  che 
non  farebbe  queflo  un  acquifto  di  foda 
ricchezza  nello  ftato  ,  Te  i  nuovi  confu- 
matori  non  contribuilfero  ben  prefto  al- 
ia riproduzlone  annua  ,  ed  in  feguito 
cooperaflero  ad  accrefcere  1'  efportazione. 
Potrebb'  anco  accadere  I'oppofto,  cioe 
che  per  qualche  accidente  fcematofi  il 
popolo  ,  per  alcun  tempo  fi  accrcfcefl'e 
I'annua  efportazione  .  La  fola  efportazio- 
ne adunque  non  e  una  norma  fem- 
pre  ficura  dello  flato  dell'  annua  ripro- 
duzione. 

§.  XXII. 

Delia  locale   dtjlribuzione  degli  uominL 

MA  quefta  popolazione  e  egli  me- 
glio  che  fia  diradata  fopra  un  va- 
flo  paefe  ,  ovvero  fitta  e  riftretta  a  uno 
fpazio  piij  angufto  ?  Rifpondo  che  fe  una 
popolazione  fara  troppo  diffufa  e  dirar 
data  fopra  una  gran'  luperiicie ,  il  Com- 


mercio  interno  fara  il  minimo  poflioile , 
perche  qiianto  maggiore  lara  la  diftanza 
da  viiiaggio  a  villaggio  ,  e  da  citta  a 
cittd ,  taiito  piu  fara  difficile  la  comu- 
nicazione  dei  contratti;  conieguentemen- 
te  noa  vi  fara  circolazione,  e  non  fi  fara 
commercio  fe  non  ne'  cafi  paflaggieri  , 
ne'  quali  vi  fia  difFerenza  di  prezzo  da 
luogo  a  luogo  afiai  fenfibile  ;  e  ridotti 
cosi  gli  uomini  diftanti  e  ifolati  ,  V  in- 
dailria  non  potra  animarfi  ,  e  V  annua 
riproduzione  fi  limitera  poco  piu  che  a 
foddisfare  ai  bifogni  di  prima  neceffita  , 
Se  per  lo  contrano  la  popolazione  fara 
riftretta  fopra  uno  fpazio  di  terra  trop- 
po  angufto ,  la  circolazione  fara  rapidif- 
fima ,  e  la  riprodazione  annua  fara  fom- 
ma ;  ma  non  baftando  la  terra  a  fom- 
minillrare  una  riproduzione  annua  di 
derrate  corrifpondente  all'  annuo  confu- 
mo ,  dovra  quefto  popolo  rivolgere  la 
faa  induftria  principal mehte  fulle  ma- 
nifatture  ,  il  valor  delle  quali  dipen- 
dendo  dalla  opinione  degli  uomini ,  ar- 
bitraria  ,  e  variabile    coUe  circoflanze  , 

I   2 


132 
fara  fempre  piii  incerto ,  e  precarlo  del 
valore  delle  derrate  del  fuolo  ,  che  fer- 
vono  d'alimento  alia  vita  .  Quefta  popo- 
lazione  adunquc  condenfata ,  avra  una 
fomma  riproduzione  annua ,  ma  di  ric- 
chezze  meno  ficure  a  fronte  di  bifogni 
iifici  e  naturali  .  Spinta  da  fommi  bi- 
fogni a  fomma  attivita  una  popolazio- 
nc,  poila  in  tali  circoftanze,  pub  abbrac- 
ciare  e  condurre  a  fine  le  intraprefc 
le  piu  arditej  ma  fe  un  momento  fi 
rallenta  la  fua  induftria  e  la  rapida  cir- 
colazione ;  fe  le  leggi ,  e  i  coftumi  cef- 
fano  di  governarla  ,  mutera  afpetto  ve- 
locemente  ogni  cofa,  e  refteranno  quel 
foli  abitanti ,  la  confumazione  de'  <Juali 
corrifponda  alia  produzione  annua  del 
fuolo. 

Tra  quefti  due  eftremi  deve  trovarfi 
tmo  ftato  per  eifere  in  profperita ,  cioe 
non  occupare  tanta  terra  che  allontani 
gli  uomini  dal  comunicarfi  facilmente  , 
e  non  reftringerfi  in  guifa  di  dover  cer- 
car  r  alimento    al  di  fuori  . 


Le  citta  fono  in  una  provincia  quel 
che  le  piazzc  di  mcrcato  fono  in  una 
Citta  .  Sono  il  punto  di  riunione  ,  ove 
i  venditori  e  i  compratori  s'  incontra- 
no  .  La  capitale  poi  e  aile  Citta  quel- 
le che   efl'e  fono  alia  Provincia . 

Si  puo  domandare  fe  1'  utile  della  na- 
zione  efiga  che  nella  Citta  ,  e  fingo- 
larmente  nella  capitale  fi  ammucchi  ia 
gran  mafTa  la  popolazione ,  ovvero  fe 
convenga  anzi  procurare  che  cio  non 
fucceda  ,  e  crefca  a  preferenza  la  po- 
polazione della   campagna  . 

La  mortalita  e  maggiore  nelle  citta 
che  nelle  campagne,  perche  nelle  citta 
pill  popolate  la  vita  umana  e  piii  bre- 
ve .  A  cio  fi  aggiunge  la  riflerfione  af- 
fai  naturale  ,  ed  e  che  il  contadino  evi- 
dentemente  contribuilce  ail'  annua  ripro- 
du zione  affai  pii^i  di  quel  che  non  fac- 
cia  una  parte  degli  abitanti  della  Cit- 
ta .  Pare  adunque  che  fia  piu  utile  I'ac- 
crefcimento  de'  coltivatoii  a  preferenza 
dei   Cittadini. 


ii 


'34 

Ma    riflettafi  al   principio  detto  poc* 

anzi ,    cioe  ,    che    qaaiito   piu   gU    uo- 
mini  fon  condenfati ,  tanto  maggior  fer- 
mento  liceve    V  induftria  da  una  rapi- 
diiiima  circolazione .   Lecitta,  e  fingo- 
larmente  le  grandi    e    molto    popolate 
fono  il  centro  di  riunione  ,  da  cui  efco- 
no  le  fpinte   all'  induflria  della  campa- 
gna  ,  la  quale  nelie  terre  non  pub    ri- 
Icuoterfi  da  fe  medelima  ,  perche  pochi 
fono  i   bifogni ,  e  poca  la  circolazione 
fra  gli  uomini .  Una  gran  mafia  d'  uo- 
mini   ammucchiata  deve  diffondere  nel- 
la     sfera  delle    terre     che    1'  attorniano 
r  attivita  per  ritraerne    le  proprie  con- 
fumazioni .     I   comodi    della  vita  nellc 
popolofe  citta  impiegano  un   gran  nu- 
rnero    d'  artefici  ;    (i   raffinano    le   arti, 
fi  riducono  a  perfezione    le  piii  difficili 
manifatture  .     Che    fe    la    popolazione 
medefima   fi  diftribuifle  per  la  campa  - 
gna  ,  e  che  nelllma  citta  molto  popola  - 
ta  vi  fofle ,  non  v'  ha  dubbio  che  la  cir- 
colazione ,   e  r  induflria  farebbero  mi- 
wori ,  e  confeguentCKiente  minore  I'aiir 


nua  riproduzione  .  Ognuno  fa  che  mag- 
giori  ipefe  fi  fanno  nelle  citta  ,  di  quelle 
che  fi  facciano  vivendo  nella  campagna  , 
e  fa  ognuno  ,  e  lo  prova ,  che  vivendo 
nelle  citta  piu  grand!  maggior  numero  di 
compre  dovra  fare  che  non  nelle  citta 
piccole  .  Dunque  la  popolazione  mede- 
iima  diradata  avra  minore  circolazione 
aflai ,  condenfata  ne  avra  aflai  maggio- 
re,  e  la  riproduzione  annua  crefcenda 
col  numero  delle  compre  ,  cioe  coU'  ac- 
crefcerfi  della  circolazione  ,  la  riprodu- 
zione annua ,  dico ,  fara  maggiore  quan- 
to  piu  vi  faranno  in  uno  ilato  citta  po- 
polatiirime. 

Certamente  efler  vi  deve  una  propor- 
zione  in  ogni  ftato  fra  i  Cittadini  e  il 
popolo  della  campagna  .  In  uno  ftato 
militare ,  e  che  abbia  da  temcre  o  in- 
vafione  dei  nemici ,  o  che  mediti  con- 
quifte  (i  dovra  render  piii  difficile  la 
vita  nella  citta  ,  che  nella  campagna  per 
moltiplicare  a  preferenza  i  coltivatori,  ef- 
fendo  effi  gli  uomini  meglio  educati  per 
le  armate  ,  ed  eflendo   piii  difficile  all' 

14 


136 

jninuco  V  impadronirfi  d'  un  popolo 
qiiaiito  egli  e  piu  ciiradato .  Ma  in  una 
iiazione  che  abbia  poco  a  temere  d'  ef- 
fere  invafa ,  e  che  iion  afpiri  a  conquiftc 
non  fara  di  nocumento  1'  aver  rnolto 
popolo  nelle  citta ,  eflendo  che  qucftc 
portano  in  confeguenza  una  coltivazio- 
ne  delle  terre  fempre  proporzionata  alia 
confumazione ,  tollo  che  10  ilato  le  ab- 
bia naturalmente  fecondabili. 

Un  filo  d'  erba  la  piu  comune ,  mie- 
tuto  ful  prato  e  un  pezzo  di  materia 
inerte  linche  refta  ifolato,  ovvero  raccolto 
in  piccole  mafie  ;  ma  fe  li  ammucchi  un 
voluminofo  acervo  di  queiV  erbe  recife 
vedrafli  nafcere  la  fermentazione  ,  fchiu- 
derli  un  calore ,  propagarfi  un  moto  in 
tutta  la  mafia  ,  la  quale  giungera  ad 
accenderfi ,  ad  avvampare  illuminando 
r  orizzonte  .  Ogni  grappolo  di  vite  qua- 
lora  fia  da  fe,  o  con  pochi  altri  fimi- 
li ,  fi  fcioglie  in  una  materia  fecciofa , 
ma  fcomprcili  in  gran  copia  in  un  re- 
cipiente ,  1'  urto  vicendevole  delle  infinite 
volatili  particelle ,  agita  la  mafia  tutta  , 


137 
e  m  lei  ovunque  propaga  1'  efFerveicen- 

za  ,  e  ne   flilla  un  liquore  che  fpande 

neir  atmosfera  fragranti  atomi  rifcuoten- 

ti ,  e  nelle  vene  di  chi  ne  gufta ,  vita , 

e  gioventu .  Tale  e  la  pittara  dell'  uman 

genere,   Tuomo  ifolato  ,  e  timido,   fel- 

vaggio  ,   e  inetto ;    diradato  ch'  ei  fia  o 

unito  a  pochi ,  poco  o   nulla  fa  fare  ; 

ma    una    unione  di    moltillimi    uomini 

ammucchiati ,   condenfati  ,  e  riftretti  in 

piccolo   fpazio  (i   anima  ,    e    fermenta , 

e  perfeziona ,  e  Ipande  tutto  all'  intorno 

r  attivita ,  la  riproduzione ,  e  la  vita, 

§.    XXIII. 

Errori  che  pojfono  co?nmetterJi  nel 

calcolo  dcUa  popolazione  '•' 

RItornando  al  foggetto  principale, 
raccrefcimento  della  popolazione  li 
e  dunque  il  folo  ficuro  indice  dell'  accre- 
fcimento  dell'  annua  riproduzione  .  Ma 
per  verifiCar  bene  quefto  fatto  convie- 
ne  ufare  di    alcuni  riguardi.   Talvolta 


138 

puo  paiere  accrefciuta  la  popolazione  ,  o 
fcemata  in  uno  flato  unicamente  peiche 
fia  accrefciuta ,  o  fcemata  I'attcnzione  , 
colla  quale  fi  fon  fatte  le   ricerche  .    I 
regiflri  degli  ecclefiaftici  fogliono  eflere  i 
piu  fedeli ;  ma  fe  quefli  fi  paragoneran- 
no  con  altri  regiflri  meno  efatti ,  la  dif- 
ferenza  dei  due  termini  non  provera  lo 
flato   della    popolazione .   Conviene  nei 
cafi  pratici  non   dimenticare  quefti    ri- 
guardi  febben   minuti ,   poiche  per  ca- 
vare  una  confeguenza  fulla   popolazio- 
ne  bifogna  che  la  fedelta ,  e  I'efattezza 
dei  diverfi    anni  che   fi  paragonano  fia 
verifimilmente   eguale. 

Di  ogni  nazione  farebbe  facile  il  pro- 
vare  qualunque  delle  due  tefi ,  o  che  la 
popolazione  fia  fcemata ,  o  che  fia  ac- 
crefciuta ,  quando  fi  fcelga  un  anno  in- 
diltmtamente  fra  i  precedenti .  Dopo 
una  peflilenza  ,  dopo  i  difailri  d'  una 
guerra  facilmente  uno  flato  era  piu  fpo- 
polato  di  quello  che  oggi  non  lo  fia  , 
quantunque  la  popolazione  attualmente 
deperiica .    In  fimili  calcoli  due  foli  c- 


ftremi  non  baftano  ,  ma  convicne  avere 
una  ferie  di  piu  anni  immediatamente 
piecedenti  .  In  una  ferie  di  6.  o  8.  anni 
confecutivi  fi  conofce  qual  moto  prenda 
la  popolazione ,  e  formando  una  media 
proporzione  di  piia  anni  fi  conofce  real- 
mente  fe  1' ultimo  ilato  fia  maggiore, 
o  minore  di  quelia  ,  dal  che  puo  ca- 
varfene  una  confeguenza  la  piii  giufta  e 
provata  di  qualunque  altra  per  conofcere 
le  I'annua  riproduzionc ,  e  la  profperi- 
ta  pubblica  accrefcano,  o  diminuifcano. 

§.    XXIV. 

Divijlone   del  popolo  in   claj/i. 

GLi  uomini  che  compongono  una 
nazione  io  li  confidero  divifi  in  tre 
clalli ,  7'iprodnttori  i  mediatori,  confumatori. 
Lafcio  di  parlare  della  clafl'e  feparata  de* 
direttori  ,  tali  fono  quel  che  rapprefenta- 
no  la  maefta  del  fovrano  ,  i  tribunali , 
i  giudici  ,  i  foldati  ,  i  miniftri  della  re- 
ligione  6cc.  cLalfe  d'  uomini  deilinati   a 


140  - 
dirigere  le  azioni  altrui  ,  e  a  proteg- 
gevLQ  ,  perche  gii  ufficj  loro  non  cadono 
iinmediatamente  nella  sfera  degU  oggetti 
che  efaniina  la  Economia  Politica  .  Ri- 
prodiittori  adunque  fono  quegli  uomini, 
1  quali  o  cooperando  colla  vegetazione 
della  terra  ,  o  nell'arti  e  meftieri ,  mo- 
diiicando  le  produzioni  della  natura  cre- 
ano  ,  per  dir  cosi ,  un  valor  nuovo  ,  la 
fomma  totale  di  cui  chiamafi  annua  ri- 
produzione  .  Mediator i  fono  quella  clafTe 
di  uomini  ,  i  quali  s'  interpongono  fra 
il  riproduttore  ,  e  il  confumatore ,  pro- 
curano  al  primo  un  facile  sfogo  della 
merce  particolare  riprodotta  dalla  fua 
induftria ,  e  prefentano  un  pronto  acqui- 
flo  di  altrettanta  porzione  corrifponden- 
te  di  merce  univerfale  -,  ofFrono  al  fecon- 
do  la  merce  particolare  procurandogli  il 
comodo  di  fare  rapidamente  la  fcelta  fra 
molte  qualita  radunate  della  medefima 
fpecie  .  Quefli  mediator!  fono  tutti  i 
mercanti  ,  tutti  quegli  uomini  che  com- 
prano  per  rivendere  ,  tutti  gli  uomini 
impie^ati    ne'  trafporti ,   perfone   tuttc 


141 
le  quali  fbno  il  velcolo  chc  accofta  il 
coni'umatore  al  riproduttore ,  e  confe- 
guentemente  colla  loro  opera  facilitano 
la  circolazione  .  La  terza  clafTe  de'  cori" 
fumatori  s'  intende  facilmente  compren- 
dere  coloro  ,  i  quali  nefluna  induftria 
ripongono  del  proprio  nella  mafia  co- 
mune  della  focieta. 

Quelle  tre  clafii  che  fono  le  primi- 
genie  ,  non  fono  pero  di  lor  natura  in- 
compatibili  ;  che  anzi  ogni  riprodutto- 
re debb'  eflere  confumatore  per  neceffita 
di  tutta  la  porzione  deflinata  alia  fua 
fufilftenza  ^  lo  flefib  dico  del  mediatore  . 
II  confumatore  fembra  a  primo  afpetto 
un  pefo  inutile  dello  flato ,  effendo  che 
fe  dalla  nazione  ufcifie  tutta  la  mafia 
dei  meri  confumatori  altro  effetto  pare 
che  non  potrebbe  accadere  fe  non  di  ve- 
derfi  accrefciuta  1'  annua  efportazione 
di  tanto  quanto  corrifponde  alia  confu- 
mazione  interna  diminuita  ,  dal  che  ne 
verrebbe  1'  utile  alio  fl:ato  di  aver  ac- 
crefciuta la  mafia  circolante. 


T42 

Ma  in  politica  bifogna  diffidarfi  delle 
confeguenze  che  fi  deducono  al  primo 
afpetto  degli  oggetti .  I  conrumatori  fono 
in  gran  parte  proprietarj  dei  fondi;  la 
loro  vita  fvogliata  ,  e  pailiva  e  in  con- 
tinuo  bifogno  d'effere  folleticata  colla 
foddisfazione  di  variati  piaceri :  fono  in 
un  bifogno  perenne  di  aver  denaro  , 
debbono  adunque  indirettamente  coope- 
rare  all'  annua  riproduzione  delle  terre ; 
debbono  rafHnare  e  immaginare  i  me- 
todi  per  accrefcere  1'  annua  riproduzione 
dei  fondi ;  debbono  fervire  d'  uno  fpro- 
ne  continuo  al  coltivatore ,  mancando 
il  quale  languirebbe  di  molto  V  agri- 
coltura :  la  fpenfieratezza,  la  profufio- 
ne  del  proprietario  delle  terre  ,  fcbbe- 
ne  in  alcuni  cafi  particolari  fiano  di 
danno  ,  comunemente  pero  fono  un  a- 
juto  air  annua   riproduzione  . 

Sarebbe  un'  idea  di  perfezione  Plato- 
nica  il  pretendere  che  nello  flato  non 
vi  follero  meri  confumatori .  Le  ric- 
chezze  legittimamente  acquiftate  ban  no 
da  efTer   falve  al   polfefTore ;    fe  queilo 


debb'  efTere ,  e  anche  neceffano  che  vi 
fieno  uomini  ai  quali  non  fi  pofla  in- 
terdire  il  far  nulla  ,  Quefto  ceto  non 
obbligato  a  penfare  ai  vitto  ed  ai  co- 
modi  che  di  gia  pofTede  fara  il  femi- 
nario  da  cui  fi  avranno  i  giovani  me- 
glio  educati  per  eflere  Magiftrati ,  uo- 
mini di  lettere,  capitani ;  giovani  ai 
quali  non  mancarono  i  mezzi  per  ef- 
fere  educati ,  ed  ai  quali  non  e  nccef- 
fario  di  contribuire  per  il  fervigio  pub- 
blico  quel  prezzo  che  11  dovrebbe  a  chi 
non  aveile  che  il  folo  ftipendio  per 
campare . 

Sono  gravofi  alio  flato  i  Confumatori 
che  non  poiledono ,  o  vivono  accattan- 
do ,  o  con  importunita ,  o  con  altri 
artifizj  il  vitto  .  EiFi  fono  un  vero  fo- 
praccarico  di  tributo  fugli  altri  Citta- 
dini  operofi ,  ne  altro  cffetto  produco- 
no  fe  non  appunto  quello  di  fminuirc 
r  annua  efportazione .  II  Legiflatore 
procurera  fempre  di  fcemarne  il  nume- 
ro  .  lo  non  entrero  in  una  odiofa  enu- 
merazione  di  quelle  clafTi  di  uomini  che 


144 
fi  trovano  in  quefto  cafo  .   Contento  di 

accennare  le  vifte  generali  dcgli  oggctti 
che  tratto  ,  lafciero  ad  altri  la  cuia  di 
adattarle  ai  cafi  pratici  .  Bafti  ricordare 
quello  chc  giudiziofamente  ofiervo  un 
illuminato  icrittore ;  cioe  ,  che  non 
tutt'  i  vizj  politici  fono  vizj  morali , 
lie  tutti  i  vizj  morali  fono  vizj  poli- 
tici . 

Le  tre  clafli  degli  uomini  ,  delle  quali 
{i  e  parlato  ft  proporzionerebbero  nello 
ftato  ,  fe  le  leggi  ,  e  le  opinioni  intro- 
dotte  non  impedill'ero  il  libero  corfo  alia 
natura  delle  cofe ;  poiche  i  mediatori 
debbono  per  forza  circofcriverfi  col  nu- 
mero  dei  contratti :  cioe  col  la  quantita 
della  riproduzione ,  e  della  confumazio- 
ne  .  I  Riproduttori  accrefcerebbero  na- 
turalmente  fin  tanto  che  giungeflero  a 
equilibrare  la  confumazione  ,  e  cosi  tut- 
to  farebbc  livellato  con  ficurezza  dal  ri- 
fultato  univerfale  dei  bilbgni  ;  ma  lad- 
dove  o  fi  limit!  il  numero  de'  media- 
tori  con  ridurli  a  ccto  ,  e  a  corpo  fe- 
parato ,  di  che  fi  e  detto  di  fopra ,  ov- 

vero 


^45 
vero  fi  accrefca  un  ceto  di  confumatori 

die  non  poiredono,  quefta  benefica  li- 
vellazione  e  corrirpondenza  viene  al- 
terata  j  e  un  abile  Miniflro  indiretta- 
meiite  teiidera  fempre  a  infievolire  q.ue- 
fie  inflituzioni  dell'  arte ,  rimettendo  le 
cole  piu  che  fi  puo ,  nelle  mani  dellt 
fagace  e  benefica  natura . 

La  clafle  de'  confumatori  pofleflbri 
delle  terie  e  bene  che  fi  moltiplichi , 
quanto  e  pofTibile  ,  eflendo  che  una  va- 
fta  eftenfione  di  terra  che  fia  in  pro- 
prieta  d'  un  uomo  folo  ,  fara  fempre 
meno  feconda  di  quello  che  lo  fareb- 
be  divifa  in  piu :  poiche  maggior  cura 
e  ftudio  vi  porra  ad  accrefcere  la  ri- 
produzione  della  terra  un  proprietario 
che  ne  debba  far  valere  una  mediocre 
porzione  ,  di  quello  che  vi  porra  un  ric- 
co  proprietario  di  vafti  fondi ,  il  quale 
oltre  air  avere  minore  ftimolo ,  nem- 
meno  potrebbe  mirar  tutto  egualmente 
con  attenzione  .  Aggiungafi  che  quanto 
piu  fono  i  proprietarj  delle  terre ,  in  tan- 
to  maggiori  mani  faran  le  derrate ,    e 

K 


146 
cosi  fara  accrefciuto  il  numero  de* 
venditori  a  profitto  della  pubblica  ab- 
bondanza  .  I  mezzi  che  a  tal  fine  ado- 
prera  un  accorto  legiflatore  faranno  i 
medefimi ,  dei  quali  ho  ragionato  par- 
laiido  di  quegli  flati  che  fofirono  il  ma- 
le di  aver  le  fortune  troppo  difugual- 
mente  diflribuite  .  A  mifura  che  s'  ac- 
crefceranno  i  terrjeri ,  maggiore  lara  il 
numero  degli  uomini  intercflati  nella 
confervazione  dello  ftato  ,  efTendo  che 
i  pofTeflbri  dei  fondi  llabili  fono  i  veri 
indigeni  ,  e  i  Cittadini  piu  attaccati  al 
fuolo,  eflendolo  efli  eper  I'abitudinc  che 
hanno  comune  con  tutti  gli  altri  ,  c 
piu  per  la  confervazione  dclle  loro  ric- 
chezze ,  e  del  loro  ftato ;  beni ,  che  il 
riproduttore ,  e  il  mediatore  facilmen- 
te  ritrovano  anche  mutando  paefe . 


147 
§.  XXV. 

lyelk   Colonie  ,    e  delle  Conquijie  . 

SE  e  vero  che  la  forza  d'  uno  ftato  , 
e  che  r  annua  riproduzione  fi  mi- 
furino  ,  e  vadano  del  pari  colla  popo- 
lazione  ;  che  dovrem  mai  peniare  delle 
Colonie  che  fi  trafmettono  a  popolar 
regioni  lontane  per  aflicurarne  la  con- 
quifta  ?  Per  una  nazione  la  di  cui  for- 
za principale  debba  confiftere  ful  ma- 
re ,  le  Colonie  remote  poflbno  fupplire 
al  danao  che  cagionano  della  fpopola- 
zione ,  fei*vendo  a  manteaere  una  in- 
ceiTante  navigazione  anche  in  mezzo  alia 
pace  ,  e  col  Commercio  di  economia 
che  ricevera  la  metropoli  nelle  produ- 
zioni  delle  fue  Colonie  potra  avere  tan- 
ta  Ipinta  1' induilria,  e  la  circolazione , 
che  in  breve  fi  ricuperi  egual  numero 
di  popolo  al  perduto .  Ma  nelle  na- 
zioni,  nelle  quali  le  forze  natujali  deb- 
bono  eflere  terreftri ,  perehe  poflbno  ef- 
fere  terreilri  le  forze  di  chi  tentalle  fo- 
pra  di  efle  una  invafione  ,  nelle  nazio- 

K2 


14^ 
ni  nolle  qiiali  la  terra  non  fia  per  an- 
co  popolata  a  quel  fegno ,  a  cui  puo 
naturalmente  giungere  ,  a  me  lembra 
che  le  Colonic  cagionino  un  male  colla 
loro  originaria  fpopolazione  ,  e  un  fe- 
condo  male  perenne  coll'obbligo  di  man- 
tenere  troppe  forze  marittime .  Mi  pa- 
re che  non  dovrebbe  mai  uno  ftato  cer- 
care  di  renderfi  formidabile  in  region! 
rimote  ,  fmtanto  che  non  fia.  formida- 
biliflimo  fu  quella  porzione  di  globo  ove 
giace  .  Poiche  quanto  piu  ftendefi  la 
dorainazione  al  di  fuori ,  tanto  di  for- 
za  fottraefi  alia  difefa  interna  .  Dopo 
due  o  tre  generazioni  le  Colonie  per- 
dono  r  afFezione  all'  antica  loro  patria  , 
efe  non  fi  rinnovellano  con  facrificj  con- 
tinui  di  popolazione  v'  e  pericolo  che 
degenerino  in  fredde  aleate  di  poca  uti- 
lita ,  e  che  impazienti  della  dipendenza 
talora  diventino  nemiche  ai  loro  antichi 
Cittadini . 

Le  conquifte  rimote  portano  i  mail 
medefimi  delle  Colonie ,  e  fe  nelle  con- 
quifte anche  contiguc  agli  ftati  non  fi 


^49 
acqulftano  piu  uomini  die  terra ,  nalce- 

ranno   i  mali  di  dover   di  piu  diradare 

la  popolazione  ,     e  render    gli    uomini 

piij  ifolati ,   il  che  s'e  gia  veduto  cjuan- 

to  rallenti  la   circolazione ,  e    diminui- 

fca    in   confeguenza    1'  annua    riprodu- 

zione. 

§.   XXVI. 

Come  Ji  animi  /'  indujiria  avvicinando 
r  uomo  all  uojno  . 

PEr  animare  gli  flati  foverchiamentc 
vafti ,  e  mancanti  di  popolo  bifo- 
gnerebbe  poterli  concentrare  unicamen- 
te  quanto  bafta  per  lafciar  tra  gli  uo- 
mini lo  fpazio  di  terra  capace  di  nu- 
trirgli  ,  e  riponendo  un  deferto  tra  ciTi ,  e 
i  confinanti  ,  comunicare  cogli  altri  po- 
poli  per  le  fole  vie  dei  mari  e  dei  fiu- 
mi .  In  tal  guifa  nella  nazione  s' in- 
trodurrebbe  il  fermento  e  1'  attivita  ,  11 
accelererebbe  la  moltiplicazione  della  ri- 
produzione  annua  ,  e  del  popolo  ,  s'  ac- 
crefcerebbe  \  efportazione  ,   fi   acquifte- 


'5^ 

rebbe  nuova  copia  di   merce  univerfale 

in  premio  dell'  induibia,  e  a  propor- 
zione  iempre  accelerandofi  la  circolazio- 
ne  ,  e  la  riproduzione  annua  fi  vedreb- 
be  la  nazione  gradatamente  flenderfi 
luUa  pianura  che  aveva  da  prinopio  la- 
fciata  deferta ,  fintanto  che  gli  uomini 
giugneliero  al  contatto  coi  finitimi ,  e 
vi  giugneliero  nello  ftato  di  forza  ,  d'in- 
duftria  fomma,  e  di  ibmma  coltura  . 

Giovi  il  ripeterlo  :  quanto  1'  uonio  e 
piu  ifolato ,  e  dillante  dagli  altri  fuoi 
frniili  ,  tan  to  piu  s'  accofta  alio  flato  di 
felvaggio  ;  all'  oppofto  tan  to  piu  s  accofta 
alio  ftato  deir  induftria  ,  e  della  coltu- 
ra quanto  e  piij  vicino  a  un  piii  gran, 
numero  d'  uomini ;  e  deve  farfi  ogni 
ftudio  poflibile  per  accoftare  I'  uomo  all' 
uomo  ,  il  villaggio  al  villaggio ,  la  cit- 
ta  alia  citta  .  Su  quefto  propofito  ac- 
cade  di  oflervare  che  ipm  mezzi  ha  un 
governo  per  cagionare  quefto  accofta- 
mento ,  e  puo  farlo  in  effetto  fenza 
che  gli  uomini  cambino  d'  ubicazione. 
Dovunque    fieno   tributi    frappofti    ful 


trafporto  interne  dello  flato ,  fe  il  legi- 
flatore  gli  tolga  ,  avra  effettivamente  ac- 
coftate  le  citta,  framezzo  alle  quali  ca- 
deva  il  tribute  ;  ma  di  quefta  materia 
parleremo  piu  oltre .  Dovunque  fieno 
ftrade  difficili  al  trafporto,  o  perico- 
lofe  per  la  ficurezza ,  fe  un  buon  go- 
verno  le  fpiani  ,  e  le  rcnda  agevoli ,  e  fi- 
cure ,  avra  accollate  fra  di  loro  tutte  le 
terre  ,  e  citta  che  comunicano  per  quelle 
ftrade  ;  eflendo  che  le  fpefe  ,  e  il  tempa 
del  trafporto  da  luogo  a  luogo  fono  tanto 
maggiori  quanto  e  maggiore  la  dlftanza  , 
ovvero  quanto  e  piu  fcofcefa ,  difficile  ,  e 
pericolofa  la  ftrada  che  devefi  fare  ,  c 
cosi  viceverfa  .  Tanto  minor  difFerenza 
di  prezzo  bafta  a  cagionar  il  trafporto 
da  luogo  a  luogo ,  quanto  minore  e  la 
fpefa ,  e  il  tempo  della  condotta  .  Le  ftra- 
de  adunque  ben  fattedebbono  moltipli- 
care  la  circolazione  interna  dei  contrat- 
ti  ,  e  per  le  ragioni  gia  dctte  accrefce- 
re  r  annua  riproduzione . 

Conviene  pero  in  quefta  clafTe  di  ope- 
re  pubbliche  guardarfi  dai  luflb  ,  c  limi- 

K4 


15^ 
rarfi  alia   fola    utllita  ;  poiche  le   ftrade 

foverchiamcnte  larghe ,  e  fatte  piu  a 
pompa  che  per  uib  ,  fono  tante  ftrifce  di 
ftcrilita  d*  una  nazione ;  ed  e  da  ofler- 
varfi  che  il  luflb  ficuramente  piu  dan- 
iiofo  d'  ogni  altro  fi  e  quello  che  im- 
pedifce  una  utile  vegetazione  fuUe  ter- 
re ,  e  cosi  i  vafti  giardini ,  le  felve  de- 
ftinate  unicamente  alia  pompa  deila  cac- 
cia ,  gli  fterminati  viali ,  e  fimili  abufi  del- 
la  proprieta  fono  un  genere  di  luflb  che 
non  ammette  compenfo ;  perche  il  luf- 
fo  di  confumazione  eccita  una  propor- 
zionata  annua  riproduzione  ,  ma  quefto 
luflb  infecondo  e  una  diretta  efcluflone 
alia  riproduzione  annua . 

§     XXVII. 

Deir  Agricoltura  , 

OGni  fpazio  di  terra  e  la  materia 
prima  dell'  Agricoltura  ,  la  qual 
produce  ai  popoli  la  ricchezza  la  pivi 
vera ,  e  la  piu  indipendente  d'  ogni  altra 
col  variar  delle  opinioni ,  Ogni  genere  di 


\53 
Agrlcoltura  e  utile  alio  ftato ,  perche  ac- 

creice  1' annua  riproduzione  ;  ma  gae/ ge- 
nere  di  agrkoltura  fara  ■preferibile  ,  che  piu 
accrej'ce  I  an7iua  riproduzione  .  Pare  che 
r  int^icile  del  propnetario  delle  terre  Tia 
quello  di  ricavare  dal  fuo  fondo  la  mag- 
giore  annua  riproduzione ,  per  lo  che  al 
legiilatore  fembra  che  non  convenga  aver- 
ne  il  penfiero  ripofandofi  fulla  vigilan- 
2 a  deli'  interefTe  del  proprietario  .  Con 
tutto  cio  puo  darfi  ,  che  gl'  interelTi  del- 
lo  ilato  non  coincidino  talvolta  cogli  in- 
terelli  del  proprietario  .  Quefta  verita  ii 
conofce  riflettendo  che  1'  interefTe  del 
proprietario  fi  e  non  gia  d'  accrefcere 
r  annua  riproduzione  tot  ale  de'  fuoi  fon- 
di  ,  ma  bensi  di  accrefcere  quella  porzio- 
ne  di  rendita  che  ne  ritrae  .  Cio  poilo  fa- 
cilmente  vedraiTi ,  che  ia  rendita  del  pro- 
prietario per  due  maniere  fi  puo  accre- 
fcere, o  coir  aumentazione  della  ripro- 
duzione annua ,  o  colla  dimi?iuzio?ie  del- 
le fpefe  della  coltura  .  L'  interelfe  del 
proprietario  coincide  con  quello  del  le- 
giilatore fin  tanto  che  fi   fcelga  il  primo 


154 
mezzo  per  accrefcere  la  rendita ;  ma  qua- 

lora  fi  fcelga  il  fecondo  ,  poflbno  gU  in- 
terefli  dello  ftato ,  e  quelli  del  polTeflb- 
re  eilere  in  oppofizione .  Suppongafi  che 
un  gencre  di  coltura  richieda  1'  opera  dl 
dieci  agricoltori  che  vivono  ful  lavoro 
di  un  campo  .  II  Proprietario  potrebbe 
gaadagnar  piii,  foflituendovi  un  altra  col- 
tura la  quale  impiegafle  due  uomini  fo- 
li ,  perche  potrebbe  il  rifparmio  di  otto 
uomini  di  meno  da  mantenere ,  efTere 
una  fomma  maggiore  della  differenza  che 
pafTa  fra  la  total  produzione  del  primo , 
paragonata  al  fecondo  genere  di  coltu- 
ra .  E'  dunque  un  oggetto  1'  Agricoltura 
che  anche  nelle  fue  fpecie  diverfe  debbe- 
ii  aver  fott'  occhio  dagli  uomini  deflina- 
ti  a  vegliare  fulla  felicita  pubblica.  Pri- 
ma regola  dunque  generale  fara  :  preferi- 
re  quel  genere  d'  agricoltura  che  piii  ac- 
crejce  I  annua  riproduzione  ,  e  che  adopera 
maggior   nu?nero  di  braccia  . 

Alcuni  generi  d'  agricoltura  poflbno 
accrefcere  X  annua  riproduzione  fu  quel 
terreno  fu  cui  fi  efercitano  ,  e  diminuire 


^55 

in  proporzione  aflai  maggiore  1'  annua 

riproduzione  delle  altre  terre  .  Tale  fie 
la  coltura  che  H  fa  per  mezzo  della  ir- 
rigazione  ,  la  quale  eftefa  fu  di  uno  fpa- 
zio  fenfibile  dello  ilato  coi  vapori  ,  cd 
efalazioni  continue  cagiona  frequent! 
nebbie  ,  grandini  frequent!  a  devafta- 
zione  delle  altre  campagne ,  €  rende 
r  aria  infalubre  a  diminuzione  del  po- 
polo .  Seconda  rcgola  generale :  fara 
Jhnpre  poJpo?iihile  quel  genere  di  coltura, 
che  deteriori  k   condizioni  del  clima  . 

Si  puo  dare  un  genere  di  coltura , 
il  quale  accrefca  X  annua  riproduzione 
fenza  fcapito  alcuno,  ma  che  effendo 
uno  sforzo  della  terra ,  dopo  alcuni 
anni  la  renda  ilerile  ,  o  di  troppo  dif- 
ficile riproduzione  ,  In  queflo  cafo  pu- 
re gl'  interefli  della  nazione  farebbero 
oppofli  a  quell i  del  proprietario .  Terza 
regola  generale  adunque  fara  :  preferire 
quel  genere  d'  agrkoltura  per  cui  Ji  con- 
J'ervi  alia  terra   la  Jua  attivita . 

Ognuno  vede  facilmente  quanto  fia 
preferibile   per  lo  flato  il  ricavar  dalle 


^5^  .  ,       . 

terre  prima  d'  ogni  altra  cofa  1'  imrrve- 

dlato  alimento  ,  e  quanto  fia  prefcri- 
bile  r  alimento  di  prima  necefTita  a  quel- 
le di  piacere  .  Se  una  popolazione  d'  A- 
merica  mettera  tutte  le  lue  terre  a  col- 
tivare  lo  zucchero  ,  perche  nel  total 
valore  ne  ritrae  piii  di  quello  che  fa- 
rebbe  coltivando  i  grani  -,  dico  che  que  11a 
nazione  meriterebbe  una  vita  fempre 
dipendente  ,  e  precaria  dalle  nazioni 
eftere,  e  dovrebbe  prima  d'  ogni  cofa 
procurarfi  nel  proprio  fuolo  1'  alimento 
fifico  immediatamente  .  Qnarta  regola 
generale  adunque  :  preferire  quel  genere 
di  coltura  che  Joddisfaccia  ai  bijhgnt  Jijici , 
fintanto  almetio  che  Jieno  largamente  ajjicu- 
rati . 

Altre  ofTervazioni  fi  poflbno  fare  full' 
agricoltura,  dalle  quali  dedurre  altri 
precetti .  lo  credo  che  fia  piia  utile  alio 
ilato  che  la  parte  dominicale  fia  pagata 
dal  fittuario  al  padrone  del  fondo  ,  piut- 
tofto  in  derrate,  che  in  nioneta,  per- 
che affine  che  il  fittuario  poiTa  unire 
la  fomma  da  pagare  debbe  affrcttarfi  a 


^57 
vendere  i  prodotti  della  terra  ;  e  ficco- 

me  prefTo  ogni  nazione  vi  fono  i  tem- 
pi legali  per  pagare  i  terreni  allogati , 
cosi  tutti  ad  un  tempo  s'accrefcono  i 
venditor! ,  e  facilmente  nafcono  gl'  in- 
cettatori ,  e  fi  puo  far  monipolio .  OI- 
tre  di  cio  ,  riftagna  una  parte  fenfibile  di 
denaro  frattaato ,  perche  il  fii:tuario  ap- 
poco  appoco  ammafTa  la  fomma  da  pa- 
gare ,  e  cosi  fi  fottrae  una  porzione 
Sella  merce  univerfale  alia  circolazione. 
Che  fe  il  padrone  del  fondo  fara  pa- 
gato  con  tanti  facchi  di  grano  ,  botti 
di  vino  ec.  non  vi  faranno  queili  in- 
convenienti .  Riflettafi  pure  che  1'  ec* 
cefTo  deir  annua  riproduzione  fulla  con- 
fumazione  interna  fara  fempre  piu  fa- 
cilmente trafportato  agli  efleri ,  quanto 
meno  voluminofa  fara  ia  derrata  ,  e  me- 
no  corruttibile  -,  dal  che  fi  vede  quali 
altre  regole  di  agricoltura  fi  pofTono  ag- 
giugnere  . 

Ma  quando  io  dico  che  quefti  og- 
getti  fon  degni  dell'  attenzione  del  le- 
giflatore  ,  e  che  un  genere  merita  d'  ef- 


fere  piu  promoflb  ,  e  un  altro  plu  ri~ 
flretto,  Don  intendo  dire  percio ,  chc  io 
creda  mai  bene  1'  obhligare  i  proprictarj 
con  leggi  dirette  o  penali  ad  abbando- 
nare,  o  fcegliere  una  coltura  piu  chc 
un'  altra  .  Si  fatte  leggi  coercitive  non 
poflbno  mai  produrre  verua  buono  ef- 
fetto ,  perche  limitando  efle  il  dritto  di 
proprieta  per  entro  a  troppo  angufti  con- 
fini  tendono  a  intimidire  gli  uomini ,  a 
Icoraggire  T  induflria  ,  e  diminuire  la  ri- 
cerca  dei  campi ,  e  a  portare  la  fred- 
dezza  in  ogni  parte  ,  dove  anzi  con- 
viene  lafciar  vegetare  la  vita  ,  e  fchiu- 
derfi  r  attivita  .  Cio  fi  otterra  ftabilmen- 
te  e  con  placidi  mezzi  qualora  indiret- 
tamente  il  legiflatore  hi'uiti  piu  un  ge- 
nere  di  coltura  che  un  altro ,  e  cio  puo 
fare  colla  ripartizione  del  tributo  aggra- 
vandone  meno  quella  coltura  che  piii 
e  utile  alio  flato ,  o  fulle  terre  medefi- 
me  ,  ovvcro  nelle  gabelle ,  fiil  trafporto 
delle  derratej  poiche  la  ritrofa  volonta 
deir  uomo  vuol  eflere  invitata  fenza  fcof- 
fa  ^  e  guidata  fenza  violenza ,  affinche 


s*  ottenga  un  bene  coftante ,  e  non  com- 
penfato  da  un  maggior  male  .  Nellc 
nazioni  illuminate  gli  uomini  vanno  di- 
rettamente,  e  obliquamente  vanno  le 
leggi ,  ma  quanto  fono  minori  i  lumi 
d'  un  popolo ,  tanto  vanno  piu  diret- 
tamente  le  leggi,  e  obliquamente  gli 
uomini  . 

I  premj  poflbno  efTere  mezzi  che  tal- 
voltaajutino  1'  induftria  anche  nella  agri- 
coltura ,  e  fe  ne  contano  efempj  di  qual- 
che  nazione ;  ma  d'  ordinario  danno 
poca  utilita  reale  .  Primieramente  v'  e 
pericolo  che  quefti  vengano  diftribuiti 
piij  per  ufficj  che  per  attento  efame  , 
e  non  vi  e  cofa  che  avvilifca  piii  il  me- 
rito ,  quanto  un'  arbitraria  diflribuzio- 
ne  de'  premj  .  Secondariamente  fe  il  va- 
lore  di  quefli  fta  nella  ricchezza  fifica , 
faranno  un  aggravio  certo  univerfale 
per  un'  incerta  utilita  parziale  :  fe  il 
valore  non  fara  ricchezza  iifica  diven- 
tera  un  giuoco  la  diflribuzione  3  e  in  u- 
na  nazione  vivace  non  fara  offervata 
con  qucUa  ferieta  atta  ad  eccitare  I'emu^ 


.    i6o 

^^zione  .  Finalmente  ogni  coltura  chc  non 
trovi  il  premio  intrinfeco  del  guaclagno 
nella  vendita,  fara  fenipre  una  riprodii- 
zione  efimera  ,  e  di  pochifTima  utilita  . 
Jo  non  dico  die  in  alcun  cafo  il  pre- 
mio propofto  non  pofTa  eflere  di  bene ; 
dico  foltanto  che  quefti  fono  il  vero 
luflb  della  legiflazione ,  a  cui  non  e  per- 
meflb  il  penfare ,  fino  a  tanto  ch'  ella  in 
ogni  fua  parte  non  Ha  efattamente  mo- 
dellata  e  conforme  alia  focieta  per  cui 
e  fatta. 

Si  e  detto  che  il  legiflatore  cerchera 
adunque  di  promo vere  piu  una  coltura 
che  Faltra;  e  riducendo  a  una  teoria  fola 
qual  coltura  debbafi  preferire,  diro  :  que/- 
ki  che  piu  cojlantemente  accrefce  il  valore 
deir  annua  riproduzione.  Un  miniftro  po- 
litico non  fara  mai  di  altro  follecito , 
ne  fi  curera  fe  fia  variata  o  no  la  coltu- 
ra; fe  molte  materie  prime  delle  arti  fi 
producono ;  fe  crefca  ful  fuolo  quanto 
ferve  ai  comodi  della  vita  ;  poiche  cio 
fi  livella  da  fe  -,  ogni  cofa  ricercata  ha 
prezzo ,   e  tanto  maggiore  quanto  e  il 

numero 


i6i 

numero  delle  ricerchc  ,  e  tofto  che  il 
proprietario  del  fondo  non  coltiva  un 
diito  genere  ,  e  fegno  che  ne  ritrae 
valor  maggiore  altrimenti  ,  col  quale 
potra  pjocurarfi  dall'  eftero  la  materia 
prima  che  li  ccrca  .  L'  idea  di  forma- 
re  im  compendio  deU'  univerfo  entro  i 
proprj  confini  non  e  mai  ben  angu- 
rata  :  accreicere  1'  annua  riprodazione , 
fping^rla  quanto  ohre  fi  puo  ,  fnodan- 
do  ,  animando  1'  attivita  umana  ,  quefto 
e  il  fine  folo  a  cui  tende  1'  Economia 
Politica  . 

§.   XXVIII. 

Krrori  che  poffbno  commetterfi  nd  calco" 
lare  i  progrejji  dell  agricoltura  . 

DIco  fpingsrla  quanto  oltre  fi  pub  ; 
non  dico  portarla  al  colmo  ,  per- 
che  la  nproduzione  annua  ,  praticamen- 
te  parlando  non  vi  giunge  mai .  II  mo- 
to  deir  induftria  e  come  ogni  altro  mo- 
to  •  per  quanto  ei  fia  rapido  puo  fem- 
pre  ricevere  nuova  ipinta,  e  accrefcerne 

L 


i6z 
la  quantita  .  Efattamcnte  parlando , 
fo  che  fi  tratta  di  element!  ftniti ,  ma 
il  loro  limite  e  tanto  difcofto  dallo  fta- 
to  attuale  di  ogni  nazione  d'  Europa , 
che  puo  confiderarfi  come  infinitameii- 
te  diflante  .  Rifguardifi  la  fola  agricol- 
taia  di  cui  trattiamo  .  Sin  tanto  che  in 
uno  ftato  vi  faranno  dci  pezzi  di  ter- 
reno  non  ancora  coltivati  ,  che  ri  fa- 
ranno dei  fondi  comunali  ,  che  vi  fa- 
ranno dei  prati  e  pafcoli ,  capaci  d'  una 
coltura  che  renda  maggior  valore ,  per 
alimentare  un  piii  gran  numero  di  uo- 
mini ,  fi  deve  dire  che  ancora  relli  mo/to 
da  farfi  per  i  progreffi  dell' agricoltura. 
Non  vi  e  terra  che  coU*  opera  dell'  uo- 
mo  non  fi  renda  feconda ,  e  uno  fla- 
to  quanto  piu  numero  di  bejlie  alimenta  , 
tanto  minor  numero  di  uomini  puo 
alimentare  . 

Puo  accadere  talvolta  che  dai  banchi 
pubblici  fi  ribafli  X  intereffe  del  denaro  , 
offerendo  il  capitale  a  chi  lo  voglia,  c 
pochi  fi  prefentino  per  riavere  il  capi- 
tale ,  fenza  che  queflo  provi  che  1'  agri- 


163 

coltura  in  quello  ftato  fia  al  colmo  . 
Per  conolcere  la  fpiegazione  d'  un  tal 
fenoaieno  bailera  riflettere  che  gli  utili 
che  fi  potrebbero  avere  dall'  agricoltara 
fuppoiii^ono  Ja  maflima  liberta  del  com- 
m^i'cio  delle  derrate ;  che  vi  vuole  una 
energia  non  volgare  per  intraprendere 
d'  accrefcere  il  valore  de'  fondi  terrieri ; 
che  r  indoienza  umana  fa  che  preferi- 
fca  im  utile  minore  ma  agiato,  a  un 
maggiore  che  richiede  inquietudine  ,  e 
occupazione ;  che  dove  1'  attivita  non  fia 
univerfalmente  in  fermento  ,  pochi  uo- 
niini  ofano  slanciarfi  fopra  il  livello  co- 
mune  .  Se  adunque  non  vi  faranno  co- 
modi  ,  e  ficuri  impieghi  de'  capitali  a 
piii  alto  intereffe ,  la  maggior  parte  de' 
creditori  pubblici  fi  contentera  del  ri- 
bafTo  ,  €  lafciera  i  fuoi  capitali  fu  i  ban- 
chi .  Da  queflo  fatto  non  vi  e  miglior 
ragione  per  argomentare  in  favore  delF 
agricoltura  di  quel  la  che  vi  farebbe  per 
argomentare  in  favore  delle  manifattiire . 
L'  intereffe  del  denaro  ribaifato  pro- 
muove  r  induflria  nazionale ,  ficcome  fi 

L2 


i64 
^  detto ;  ma  non  e  una  prova  che  1'  in- 
duftria  fia  gia  in  picna  attivita .  Ho 
detto  pure  che  dall'  interefTe  del  denaro 
£i  puo  calcolare  la  reciproca  felicita  del- 
le  nazioni  i  ma  cio  s'  intende  un  in- 
tei  efie  uniformemente  ribaflato ,  ne'  de- 
nari  che  fi  acconiodano ,  e  allora  pa- 
ragonando  1'  interefTe  Tiojro  coll'  interefTe 
che  corre  in  a/tri  Jlati  avremo  la  mi- 
fura  per  calcolare  quale  de'  due  godt 
di  maggiore  felicita  . 

§.  XXIX. 

Origins  del  Tribute , 

HO  detto  che  fi  puo  col  tribute  op^ 
portunamente  collocato  promuo- 
vere  quel  genere  di  agricoltura  che  piu 
accrefca  il  total  valore  delT  annua  ripro- 
duzione,  e  cio  o  aggravando  nel  cenfo 
di  piu  quelle  terre  che  fono  coltivate 
nel  modo  mend  utile  alio  flato  ,  o  ag- 
gravando r  ufcita  dallo  flato  dei  pro- 
dotti  di  quelle ,  e  cosi  fcoraggendone  la 


16^ 

coltura  fenza  urtare  di  fronte  la  pro- 
prieta  de'  beni ,  e  la  liberta  civile  .  Qual- 
che  cofa  ora  convien  dire  del  Tributo . 
Su  di  quefta  materia  fono  ufciti  alia  lu- 
ce ottimi  trattati  in  quefti  ultimi  anni; 
con  tutto  cio  credo  che  vi  refti  qiial- 
chc  cofa  da  fare  anche  a  chi  fcrive  in 
queft'  oggi .  Per  formarci  un'  idea  della 
neceffita  e  giuftizia  del  tributo  fi  riflet- 
ta  che  una  focieta  d'  uomini  non  po- 
trebbe  fulTiflere  tofto  che  fofle  impuni- 
ta  la  violenza  e  la  frode  che  un  Cit- 
tadino  puo  fare  all'  altro ,  ovvero  tofto 
che  una  nazione  conquiftatrice  venifle 
a  devaftarla .  Da  qui  nafce  la  neceffita 
per  cui  una  parte  de'  Cittadini  debb'  ef- 
fere  occupata  a  difendere  la  nazione  in- 
tiera  ,  e  ciafcun  individuo  che  la  corn- 
pone  da  ogni  ufurpazione  e  violenza  si 
interna  che  efterna.  Una  unione  d' uo- 
mini la  quale  non  avefle  veruna  for- 
ma di  governo ,  alia  prima  minaccia 
d'  un'  invafione  o  dovrebbe  difperderfi 
abbandonando  il  fuolo  nativo,  ovvero 
tumult uariamente  accorrere  per  refpin- 


i66 
gerc  1'  aggreflbre  .  Frattanto  farebbe  ab- 
bandonata  la  coltura  delle  terre  >  e  co- 
ilretta  dalla  fame  dovrebbe  piegare  alia 
Beceflita ,  e  fottometterfi .  Cosi  tumul- 
taariaraente  e  con  uii  difordine  peren- 
ne  fi  refpingerebbe  anche  1'  aggreflbre 
interno  ,  la  forza*  fola  deciderebbe  di 
tutto  ,  tutto  farebbe   in  conibullione  . 

Da  ciQ  nafce  la  neceiTita  di  avere  un 
nuinero  di  uomini  unicamente  deftinati 
a  mantenere  la  ficurezza  della  proprie- 
ta  a  ciafcun  membro  dello  flato  ,  uo- 
mini di  profeffione  obbligati  in  parte  ad 
agire  per  refpingere  con  impeto  le  ufiir- 
pazioni  della  forza  ,  e  in  parte  a  veri- 
ficare  tranquillamente  i  diritti  d'  ognu- 
no  e  ordinarne  la  difefa ,  a  invigilare 
fuUa  pubblica  feliclta  da  ogni  fuo  lato , 
e  promuoverla .  Ecco  Torigine  dei  So^ 
^rani ,  della  Milizia  ,  dei  Magijlrati ,  e 
dei  Minijiri  .  Quefla  clafle  feparata  di 
uomini  ne  produttori  ,  ne  niediatori  ^ 
unicamente  occapata  dalla  ficurezza ,  e 
felicita  pubblica  ,  dalle  d'  uomini  che 
io,  chi^nio  dinttrke ,  ragion  vuole  che 


167 

fia  mantenuta  da  quella  focieta  mede- 
fima  a   cui  conferva  ,    e  procura  ogni 
bene .    La  necejjitci  di  avere  queila  clali'e 
di  uomini  forma  la  giujlizia  del  tributo  ; 
e  r  aJimefito  proporzionato  all'  officio  di 
ciafcuno  di  quelli    uomini    fine  a   quel 
limite    a  cui    giange    1'  utilita    pubhlica 
forma  la  fomma  totale  del  tributo  .  II  tri- 
buto   adunque  fi    e    una  porzione    della 
proprieta   che  ciafcuno    depone    nelT  erario 
pub b lie 0 ,  affine  di  confervare  con  ficufezzcc 
la  proprieta  che  gli  rimane . 

Egli  e  dunque  interefTe  di  ogni  uo- 
mo  che  fieno  pagati  i  tributi  ,  e  che 
lieno  convertiti  per  il  bene  che  gli  ha 
fatti  nafcere .  Donde  avviene  dunque 
che  laddove  ogni  altra  legge  realm  en  te 
colncidente  coll'  intereffe  della  maggior 
parte  degli  uomini  viene  facilmente  ub- 
bidita  ,  ed  e  punito  colla  difapprova- 
zione  pabblica  il  violatore  ;  le  leggi  del 
tributo  per  lo  contrario  ,  febbcne  del 
pari  intereiFanti  la  maggior  parte  ,  tro- 
vano  un  nilb  continuo  nelJa  nazione 
ad  opporviii  ,    e   non    incontri    mai   la 

L  4 


i68 
difapprovazione  pubblica  11  fraudatorc? 
Cio  forfe  accade  perche  1'  intdletto  dell* 
uomo  e  fatto  come  1*  occhio ,  a  cui  un 
piccolo  oggetto  ,  ma  aflai  vicino ,  cuopre 
vaftiffimi  oggetti  rimoti ,  e  cost  1'  im- 
mediato  male  di  privarli  di  parte  della 
propria  ricchezza  fi  fente  alfai  piu  che 
non  il  lontano  bene  di  venire  afficurati 
da  una  eventuale  violenza .  Secondaria- 
mente  1'  idea  della  privata  proprieta  e 
allai  piu  radicata  nell'  animo  dell'  uo- 
mo di  quel  che  non  lo  fia  1'  idea  ge- 
nerale  dell'  organizzazione  politica  d'  u- 
no  itato ;  e  ficcome  il  tributo  e  una 
diminuzione  delle  proprieta  ,  ed  e  una 
relazione  fra  1'  uomo  e  lo  ftato ,  ogni 
individuo  fente  piii  la  parte  che  e  di- 
minuita  ,  di  quello  che  fenta  il  legamc 
dei  rapporti  che  la  bilanciano .  Cio  non 
oftante  io  credo  che  fe  in  ogni  tempo 
fofl'e  ftato  il  tributo  fempre  un  fondo 
giudiziofamente  impiegato  ,  1'  opinione 
pubblica  lo  rifguarderebbe  come  un  de- 
bito  facro;  e  forfe  il  coftume  avrebbe 
radicata  negli  anirui  tanta   vergogna   al 


169 
fottraervifi  ,  quanta  ne  prova  ogni  uo« 
mo  fpontaneamente  unito  in  una  pri- 
vata  foci  eta  ,  fe  non  pofTa  pagare  la 
fua  porzione  avendo  rifentita  la  fua  par- 
te nel  bene .  Se  i  coftumi  hanno  aflb- 
ciata  una  macchia ,  e  una  vergogna  a 
chi  non  paga  i  debiti  del  giuoco  ;  per- 
che  non  fe  ne  infligge  altrettanta  a  chi 
non  paga  i  debiti  al  mercante,  o  all' 
erario  ?  Sarebbe  mai  per  la  ragione  che 
agli  ultimi  prov.vede  la  legge ,  e  ai  pri- 
mi  no  ?  Forfe  e  da  oflervarfi  che  1'  abu- 
fo  fatto  in  altri  tempi  del  potere  legi- 
flativo,  e  il  piii  grande  abufo  moltipli- 
catofi  di  rendere  incerta  ,  e  dubbiofa 
ogni  legge  colla  interpretazione ,  hanno 
imprefla  nel  cuore  degli  uomini  un.' 
idea  poco  favorevole  alia  legge ,  e  per- 
cio  r  opinione  pubblica  aflblve  fm  dove 
fi  pub ,  quello  che  la  legge  condanna  . 
Nelle  nazioni  che  hanno  una  felice  le- 
giflazione  fcorgefi  maggiore  coincidenza 
fralle  leggi  e  1  coftumi;  le  condanne  fo- 
no  uniformi ,  e  nel  tribunale  e  nella 
opinione  pubblica.  Forfe  la  divergenza 


di  cjiicili  due  principj  c  la  vera  mlfura 
deiia  corru^one  d'  un  popolo  .  Ma  que- 
ile  idee  ,  lecondate  che  toliero ,  troppo  mi 
porterebbero  lontano  dal  mio  argo- 
mento . 

Sarebbe  pure  cofa  difparata  dal  mio 
foggetto  s'  io  volein  confiderare  il  tri- 
buto  come  una  legittima  porzione  de- 
poiitata  neir  erario.  Altri  vi  fono  che 
hanno  portato  la  luce  fu  di  quefta  ma- 
teria .  L'  inftituto  di  .queft'  opera  mi 
richiama  a  contemplare  il  tributo  uni- 
camente  come  un  oggetto  che  ha  re- 
lazione  ed  influenza  liilla  circolazione> 
fulla  riproduzione  annua  ,  full'  indu- 
ftria ,    e  fulla  proprieta  dello  llato . 

§.  XXX. 

Principj  per  regolare  il  Tributo  . 

UNa  nazione  decadera  per  colpa 
del  tributo  in  due  cafi  .  Primo 
cafo  y  quando  la  quantita  del  tributo 
cccedera  le  forze  della  nazione  ,  e  non 


fara  proporzionata  alia  rlcchezza  uni- 
verfale  .  Secondo  cafo  ,  quando  una  quan- 
tita  di  tributo  ,  la  quale  nella  fua  to- 
talita  e  proporzionata  alle  forze  ,  fia 
"ciziofatnente  dijlribuita  ♦  Nel  primo  cafo 
il  rimedio  e  folo  ,  e  femplice  ,  cioe  pro- 
porzionare  il  pefo  alia  robuflezza  della 
nazione  .  II  fecondo  cafo  e  aflai  varia- 
bile  e  inviluppato .  Cerchiamo  di  met- 
tere  a  luogo  le  idee ,  e  comprendere  in 
capi  tutti  i  cafi  particolari  . 
-.  II  tributo  e  viziofamente  ripartito  , 
quando  immediatarnente  piomba  fopra 
una  clafTp  di  Cittadini  dei  piii  deboli 
dello  ftato,  oyvero  quando  nella  perce- 
zione  vi  fia  abufo  ,  ovvero  quando  im- 
pedifca  la  circolazione ,  la  efportazio- 
ne ,  lo  fviluppamento  dell'  induftria  ,  in 
una  parola  quando  renda  difficile  quelle 
azioni  per  le  quali  s'  accrefce  la  ripro- 
duzione  annua . 

Ogni  tributo  naturalmente  tende  a 
livellarfi  uniformemente  fu  tutti  gl'  in- 
dividui  d'  uno  ftato  a  proporzione  delle 
confumazioni  di  ciafcuno ,   Se    il    tri- 


buto  fara  nelle  terrc ,  il  proprletarlo 
procurera  di  vendere  altrettanto  piii  ca- 
re le  derrate  ,  e  cosi  rifarcirfene  iu  cia- 
fcun  conllimatore  .  Se  il  tnbuto  fara 
fulle  merci  ,  e  luUe  manifatture  i  mer- 
canti  ,  e  gli  artigiani  cercheranno  di  ri- 
farcirfene ,  vendendone  a  piu  caro  prez- 
20  le  loro  manifatture ,  e  cosi  ripar- 
tire  {n  i  loro  confumatori  proporzio- 
natamente  il  tribute  .  Se  il  tributo  ver- 
ra  impoito  immediatamente  ful  minu- 
to  popolo  che  niente  poflede ,  e  che  lo- 
cando  unicamente  fe  ilefTo ,  vive  d'  un 
giornaliero  falario,  il  minuto  popolo 
neceilariamente  efigera  falario  maggio- 
re,  e  cosi  il  tributo  ha  fempre  una 
forza  efpanfiva  per  cui  tende  a  livellarfi 
fulla  sfera  piii  vafta  che  fi  puo  .  Ri- 
guardato  da  quefto  canto  folo  parreb- 
be  indiffcrente  ch'  ei  cadefle  piii  fu  di 
una  clafie  di  uomini  che  fu  di  un'  al- 
tra . 

Come  mai  potra  alzarfi  il  prezzo  di 
quelle  merci  o  derrate  ,  che  pofledono 
i  primi  che  anticipano  il  tributo  quando 


i\on  fia  diminuito  il  niimcro  de'  ven- 
ditori  ,  o  accrelciuto  quello  de'  compra- 
tori  ?  Rifpondo  che  il  numero  de'  ven- 
ditori  appunto  fi  diminuira  perche  ca- 
dendo  un  nuovo  interefle  immediata- 
meiite  Ibpra  una  clafle  di  Cittadini  ,  e 
accrefcendo  in  efTi  tutto  in  un  tempo 
un  nuovo  bifogno  d'  avere  piu  merce 
univerfale ,  al  bel  principio  i  piu  fa- 
coitofi  ii  afterranno  dal  fare  le  vendi- 
te  ,  afpettando  prezzi  piu  alti  ,  e  i  ven- 
ditori  che  refteranno  in  attivita  ,  efTen- 
do  riftretti  a  minor  numero  otterranno 
appunto  che  il  prezzo  fi  rialzi  ,  e  fatta 
che  fia  quefla  livellazione  al  primo  im- 
porfi  del  tributo  naturalmenie  feguitera 
fm  tanto  che  il  tributo  continui,  tutto  il 
reflo  egaale,  a  diftribuirfi  in  quella  forma. 
Ho  detto  che  il  tributo  fi  dillribui- 
fce  ,  e  (i  conguaglia  naturalmente  fulle 
confumazioni  di  ciafcuno  .  Per  renderc 
queft'  idea  piii  chiara  immaginiamoci 
un  foraftiero  domiciliato  da  noi ,  il  quale 
abbia  tre  mila  fcudi  d'  entrata  che  gli 
vengono  dalle  terre  che  poli'ede    nella 


174 
fua  patria .    Suppongafi  che  egli  fpenda 

ogni  anno  per  il  proprio  mantenimen- 
to  tutta  r  entrata.  Egli  deve  pagare 
fopra  le  confumazioni  che  fa ,  si  imme- 
diatamente  per  la  fua  perfona ,  quanto 
mediatamente  per  le  perfone  de'  fuoi 
domeflici ,  il  tributo  del  noftro  paefe; 
e  fe  i  tributi  da  noi  afcendeflero  ai  cin- 
quanta  per  cento  del  valor  capitale , 
dico  che  il  foraftiere  avrebbe  contribuito 
mille  fcudi  delle  fue  terre  nel  carico  no- 
ftro nazionale .  Quando  i  tributi  fono 
impofti  full'  ingreiib  delle  merci  in  cit- 
ta  fuUa  vendita  de'  generi  di  prima  con- 
fumazione  fuUe  cafe ,  fulle  arti  e  me- 
ftieri ,  come  lo  fono  attualmente  quafi 
dappertutto ,  ella  e  cofa  affai  ovvia  d'  in- 
tendere  >  come  il  foraftiere  a  mifura 
della  fua  confumazione  forza  e  che  con- 
tribuifca  .  Ma  fe  il  tributo  preflb  di  noi 
fofle  interamente  collocato  fulla  fola  par- 
te dominicale  delle  terre  ,  allora  e  piu 
lunga  la  ftrada  del  conguaglio  fulle  con- 
fumazioni ;  pure  egli  pagherebbe  le  der- 
rate  di  fuo  confumo  piii  care  di  quello 


che  le  comprerebbe  fe  non  vi  foffe  tri- 
buto  ,  e  tutte  le  opere  e  fervizj  che  do- 
vra  pagare  laranno  proporzionatamente 
piu   can  quanto  lara  maggiore  il  pefo 
della  terra  da  cui    ricevono   alimento  i 
Cittadini .  Qaindi  io   credo    che  fe   un 
terriere  polleiibre  di  vafti   fondi  confu- 
mera   pochillimo  ,  fara  realmente  picco- 
liffima  la  porzion  del  tributo  che  avra 
pagata ;  e  cosi  il  forafliere  che  foggior- 
na  da  noi ,  pochilTimo  contribuifce   alia 
fua  nazione  ;  donde  e   nata  la  legge  di 
alcuni  flati  che  impedifce  1'  ufcita  ai  pof- 
feiTori  di  fondi  ftabili :  legge ,  la  quale  fe 
da  una  parte  impedifce  1'  ufcita  del  de- 
naro ,  e  la  diminuzione  del  numero  de' 
contribuenti ,  dall'  altra   pero   non  invi- 
ta   le    efterc   famiglie   a    ftabilirfi   nello 
ftato  ,  a   comperarvi  dei  fondi ,  e  a  por- 
tarvi  le   ricchezze  ,    e  T  induftria  loro  . 
Sembra  dunque  a  primo  afpetto,  poi- 
che  il  tributo  tende  a  conguagliarfi  iulle 
confumazioni ,    che  arbitrario  fia  lo  Ice- 
gliere  anzi   una    clafl'e   che    F  altra  del 
popolo;   ma  cio  non  e  -,  poiche    quefto 


conguaglio  ,  e  quefta  fuddivlfione  del 
tributo  e  fempre  uno  ftato  di  guerra 
fra  ceto  ,  e  ceto  d'  uomini  .  Quando  il 
pod'effore  ,  e  il  Cittadino  che  ha  fondi 
debbono  anticipare  il  tribute ,  la  fuddi- 
vifione  ful  minuto  popolo  fi  fa  follecita- 
mente  e  con  poco  oftacolo ,  perche  egli 
e  il  potente  che  richiede  ragione  dal 
debole :  ma  quando  il  tributo  imme- 
diatamente  cada  di  primo  flancio  fulla 
clafTe  del  debole  ,  la  fuddivifione  fi  fa- 
ra  ,  ma  con  quella  lentezza  ,  e  con  que- 
gli  oftacoli  che  debbon  nafcere  quando 
il  debole  e  povero  cerca  ragione  dal  ric- 
co  e  potente  .  Quefti  intervalli  fra  1'  im- 
pulfo  e  la  quiete  fono  le  crifi  piu  im- 
portanti  negh  flati ;  e  fono  ben  da  of- 
fervarfi  in  ogni  cambiamento  di  tri- 
buto . 

II  tempo  che  trafcorre  fra  la  impo- 
fizione  del  tributo  e  il  conguaglio ,  e  un 
tempo  di  guerra  ,  e  di  rivoluzione  .  Quel 
che  dico  del  tributo  dicafi  delle  muta- 
zioni  nel  valor  numerario  delle  mone- 
te .  In  queflo  intervallo    di  tempo   fra 

i'  impulfo 


r  impulfo  dato  dal  legiflatorc  c  1'  equi- 
librio  ,  quel  ceto  d'  uomini  anticipata- 
mente  cancaro  del  tributo  IbfFre  un  pe- 
fo  niaggiore  delle  ordinarie  fue  forze  ; 
quaiito  piu  fara  deboie  e  povera  la  clalie 
a  piefei'cnza  cancata  ,  tanto  piu  fara  da 
temere  lo  Icorag^tmeriLO  deli'  induibia  , 
o  r  evan jrie  de^ii  abitanti .  II  primo 
canone  dunque  per  dingere  il  tributo 
fara  :  7ion  piombar  mai  hnmediatamente  fulla 
clajfe  de  p overt  . 

Si  e  creduto  che  ogni  tributo  final- 
mente  fi  riduca  a  una  capitazioiic ,  e 
fu  queilo  principio  fi  e  immaginato  che 
la  forma  piii  i'emplice  lia  taffare  egual- 
mente  ogni  abitante  .  II  ragionamento 
che  11  f a  fi  e  queilo .  Ogni  uomo  a  mi- 
fura  che  e  facoltofo  gode  delle  mani- 
faitare  e  dei  fervigj  d'  un  maggior  nu- 
mero  di  poveri  Cittadini ,  ai  quali  for- 
za  e  che  paghi  non  folamente  il  vitto 
corrifpondente  al  tempo  che  impiega- 
rono  per  lui,  ma  altresi  il  tributo  ])ro- 
porzionato  a  queilo  tempo  medefimo 
che  da  elfi  fi  e  dovuto  pagare  .  In  con- 

M 


17^  .  .^ 
feguenza  di  cio  la  capitazione  fi  con- 
guaglia  da  fe  medefima  ,  e  al  termi- 
nar  di  ogni  anno  avra  pagato  mag- 
gior  tribute  ogni  uomo  in  ragione  de- 
gli  agj  maggiori  che  ha  goduto  ,  e  il 
popolo  che  non  poflede  fara  ftato  in- 
tieramente  indennizzato  .  Ma  quefto 
difcorfo  ha  contro  di  fe  il  tempo  del 
conguaglio  ,  cioe  lo  fpazio  in  cui 
debba  il  povero  far  la  guerra  al  ric- 
co .  Aggiungafi  a  tutto  cio  la  ofti'- 
lita  che  feco  porta  un  iimile  tributo , 
e  la  odiofa  fervitii  a  cui  degrada  1' uo- 
mo ,  poiche  quando  il  tributo  abbia  per 
bafe  o  i  fondi  ftabili  ,  o  le  merci  di 
un  Cittadino  ,  il  tributo  e  una  azione 
che  cade  fulla  cofa ,  e  non  fulla  perfo- 
na  .  Laonde  la  pena  di  non  aver  pa- 
gato il  tributo  fara  la  perdita,  tutto 
al  piu  ,  del  fondo  o  della  merce  .  Ma 
quando  il  tributo  cade  fulla  perfona  ^ 
r  uomo  medefimo  >  la  fua  liberta ,  la 
fua  efiftenza  perfonale  vengono  ipote- 
cate  per  il  tributo,  e  la  poverta  e  Tim- 
potenza    vengono  ofFefe    c  opprefTe  da 


179 
quelle    leggi  medefime  chc    dovrebbero 

pure  eflTer  fatte  per  follevarle  e  difen- 
derle  .  Ogni  angolo  piu  ripofto  dello 
flato  ,  ogni  povera  capanna  debb'  effere 
vifitata  dai  periuflratori  ;  fe  la  famiglia 
d'  uii  povero  contadino  non  ha  la  mo- 
neta  del  cenfo  1'  infenfibile  efattore  la 
ridurra  all'  eflerminio  ;  fi  vedranno  i 
gabellieri  a  forza  flrappare  le  marre  ,  i 
vomeri ,  e  una  femplice  virtuofa  e  po- 
vera famiglia  reflera  in  totale  rovina  . 
Quefta  immagine  deve  real izz aril  dovun- 
que  vi  fia  un  tributo  divifo  per  capita- 
ziohe .  Dovunque  paghi  1'  uomo  ,  e  non 
il  pofielTore  ,  ivi  e  violata  radicalmente 
la  liberta  civile  .  Le  idee  morali  della 
nazlone  faranno  in  pericolo  ,  perche 
continui  efempj  della  forza  pubblica 
efercitata  fopra  gl'  innocent!  Ic  diftrug- 
geranno  .  L'  induilria  viene  corrofa  nella 
fua  radice  ,  e  la  nazione  non  ricevera 
mai  .fpinta  ad  accrefcere  V  annua  ripro- 
duzione,  perche  fifchia  il  flagello  dellc 
leggi  terribilmente  ful  capo  dcgli  uomini 
riproduttori  awiiiti  e  fcoraggiti.  A  queiri 

Mz 


i8o 
mali  un  altro   fe  ne  aggiugne  ,  ed   e  le 
fpefe  del  la  percezione  di  quefto  tiibuto  , 
per  ef  gere  il  quale  ,  fotto  quefta  forma  , 
conviene  mantenere  de'fubalterni  in  tanto 
numero  da  flenderfi  e  vifitare  ogni  anno 
ogni  piii  ripofta  abitazione  delio  ftato. 
Le  fpefe  della  percezione   del   tributo 
fono  di  un  mero  aggravio  alio  ftato  per 
due  ragioni .  Una   ragione   fi    e  perche 
di   tanto    e    piii   grave    il    pefo  ,     co- 
me   ognun    vede,    fu   tutta   la    nazio- 
ne  .  L'  altra  fi  e  perche  quanto  piu  s'ac- 
crefcono   i  gabellieri     di    ogni  genere  , 
tanto  fi  aumenta  nello  ftato  una  clafle 
d'uomini,    i  quali  non   ellendo    ne  ri- 
produttori ,   ne  mediatori ,    ma  femplici 
confumatori  ,    e   confumatori    che   non 
poiTedon  fondi,  che  non   difendono   lo 
ftato  ,    fono     percio   uomini   puramen- 
te    a    carico  .    II  loro   officio    natural- 
mente  oftile ,  la  loro  abitudine   di  am- 
miniftrar   denaro  pubblico ,   d'  ordina- 
rio  gli  rendono  anche    di   aflai   cattivi 
coftumi,    e   in  confeguenza   fi  e  quefta 
una  claffe  d'  uomini  fempre  piu  gravo- 


i8i 
fa ,  e  da  reftnngerfi  al  poflibile .  II  fe- 
condo   canone  che  debbc  dirigere  il  tri- 
buto  fi  e  :  fceglier  quella  forma  che  hnforti 
le  mi  nor  i  J'pefe  poJjibUi  nella  percezione  . 

II  tributo  ferifce  immediatamente  la 
claflb  del  piu  minuto  popolo  non  fola- 
mente  in  ogni  capitazione  palefe  e  ma- 
nifefta  ,  ma  altresi  in  ogni  capitazione 
tacita  e  occulta  .  Tale  fi  e  ogni  tributo 
impodo  fu  i  generi  di  prima  neceffita, 
e  molto  piu  fe  qualche  privativa  fe  ne 
appropriafle  il  Principe  per  venderli  fo- 
lo  al  popolo .  In  quefli  generi  di  pri- 
ma neceflita  confumandone  prefTo  a  poco 
egual  porzione  tanto  il  facoltofo  ,  quan- 
to  il  povero  ,  egli  e  manifefto  che  quan- 
to  ai  fuoi  efFetti  un  fimil  tributo  ft 
riduce  a  capitazione  , 

Quefta  capitazione  ,  tacita  pero ,  feb- 
bene  poiti  con  fe  il  contralto  fra  il 
debole  e  il  forte  nel  di  lei  conguaglio, 
non  e  nella  efecuzione  tanto  odiofa  e 
oftile ,  quanto  la  vera  capitazione  ,  ef- 
fendovi  lempre  una  forta  di  fpontaneita 
nel    contribuente ,    ed    effend^   garanti 

Hi 


i82 

verfo  r  erario  non  la  nuda  efiftcnza  dell' 
uomo  ,  ma  gl'  indifpenfabili  bifogni  di 
lui . 

Cade  il  tributo  fulla  clafTe  de'  Citta- 
dini  piu  deboli  immediatamente  quan- 
do  venga  particolarmente  impoflo  fullc 
vendite  pid  minute  .  In  alcuni  paefi 
c  libero  il  contrattare  in  grolTe  partite 
di  alcime  merci  di  ufo  pubblico  ,  e  non 
lo  e  il  venderne  in  htaglio  per  i  gior- 
nalieri  bifogni  del  piu  minuto  popolo 
fenza  pagare  un  feparato  tributo  .  Da 
cio  ne  nafce  die  i  pii^i  poveri  e  bifo- 
gnofi  mancando  fempre  di  un  capitale 
per  provvederfi  ad  un  tratto  della  confu- 
mazione  di  qualche  fettimana  ,  debbo- 
no  colle  piccole  com  pre  di  ogni  gior- 
no  pagare  talvolta  la  merce  peifino  il 
doppio  di  quello  che  la  pagano  i  piii 
facoltofi .  Ognuno  facilmente  fentira 
quanto  poco  fia  umana  e  giufta  una 
si  fatta  maniera  di  diftribuire  il  carico , 
e  che  tutti  quefti  peli  ,  di  primo  slancio 
impofli  a  quella  parte  di  uomini  che  non 
pofi'ede  ,   tendono  a  fcoraggire  1'  indu- 


1^3 
/tria ,  e  defolare  la    parte  piu  operofa 

della  nazione  ,  e  confeguentemente  effe- 
re  tributi,  che  fara  fempre  pofTibile  ri- 
partire  altrimenti  con  utile  della  na- 
zione . 

Ho  detto  di  fopra  che  il  fecondo  vi- 
zio  nella  ripartizione  del  tributo  fi  e 
quando  nella  percezione  di  efTo  vi  fia 
abuib ,  Sara  un  abufo  nella  percezione 
del  tributo  fe  nella  clafTe  degli  uomini 
deftinati  alia  finanza  vi  fara  o  eccclTo 
nel  numero ,  o  eccefTo  ne'falarj  i  poi- 
che ,  come  ii  difle ,  quefto  pefo  rica- 
dera  fulla  nazione  .  11  problema  che 
deve  fcioglierfi  tutte  le  volte  che  fi  tratta 
di  tributo  fi  e  fempre  quefto  .  Cojne  Jl 
poj/'a  fare  che  fra  la  fomma  totale  pagata 
dal  popolo ,  e  la  fomma  totale  entrata  neW 
erario  vtfia  la  minor e  differ enza  pofjibile  5 
lafciando  alia  nazione  tutta  la  pofjibile.  li^ 
berth  . 

Sara  un  abufo  nella  percezione  del 
tributo  ,  e  abufo  maffimo ,  quando  vi 
fia  luogo  ad  arbitrio,  e  che  i  finan^ 
zieri  polTano  efentar  gli  uni ,  aggravare 

M4 


i84 
gli  altri  a  loro  talento  ,  c  ch<^  il  dc- 
bole  €  lontano  fia  nella  altcrnativa  o 
di  fofFrire  una  forza  ingiuHamente  ado- 
perata  contro  di  lui  coii  pazienza  ,  ov~ 
vero  intentare  una  lite  cerritro  un  po- 
tente  incaricato  della  nicolTione  dei  tri- 
buti,  die  ha  un  facile  accelib  ai  tri- 
bunal! .  Tutte  le  volte  che  nelia  focieta 
pofla  pivi  r  uomo  che  la  legge ,  non  fi 
fperi  mai  induitria .  Quefta  non  regna 
fe  non  vi  e  fparfa  generalmente  iuila 
faccia  della  nazione  la  ficurezza  della 
perfona  ,  e  dei  beni:  ne  li  vedra  mai 
r  induftria  dar  vita  ad  un  popolo  fe 
non  fia  fianchcggiata  dalla  libei  ta  civile , 
per  cui  dalla  facra  autorita  delle  leggi 
tanta  protezionc  riceva  ogni  membro 
della  focieta,  che  neilano  poiia  mai  im- 
punemente  ufurpargli  del  fuo  .  II  terzo 
canone  adunque  dei  tributo  11  e :  f/6'  egli 
abbia  per  norma  leggi  cbiare ,  preci/e  ,  in- 
'violabili  da  ojjervarji  imparxialmente  "jerfo 
di  qualunque  contribiicnte  . 

11  terzo    vizio  nelia   lipartizione    del 
tributo  li  e  quando  djrettamente  fi  op- 


'^5 
ponga  alia  circolaZione  ,  ovvero  all'  ac- 
creicimento  dell'  annua  elportazione  ,  e 
in  una  parola  quando  n  opponga  di 
fronte  a  quella  azione  che  *  e  utile  a 
promuovere  nello  ftato  per  accrefcere 
r  annua  riproduzione  .  Ogni  tributo  che 
fia  impofto  ful  trafporto  delle  merci  da 
luogo  a  luogo  nello  ftato  fa  1'  cftetto 
medefimo  ,  come  fi  e  di  fopra  accen- 
nato ,  come  fe  fi  allontanaffe  fificamente 
un  luogo  dair  altro  :  confeguentemente 
tende  a  diminuire  i  contratti  e  la  cir- 
colazione .  Ogni  tributo  impofto  ful 
palfaggio  delle  ftrade  ,  e  ful  trafporto 
delle  merci  ,  come  i  pedagj  ,  i  carichi 
fuile  vetture  ,  fu  i  carri  ec.  fono  del 
genere  medefimo  ,  e  fanno  il  medefimo 
cffetto  di  diradare  la  nazione ,  e  ren- 
dere  le  parti  di  eiTa  piu  ifolate ,  e  meno 
comunicanti  . 

Impedira  la  circolazione  interna  pa- 
rimente  ogni  tributo  che  fia  impofto 
fu  i  contratti ;  poiche  febbene  imme- 
diatamente  non  impedifca  il  trafporto , 
rallenta  pero    la  rapida  comunicazione 


I  86 
dei  Cittadini  ,  diminuifcc  il  numcro  dci 
contratti  ,  fcema  la  circolazione  ,  con- 
feg uenteinente  tende  a  impicciolire  1'  an- 
nua riproduzione  .  Quarto  canone  adun- 
que  fara  :  non  collocare  mai  il  tributo  in 
modo  che  direttamente  accrefca  le  fpeje  del 
trafporto  da  luogo  a  luogo  nello  Jtato  ,  o 
5  interponga  mai  fra  il  venditore  e  il 
compratore  immediatamente . 

Se  vorra  imporfi  tributo  all'  ingreflb 
nello  ftato  delle  materie  prime  ,  fulle 
quali  fi  efercita  1'  induftria  nazionale, 
ovvero  fugli  ftromenti  che  fi  adoprano 
deir  induftria  per  le  manifatture  ,  I'an- 
nua  riproduzione  delle  manifatture  fce- 
mera ,  come  ognun  vede .  Parimente  fe 
s'  imponga  tributo  nell'  ufcita  dallo  fta- 
to liille  manifatture  nazionali ,  vi  fara 
da  temere  che  efle  nella  concorrenza 
vengano  pofpofte  preflb  degli  efteri  per 
il  prezzo  troppo  caro  ,  ammeno  che 
r  eccellenza  delle  manifatture  non  fia 
giunta  a  fegno  da  non  aver  concor« 
renti . 


'8; 

Se  a  mlfura  die  le  terre  vengono 
dall'  induftria  accrefciute  di  valore  ,  a 
mifara  che  I'  agricoltura  li  ftende  fu' 
terreni  in  prima  derelitti ,  a  mifura  che 
un  artigiano  accrefce  il  numero  de'  te- 
laj ,  in  una  parola  fe  a  mifura  che  1'  uo- 
mo  cerca  di  migliorar  la  fua  forte  coll* 
attivita  dell'  induftria,  gli  cadera  pro- 
porzionatamente  ful  capo  un  foprac- 
carico  di  taiTa  ful  tributo ,  quefto  tri- 
bute fara  diametralmente  oppofto  ai  pro- 
greiTi  deir  induftria  ,  e  tendera  diret- 
tamente  a  impedire  i  progrefli  dell'  an- 
nua riproduzione  .  Qainto  canone  adun- 
que  :  non  fi  debbe* far  inai  che  il  tributo 
fegua  immcdiatainente  /'  accrefcimento  deW 
induftria  . 

Non  fa  d'  uopo  ch'  io  ricordi  come 
tutt'i  tributi  impofti  fulle  nozze  fono 
dannofi  ,  perche  fono  un  oftacolo  di- 
retto  contro  la   popolazione  . 

Si  oilervi  inoltre  che  fe  il  tributo  ft 
paghera  una  o  due  volte  1'  anno  ,  e  o 
non  fi  divida  ,  o  fi  divida  in  poche  parti , 
ne  accadera  che  avvicinandofi  il  tempo 


i88 
di  pagarlo  fi  fottraera  dalla  circolazio- 
ne  tutta  ad  un  tratto  una  mafia  im- 
portante  di  denaro  ,  anzi  dovra  comin- 
ciarfi  qualche  tempo  anticipatamente  a 
radunarla  ,  e  cosi  con  un  moto  for- 
zato  efcira  dalla  camera  del  contratti 
una  quantita  fenfibile  di  merce  univer- 
fale  ,  e  fi  rallentera  1'  attivita  del  com- 
mercio  .  Per  lo  che  in  quanto  mag- 
gior  numero  di  pagamenti  piiJ  piccoli 
fi  potra  dividere  il  tributo,  tanto  piu 
li  confervera  uniforme  il  moto  della 
circola<:ione  . 

§.  XXXI. 

Afpetti  diverji  del  tributo  . 

O  accennato,  fecondo  che  mi  fem- 
bra ,  qual  fia  la  forma  in  cui  ri- 
partito  il  tributo  ,  fia  di  nocumento  alia 
nazione  .  Brevemente  ofTerviamo  fotto 
quai  diverfi  afpetti  fi  prefenti  il  tributo 
al  popolo. 


189 

Alcuni  fono  t\:]b\\tifcopertiy  e  tale 
e  ogni  pagamento  che  ia  il  Cittadino 
air  erario  pubblico  fenza  riceverne  al- 
cuna  cofa  immediatamente  in  contrac- 
cambio .  Tali  fono  i  tributi  che  paga 
il  proprietario  fulle  fue  terre  ,  il  mer- 
cante  lulle  fue  merci,  il  padrone  fuUa 
fua  cafa,  il  viaggiatore  ful  pedaggio, 
e  r  uomo  qualunque  nella  capitazione 
propriamente  tale  . 

Altri  fono  tributi  occultt .  Di  quefla 
natura  fono  le  vendite  privative  che  ha 
51  Sovrano  o  del  Sale  o  del  Tabacco, 
o  d'  altro  qualunque  genere,  poiche 
r  uomo  mentre  paga  il  tribute  fa  1'  ac- 
quifto  di  una  merce ,  e  la  quantita  del 
tributo  refta  quafi  amalgamata  e  occul- 
ta col  prezzo  naturale  della  merce  che 
com.pra.  Di  tal  genere  fon  pure  tutti 
i  tributi  che  anticipo  il  rnercante  a  no- 
me  del  confumatore  all'  introdurre  le 
merci  eftere  nello  ftato,  tributi  che  il 
compratore  paga  fenza  quafi  avveder- 
fene ,  perche  frammifchiati  col  prezzo 
della  merce. 


19^ 

III   due   altri  aCpetti  fi    fottodividono 

in  faccia   della   nazione  i  tributi  ,   e  fo- 

no  :    altri  forzoji  ,  altri  Jponta7iei .    For- 

zofi  fon  qaei  fuUe  terre  ,   fuUa  capita- 

zione   propriamente  tale  fulie  cafe  &c. 

poiche  non   e  in.  liberta  del    Cittadino 

{'efentarfene  quando  ei    voglia  perfeve- 

rare   nel  fuo  llato .    Spontanei    poi  fo- 

no  ,  o  almeno   appajono ,   i  tributi   ai 

quali  r  uomo  fi  affoggetta  per  propria 

fcelta ,  affine  di  prccurarfi  un  bene  .  Fra 

li  fpontanei    il   primo    di    tutti   fi  e  il 

tributo  delle  Lotterie .   lo  non  parlo  di 

ogni   forta  di   lotterie    indiflintamente ; 

molte  ve   ne  fono  di  fondate  fopra  una 

equa   proporzione  fra  X  utile  e  T  azzar- 

do  ',    altre    fi  convertono  in    oggetti  di 

pubblica  utilita ,  ma  alcune  lotterie  na- 

fcondono    una  tale   ingiullizia ,   che  fe 

quefto    genere    di  tributo   non  ci  folic 

trapaflato  per  tradizione  del  fecolo  fcor- 

fo,  tanta   e   1'  umanita    che    prefente- 

mente  regna  in  Europa ,  tanti  progrefli 

ha  fatti  la  ragione  univerfale ,  tanto  lu- 

minofamente  Ti   conofce  la  unione  che 


paffa  fra  gl'  intereffi   pubblici ,  e  la  tu- 
tela  del   piu  minuto  popolo  ,   ch'  io  ar- 
difco    credere   che   ne    farebbe   rifiutato 
il  progetto   fe    ora  fofle  per    la   prima 
volta  propofto  .  La  venerabile    autorita 
delle  leggi  deftinate    a   far   vegliare    la 
giuflizia    de'  contratti  non    fi   vorrebbe 
dsgradata  a  fegno  di  far  inlidiofo  invi- 
to ai  creduli  Cittadini  per  un  contratto 
talmente  feducente   e  lefivo  che   farebbe 
difciolto   dalle   leggi   medefime    qualora 
fi  faceife  tra  private  e   private  a  molto 
minore  difuguaglianza  .  II  piii   minuto 
popolo  che  non  e ,   ne  puo  mai  eflere 
generalmente  profondo   calcolatore  vie- 
ne   delufo   con   gigantefche  ,    e    chime- 
rich  e  fperanze   d'  una  difficiliflima   for- 
tuna ,   alia    quale  le   piu  povere    fami- 
glie    dello    ftato  facrificano  il    letto ,  il 
veflito   della    moglie    e  de'  figli  ,    ridtj- 
cendofi  all' ultima  miferia  e  diiperazione. 
La  fuperftizione,  i    facrilegj ,   i    furti, 
le   proftituzioni  ,   e  il    mal   coflume  di 
ogni  genere   viene   promoffo    da  quefla 
clafTe  di  tributo  fpontaneo,  per  cui  all* 


192 
uomo  piu  virtuofo  dello  ftato ,  al  pa- 
dre del  popolo ,  al  legiflatore  fi  fece 
veftire  talvolta  il  carattere  della  fedu- 
zione  !  Lo  ripeto  ,  non  parlo  indirtin- 
tamente  di  ogni  lotteria,  parlo  foltan- 
to  di  quelle  che  adefcano  la  piu  mife- 
ra  plebe  ad  un  contratto  fproporziona- 
tiffimo  ,  di  cui  la  ingiuftizia  farebbe  ftu- 
pore  fe  la  complicazione  del  calcolo  e 
la  ncbbia  da  cui  e  attorniata  1'  intrin- 
feca  fomma  fproporzione  di  queft'  az- 
zardo  forfe  facilmente  penetrabile  dai 
Magiftrati .  Dico  adunque  che  quefta 
clafle  di  tribute  ,  febbene  volontario ,  ver- 
rebbe  piu  innocuamente  ripartita  fulla 
nazione  in  altro  modo  ,  e  tanto  piu  fa- 
cilmente quanto  che  non  e  mai  queflo 
un  ramo  de*  principali  per  1'  erario  • 


§.  XXXII. 

Su  qual  clajje  d'  uomini   cojivfnga   dijiri'- 
buire  il  T^ributo 

QUale  fara  dunque  il  modo  con  cui 
diiinbuire  le  pubbliche  gravezze 
Goii  miiiore  nocumento  del  popolo  ?  Dai 
cinque  canon  i  fiiTati  difopra  emana  la 
foluzione  di  queflo  quelito!  Quel  tribu- 
to  fara  men  nocivo  alio  ilato  che  imme- 
diatamente  non  percuotera  la  clafTe  del 
poveri ,  quello  di  cui  la  percezione  fara 
la  meno  dilpendiofa ,  e  meno  foggetta  all* 
arbitrio ,  quello  che  non  accrefca  imme- 
diatamcnte  le  fpefe  dei  trafporti  inter- 
ni ,  ne  s'interponga  fra  il  venditore  ed 
il  compratore  ,  e  che  non  vada  troppo 
da  vicino  accrefcendo  col  crefcere  delF 
induftria. 

Si  e  accennato  piii  fopra  che  il  tribu- 
to  e  fern  pre  una  legge  che  trova  un  nifo 
negli  uomini  a  deluderla.  Dunque  fara 
fempre  piii  ficuro  il  tributo  quando  per- 
cuotera immediatamente  un  numero  mi- 

N 


^94  .  . 

tiore  di  uomini*    Due  vantaggi  vi  faran- 

no:  un  vantaggio  di  dover  tener  di  vifla 
un  numero  minore  di  debitori.  L'  altro 
vantaggio  fara  di  aver  minori  fpefe  nella 
percezione  pefche  le  fpefe  di  eflk  tanto 
fono  minori  quanto  dimintiifce  il  nume*. 
ro  degl'  immediati  contribuenti. 

Pofto  cio  i  quale  e  la  clafle  fra  i  mem- 
bri  dello  ftato,  che  fi   pud  trafcegliere 
piu  innocuamente  per  ricevere  immedia- 
tamente  da  efia  il  tributo  ?  La  clafie  dei 
J^ojjejjbri  -.    Chiamo   pofleffori   colore  ,  i 
quail  hanno  in  loro  dominio  e  proprieta 
o  fondi  di  terra ,  o  cafe  ,  o  mercanzie  , 
t>  merce  univerfale  data  a  cenfo  ,  o  fu  i 
banchi   pubblici,  o  particolari  ,    Tuttc 
quefte  quattro  categorie  di  poflefTori  vor- 
rebbe  la  giuftizia  che  uniformemente  a 
tnifura    della   loro    proprieta   portaflero 
immediatamentc  tutti  i  peli  della  nazio- 
ne  i  perche  dalla  focieta  effi  ritraggo  no 
non  folamente  la  protezione  della  pro- 
prieta perfonale,  comune  a  ciafcun  uomo, 
ma  efli  di  piii  ritraggono  la  protezione 
della  proprieta  realei  ne  potendo  dai'e 


nulla  air  erario  chi  nefTuna  ncchezza 
pofsede  y  ogni  ragion  vuole  che  1*  erario 
riceva  una  })arte  dell'  annua  riprodu- 
zioiie  daiie  mani  di  quelli  che  foli  la 
poiledono. 

Si  e  gia  veduto  in  prima  qual  jfla  la 
forza  elpanfiva  del  tributi,  e  come  i 
poifeirori  ccrcherebbero  a  conguagliarfi , 
e  a  far  coacorrere  anche  i  non  poiTeiTori 
con  un  opera  piu  intenfa,  e  atriva,  la 
quale  e  il  folo  fondo  con  cui  i  non  pof- 
fefibri  pofTono  poitare  la  lor  parte  del 
tributo.  I  poilelibri  inoltre  fono  la  clafTe 
fola  che  pofla  fare  1'  anticipato  disborfo 
del  tributo,  perche  efli  unicamente  ne 
hanno  la  forza  ,  e  altresi  efli  unica- 
mente poflbno  fare  colla  maggiore  ce- 
lerita  il  conguaglio  ,  e  diradare  a  norma 
delle  confumaZiOni  di  ciafcuno  i  peli 
pubblici  . 

Ho  detto  che  la  riuftizia  vorrebbe  che 
tmiformepiente  pagaflero  le  quattro  ca- 
tegorie  dei  poirellbri  indiflintamente  ;  ma 
fpeife  volte  in  politica  vuole  la  neceflita 
fcoftarfi  dalla   rigida  precifione  geome- 

N  2 


196 
trica,  e  convicnc  allontanarfi  dal  gran 
nemico  del  bene ,  1'  ottimo  apparente  .  Si 
tratta  non  gia  di  evitare  ogni  inconve- 
niente,  ne  ogni  parziale  ingiuftizia  j  che 
il  tributo  ne  ha  fempre  porzione ;  fi  trat- 
ta di  fcegliere  i  minori  inconvenienti  e 
non   piu. 

I  PofTefTori  della  merce  univerfale  ac- 
comodata  o  ai  Cittadini ,  ovvero  ne'  ban- 
chi  pubblici  come  contribuirebbero  al  tri- 
buto ?  Su  i  banchi  pubblici  farcbbe  di  fa- 
cile efecuzione  -,  ma  perche  pagar  loro  un. 
interefle ,  e  poi  diminuirlo  ?  Sarebbe  aflai 
piia  femplice  ribaflar  gli  interefli  net  mo- 
do  detto  altrove  .  I  cenfi  fatti  preflb  del 
privati  come  potrebbero  ridurfi  a  cata- 
ilro  ?  Obbligheremo  noi  ogni  uomo  a  pa- 
lefare  i  fuoi  dcbiti  ?  Con.  cio  (i  diminui- 
rebbe  con  una  odiofiffima  legge  tutta 
quella  parte  non  piccola  di  circolazione 
che  faffi  unicamente  appoggiata  alia  opi- 
nione ,  confeguentemente  fi  rallenterebbc 
r  induftria .  Se  vogliafi  flare  alle  fponta- 
nee  notificazioni ,  apparira  ben  modico 
il  fondo  cenfibile ,  e  fara  punita  Tinge- 


197  . 
nuita.   Si   rlcorrera  a  premiar  delator! 

per  ifcoprire  i  cenfi  non  palefati  ?  la  dif- 

ndenza  ,  il  fofpetto  fi  fpargera  nel  popo- 

lo  ,  e  il  coftume  pubblico  verra  corrot- 

to  nelle  midolla .    Che  cataftro  fara  mai 

quello  dei  preftiti  ?  Variabile  in  ogni  me- 

fe ,  in  ogni  giorno  ,  e   fempre  di  una 

fluttuante  quantita .  Aggiunganfi  le  fpe- 

fe  del  gran  numero  dei  fubordinati ,  iic- 

ceflarj  a  correr  dietro  quefti  volubili  ele- 

menti ,  e  tenerne  regiftro ,  e  itroverafli 

che  e  men  male  la  parziale  ingiuftizia  di 

lafciare    efente  quefta  categoria  di  pof- 

fefTori ,  e  accoUar   la  loro  porzione  ad 

altra  categoria,     anzichc    ingolfarfi    in 

quefto  caos  di  graviffimi  difordini. 

§.  XXXIII. 

Se  convenga  addojfare  tutti  i  caricM 
at  fondi  di  terra, 

REftano  dunque  cenfibili  i  fondi  d'a- 
gricoltura ,  le  cafe ,  e  le  merci  • 
Non   mancano  in  quefti  ultimi  tempi 

N3 


198 

dele  opere  fcritte  profondamcnte  falla 
materia  del  tribute  ,  nelle  quali  con  af- 
fai  precifione  fi  folliene  dover  quefto  ca- 
dere  intieramente  Ibpra  le  terre,  e  doverli 
i  fondi  d '  agricoltura  coniiderare  come 
i  foli  beni  cenfibili  deilo  ftato  .  Qaefla 
forma  di  ripartire  il  tributo  e  perretta- 
mente  corrifpondente  ai  cinque  canoni 
flabiliti  di  fopra;  poiclie  non  caderebbc 
mai  di  flancio  fu  i  poveri ;  farebbe  di  po- 
chiffima  fpefa  la  percezionej  avrebbe  leg- 
gi  inviolabili  che  efciuderebbero  ogni  ar-, 
bitrio ;  non  s'  interporrebbe  mai  a  inter- 
rompere  la  circolazione ,  ne  punirebbc 
r  accrefcimento  dell'  indullria  ,  foltanto 
che  le  terre  refe  nuovamente  a  coltura 
fi  lafciafTero  per  legge  el'enti  dal  tributo 
per  un  deterr*iato  numero  di  anni . 
Non  fi  puo  dare  maniera  piii  femplice 
di  queila .  Una  ftima  generale  di  tutti  i 
fondi  dello  ilato  formerebbe  il  cataftro 
fal  quale  ripartire  il  tributo  .  Ogni  an- 
no fi  potrebbe  fapere  di  quanta  fomma 
abbia  bifogno  V  erario  pubblico  ,  quan- 
te  fpefe  fi  debban  fare   dallo  flato  per 


199 

mantenere  le  opere  pubbliche  ,  le  ftrade , 

i  ponti  ^  gli  argini  &c.  ( Ipefe  le  quali  e 
fempre  bene  npartirle  univerfalmente  fu 
tutta  la  focicta  non  mai  locale  )  ,  quan- 
to  importerebbero  le  nuove  opere  da  far- 
li  per  render  navigabili  i  canali,  e  i  iiu- 
mi,  veicoli  dell'  induftria  che  avvicinano 
reciprocamente  le  terre  &c,  Tutte  que- 
fte  fpefe  tcrritoriali  unite  a  quelle  dell' 
erario  formerebbero  la  fomma  da  impor- 
fi  fu  tutti  i  fondi  di  terra  regiftrati  nel 
cataftro ,  e  cosi  con  un  facile  conteg- 
gio  verrebbe  dichiarato  quanto  fi  deb- 
ba  pagare  per  ogni  fcudo  di  valor  ca- 
pitale  dei  fondi  ftabili ,  Ogni  terra  ,  ogni 
diftretto  avrebbe  il  fuo  cataftro  provin- 
ciale  colla  quantita  totale  de'  fcudi  a  cui 
c  valutato  il  fuo  territofio ,  e  colla  fpe- 
cifica  nomenclativa  della  quantita  poife- 
duta  da  ciafcuno  -,  onde  con  un  fempli- 
ce  editto  ogni  poilelTore  faprebbe  quan- 
do  fcada  il  tempo  ,  e  quanto  debba  pa- 
gare per  il  tributo  .  Oghi  terra  avreb- 
be il  proprio  efattore  obbligato  a  sbor- 
iare  nella  caila  della  provincia  nel  dato 

■        N4 


2O0 

termine  la  data  fomma  .  L'  efattore  tal- 
volta  dovrebbe  anticipare  la  fomma  a 
nome  di  qualche  poflefTore,  contro  del 
quale  avrebbe  1'  ipotcca  privilegiatifTima 
dei  fondi  obbligati  al  tribute  ,  e  dal  qua- 
le dovrebbe  percepire  un  frutto  del  de- 
naro  anticipato,  filFato  bensi  dalla  legge , 
ma  piu  alto  dei  correnti  intcreffi  .  Le 
cafle  delle  provincie  difporrebbero  poi 
del  tribute  o  trafmettendolo  alia  capi- 
tale ,  ovvero  a  mifura  degli  ordini  che 
riceveffero  dalla  camera .  Un  fiftema 
fimile  e  ftato  realizzato  con  profitto  per 
ripartirvi  i   carichi  fulle  terre. 

Egli  e  vcro  che  riponendofi  tutti  i  ca- 
richi dello  ftato  iulle  terre  fole ,  cioe  fuUa 
parte  dominicale  di  elTe  ,  lecceflb  del 
pefo  fovr'  impcffto  lo  featirebbero  gli 
attuali  pofleflori  -,  ma  pallando  per  mez- 
zo dei  contratti  in  un  nuovo  polie  (To- 
re, eflb  non  pivi  fen tirebbe  il  pefo  ,  elien- 
do  che  nella  vendita  de'  fondi  di  terra 
11  compratore  terca  d'  impiegare  il  fuo 
capitale  in  ragione  di  un  tanto  per  cen- 
to 5  e  calcolando  il  frutto  annuo  del  fon- 


201 

do ,  calcola  la  fola  porzione  dominicale 
fpendibile ,  depurata  da  ogni  tribute  e 
fpefe  anniie  dell'  agricoltura  :  perleche 
quella  forta  di  tributo  coll'  andar  del 
tempo  non  farebbe  d'  aggravio  ai  pofTcf- 
fori ,  e  diverrebbe  come  una  fervitu  paf- 
liva  del  fondo  calcolata  ncll*  atto  dell' 
acquifto. 

Ma  il  ripartire  tutto  il  pefo  del  tributo 
fulla  categoria  dei  foli  pofTeflbri  delle 
terre  non  mi  pare  efattamente  cofa  giu- 
fta  ;  poiche  anche  i  pofTeflbri  delle  merci 
fon  pofleflbri  che  ricevono  dallo  flato 
ima  egual  protezione  fulla  lor  propric- 
ta  reaie,  e  in  confeguenza  debbono  e- 
gualmente  a  proporzione  della  ricchez- 
za  portar  parte  del  pefo  della  pubblica 
tutela  .  Se  Taonua  riproduzione  e  il  vero 
fondo  della  ricchezza  nazionale  ,  e  fe 
queft'  annua  riproduzione  parte  e  forma- 
ta  dalle  derrate  e  dai  frutti  della  terra  ,  e 
parte  dalle  manifatturc ;  fara  indifteren- 
te  che  I'uomo  iia  ricco  perche  poffeda 
le  une  piuttoflo  che  le  altre ;  e  fe  la 
giuftizia  fuggerifce  di  far  che  contribui- 


202 

fcaiio  i  pofTefTori  nel  tributo  a  mlfura 
della  loro  ricchezza ,  mi  pare  evidente 
che  il  poirefsore  mercante  debba  porta- 
re  una  parte  del  pefo  appunto  come 
il  pofsefsore  terriere. 

Se  vorra  darli  una  efenzione  totale 
al  mercante  ,  e  appoggiare  il  carico  to-r 
talmente  ful  pofselsor  terriere,  reftera 
r  induftria  degli  uomini  rivolta  piii  alle 
manifatture  che  non  all'  agricoltura  ,  e 
vi  fara  pericolo  che  quell'  ultima  non 
rifenta  i  mali  del  tributo  quando  il  di 
lui  difetto  e  originato  dalla  fproporzio- 
ne  coile  forze  dei  contribuenti .  Ne  potra 
il  terriere  giammai  conguagliare  fuUa 
nazione  il  gravofo  tributo  impoftogli , 
tofto  che  la  na/ione  pofsa  ricevere  le 
derrate  anche  da  eftero  paefe :  efscndo  che 
qualora  il  terriere  volefse  rifarcirfi  ven- 
cendo  apiu  caro  prezzo  ilgrano,  il  vino, 
r  olio,  &c,  che  gU  producono  i  fuoi 
fondi,  non  potrebbe  eccedere  un  dato 
limite,  altrimenti  il  negoziante  introdur- 
rebbe  da  paefi  efleri  le  medefime  derra- 
te, e   forzerebbe  il  proprietario  terrie* 


203 


re  a  ribaflare  ,  Si  oflervl  in  tal  propoiito 
che  anzi  fe  lo  ftato  continafle  con  un 
paefe  fertile,  e  in  cui  il  tributo  lulle 
terre  fofle  leggiero ,  tutte  le  derrate  cflere 
cntrandovi  fenza  alcun  tributo  verreb- 
bero  ad  avere  la  preferenza,  ammeno  che 
il  proprietario  delle  terre  nazionali  non 
riballi  al  loro  livello  il  prezzo  delle  der- 
rate nazionali ;  e  cosi  il  tributo  nuova- 
mente  impoflo  I'ulle  terre  ricaderebbe 
in  una  collante  diminuzione  di  ricchez- 
za  del  terriere  fia  nelia  rendita  annua , 
fia  nella  vendita  die  volelTe  fare  dei 
fondi  .  In  uno  ftato  eftero  e  grande 
queft'  inconveniente  non  fi  fara  fentire  fe 
non  verfo  i  contini ;  ma  in  una  piii  ri- 
ftretta  focieta  il  danno  pailera  in  ogni 
parte  ,  e  penetrera  fuio  al  centro. 

Tutti  i  tributi  che  fi  pagano  dal  con- 
tadino  e  ncl  veftito  ,  e  nel  cibo ,  e  nei 
contratti  ,  e  fotto  qualanque  altra  for- 
ma gli  paghi ,  realmente  gli  paga  il  pro- 
prietario del  fondo  .  Quefto  e  evidente  ; 
poiche  dalia  riproduzioue  annua  dei  cam- 
pi  fi  debbono  prededurre  le  fpefe  della  col- 


204 

tivazione  ,  il  vitto  del  contadino ,  c  ogni 
tributo  pagato  dal  contadino  ;  il  reftan- 
te  fara  la  porzione  dominicale ;  e  fe  al 
contadino  fi  togliera  ogni  tributo  ,  di 
altrettanto  vena  accrefciuta  la  porzione 
dominicale  .  Danque  il  tributo  del  con- 
tadino cade  ful  proprietario  .  Lo  fteflb 
dico  del  tributo  che  paga  ogni  dome- 
ilico  falariato  dal  padrone  dei  fondi  di 
terra ,  effendo  che  colui  che  non  polTe- 
de  in  quefto  mondo  altro  che  il  fuo  fa- 
lario  ,  da  quello  cava  di  che  pagare  il  tri- 
buto i  onde  di  tanto  potrcbbe  fgravarfi 
il  proprietario  fuUa  porzione  colonica  di 
quanto  fofFe  aggravata  la  dominicale; 
e  di  tanto  pure  fgravarfi  il  padrone  fu 
i  falarj  de'  domeftici ,  di  quanto  efli  fof- 
fero  follevati  nella  confumazione ;  e  il 
manifattore  di  tanto  pure  diminuire  le 
mercedi  della  man  d'  opera  di  quant' 
effa  fofle  foUevata .  Sin  tanto  adunquc 
che  fi  aggravera  la  parte  dominicale  del 
proprietario  terriere  di  tutto  il  tributo 
che  pagavano  i  contadini,  e  ifalariati; 
con   quelle  operazioni  fi  faranno  otte-* 


205^ 

tiAiti  due  ottlmi  fini;  cioe  rendere  piu 
certa ,  e  indefettibile  la  rendita  per  I'e- 
rario,  e  foUevare  il  proprietario  mede- 
limo  ,  gli  agficoltori ,  e  i  falariati  dall' 
arbitrio ,  e  dalle  maggiori  fpele  della  per- 
cezione  dell'  antico  tributo. 

Ma  in  una  nazione  fi  conlldera  chc 
la  quinta  parte  di  efla  vive  nelle  citta , 
e  febbene  quefta  proporzione  alTerita  da 
uno  fcrittore ,  che  fu  dei  primi  a  me« 
ditare  fopra  alcuni  di  quefti  oggetti  fia 
flata  contraflata  da  un  filofofo  Inglefe, 
fi  trovera  in  pratica  generalmente  vera , 
Dalle  quattro  quinte  parti  della  nazio- 
ne che  vivono  fuori  delle  Citta ,  ve  n'  c 
una  porzione  fenfibile  che  non  vive  d'a- 
gricoltura,  ma  bensi  fulla  negoziazio- 
ne  .  La  parte  che  vive  nelle  citta  non 
e  certamente  la  maggiore  quella  de*  pof- 
fefsori  delle  terre ,  e  de'  loro  falariati . 
Vi  e  un  ceto  confiderabile  di  Cittadini 
pofsefsori  di  merci ,  e  molti  falariati 
dipendenti  da  efli ,  e  tutta  la  fomma 
del  tributo  che  attualmente  pagano  i 
pofsefsori  delle   merci   e   loro  falariati' 


2o6 
farebbe  una    fomma  di   fopraccarico  che 
caderebbe   fuUe  terre   con    troppo  pefo 
ai  proprietarj ,  e  con  fifica   e  reale  di- 
minuzione  della  loro   ricchezza  . 

Quando  tutto  il  tributo  fofse  fulle 
terre  egli  e  vero  altresi  che  il  proprieta- 
rio  per  le  confumazioni  proprie  ,  come 
vitto  ,  veftito  ,  addobbi,  livree,  cavalli  , 
e  loro  mantenimento  &c.  riceverebbe 
un  foUievo  ^  poiche  tanto  meno  do- 
vrebbe  fpendere  per  quefti  oggetti  , 
qiianto  era  il  valore  del  tributo  che 
portavano  ,  delle  fpefe  della  percezio- 
ne  di  efso  ,  e  dell'  arbitrio  a  cui  era  fot- 
topoflo .  Ma  quefta  utilita  fara  ella 
paragonabile  al  fopraccarico  che  gli 
piomberebbe  fall  a  parte  dominicale  ? 
Sara  bilanciata  fe  le  fpefe  dirainuite  nella 
percezione  faranno  eguali  al  tributo  che 
pagavano  tutti  l  fudditi  non  pofsefsori 
di  terre  ,  non  falariati  da  efli ,  non 
contadini. 


207 

§.  XXXIV. 
T>el  Tributo  Julie  Merci. 

E"  Da  confiderarfi  oltre  cio  che  qua- 
lora"  fi  ripartifsero  tutti  i  tributi 
fa  1  tbndi  di  terra  fi  perderebbe  aiFatto 
il  beneficio  che  lo  Itato  puo  ricevere 
da  una  tarifFa  ben  fatta  che  regoli  il 
tributo  fuUe  merci  si  all'  ingrefso  ,  si  all* 
ufcita .  II  tributo  fuUe  merci  fa  I'officio 
di  allontanare  la  nazione  rivale  j  come 
le  gratificazioni  fanno  1'  officio  di  acco- 
ftarci  alle  loro  nazioni  in  quella  parte , 
in  cili  gr  interefli  dell'  annua  riprodu- 
zione  lo  richiedono  .  Un  tributo  fulla 
ufcita  d'  una  materia  prima  puo  efsere 
un  incentivo  fortiffimo  ad  accrefcer  T  an- 
nua riproduzione  col  ridurla  a  mani- 
fattura  .  Un  tributo  fopra  una  mani- 
fattura  eftera  puo  dar  vigore  a  una  con- 
fimile  manifattura  interna  .  lo  non  mi 
eftendero  fu  quefti  element!  chiaramentc 
fviluppati  da  varj  fcrittori .  La  dir  zio- 
ne  che  puo  dar.i  providamente  aL'  in- 


208 

duftria  col  mezzo  della  tarlffa ,  V  ac- 
crefcimento  fenfibile  dell'  annua  ripro- 
duzione  che  fi  puo  operare  col  tributo 
faggiamcnte  impoflo  fulle  merci ,  fono 
beni  di  tale  entita  ch'  io  credo  che  fu- 
perino  di  gran  lunga  V  inconvenientc 
delle  fpefe  della  percezione. 

Credo  giovevoliflima  alio  ftato  una 
tariffa  faggiamente  immaginata  ,  e  un 
tributo  giudiziofamente  impoflo  fullc 
merci ,  ma  non  credo  che  fia  utile 
giammai  il  proibire  1'  ufcita  d'  alcuna 
materia  prima  dallo  ftato  -,  febbene  cre- 
do utile  r  imporre  a  quell'  ufcita  un 
tributo  .  La  ragione  di  cio  fi  e  gia  ac- 
cennata  altrove ,  perchc  le  leggi  proi- 
bitive  e  vincolanti  T  ufcita  awilifcono 
il  prezzo ,  perche  al  bel  principio  fot- 
traggono  tutto  il  numero  de'  compra- 
tori  elleri  a  frontc  dci  vcnditori  na/io- 
nali .  Avvilito  il  prezzo  fe  ne  deve  di- 
minuire  la  coltura  necefsariamente  ,  c 
la  materia  prima  cadera  nelle  mani  di 
alcuni  pochi  monipolifti  che  non  la- 
fceranno  god  ere  alia  nazione  nemmeno 

r  ab^ 


209 

r  abbondanza  dl  quefta  materia  prima , 
di  che  ho  parlato  piu  fopraj  laddove 
un  tribute  cautamente  impoll:ovi  fa  1'  ef- 
fctto  di  allontanare  il  compratore  efte- 
ro  beiisi ,  ma  non  1'  efclude ,  ne  fi  da 
luogo  a  nafcere  il   monipolio  . 

Per  la  tutela  poi  di  quefto  tributo 
fuUe  merci  e  da  ofTervarfi  che  quanto 
pill  Ic  merci  foiio  voluminofe  e  di 
valore ,  tanto  pm  fi  pub  accrefcere  il 
tributo^  e  quanto  meno  ne  e  il  volu- 
me o  il  valore,  tanto  debb'  efTere  piii 
leggiero  il  tributo  :  e  cio  perche  quan- 
to e  piu  facile  la  frode,  e  quanto 
maggiore  intereiTe  vi  e  di  farla  ,  tan- 
to piu  fi  fa;  e  la  pena  naturale  del 
contrabbando  11  e  la  perdita  della  mer- 
ce  fraudata  . 

La  tarifFa  dovrebb'  efTere  un  fempli- 
ce  vocabolario  fuccinto  e  portatile  ,  do- 
ve per  ordine  d'  alfabeto  fi  ritrovalTero 
tutte  le  merci  foggette  a  tributo,  con 
di  contro  la  q~^antita  che  per  ciafcuna 
li  deve  J^g^re  in  due  cafi  :  quando 
entri ,  ovvero  quando  efca  dallo  flato  , 

O 


2IO 

I  meri  tranfiti  dovrebbero  lafciarfi  efenti . 
Alcune   mcrci   pagano  a    mijura  ,    altre 
a  pejo ,  altre  a  numero,  altre   a  Jlima  del 
valor  capitale .    La  tariffa  dovrebbe  fe- 
condar  1'  ufo  della  negoziazione  ,  e  taf- 
fare   fu  quella  mifura  fulla  quale  fi  fan- 
no  comunemente  i  contratti .   A  ftima 
di  valore   fi    dovrebbero    tailare    quelle 
merci  che    nella   contrattazione ,  ne    11 
pefano  ,  ne  fi  mifurano  -,  poiche  in  quel 
genere  di  merci  vi  e  fomma   difFerenza 
nel   valor    capitale    anche   fra  due  cofe 
che  avranno  lo   ftefib   nome .   Ogni  tra- 
fporto  interno  dovrebbe  poi  eller  libero 
pienamente ,   e  il   tributo  dovrebbe  ef- 
fer  uniforme   in  ogni  parte  dello  flato 
fulla  merce  medefima.    Cosi  la  totalita 
del  tributo  farebbe  portata  da  tutti  i  fon- 
di   ftabili  ,  e  da  tutte  le   merci  cadenti 
nel  Commercio  efterno  ;  dal  che  verreb- 
bero  i  commercianti  a  follevare  in  par- 
te i  pefi  deir  agricoltura  ;  fi  lafcierebbe- 
ro  neutrali  i  pofleflbri  della  merce  uni- 
verfale  d'impiegarla  in  aumento  dell'  an- 
nua riproduzione  ,  o  nell'  agricoltura , 


&  nelle  manlfattnre ;  e  fi  farebbe  poflo 
il  ceiifo  fu  tutti  i  pofTeirori  cenfibili. 

E'  llato  propollo  il  qaefito  fe  qualo- 
ra  tutte  le  nazioni  fi  accordailero  ad  a- 
bolire  il  ti*ibato  fulle  merci ,  colicche 
liberamente  e  fenza  verun  carico  ogiii 
merce  poteiTe  entrare  o  ufcire  in  uno 
ftato ,  fe  ,  dico ,  qiieila  operazione  fareb- 
be univerfalmente  giovevole,  ovvero  qua- 
li  effetti  produrrebbe  .  Se  quefto  accor- 
do  fra  le  potenze  d'  Europa  foile  fpera- 
bile  e  molto  facile  il  prevedere  quali 
ne  farebbero  le  confeguenze  ;  cioe  le  me- 
defime  die  nafcono  in  uno  ftato,  toglien- 
dogli  i  tributi  fuila  interna  circolazione. 
Si  accofterebbero  le  nazioni  fra  di  loro ; 
fi  moltiplicherebbero  i  contratti  -,  V  indu- 
ftria  generalmente  e  1'  annua  riprodu- 
zione  fi  rianimerebbero  per  tutta  1' Eu- 
ropa ;  gli  uomini  goderebbero  di  como- 
di  maggiori ;  ma  ia  potenza  degli  fta- 
ti  cios  la  relazioiie  che  ha  uno  ftato 
coir  altro  reftcrebbe  la  medefima.  Se 
foile  fperabile  un  accordo  cosi  fortuna- 
to   (  nel  tempo  in  cui  nemmen  fi  e  fatta 

O2 


212 

uri  convenzione  per  ridurrc  i  pefi  c  Ic 
ir  ure  all'  uniformita  generale ,  il  che 
pure  non  porterebbe  facrificio  alcuno 
o  difpendio  a  farfi )  nefTun  uomo  vi  fa- 
rebbe  che  volelFe  contradire  a  una  idea 
tanto  provida  e  umana ,  che  tenderebbe 
ad  accrefcere  il  numero  de'  noftri  fimili , 
c  ad  aumentare  gli  agj  della  vita  fo- 
pra  di  ciafcuno  .  Ma  lin  tanto  che  gli 
altri  ftati  impongono  tributo  fulle  mer- 
ci  ,  e  che  fi  sforzano  di  allontanare  le 
noftre  dal  confumarfi  entro  i  loro  con- 
iini  ,  neceflita  vuole  che  noi  pure  ren- 
diamo  ad  elTi  piu  care  le  materie  pri- 
me che  ricevono  da  noi ,  e  in  parago- 
ne  neir  interno  confumo  dello  ftato  ag- 
graviamo  di  tributo  le  manifatture  eile- 
re  ;  coficche  le  noftre  abbiano  ,  fempre 
che  fi  pud,  la  preferenza ;  che  fe  cio 
non  fi  facefle  da  una  nazione  fola ,  dico , 
che  quella  fofFrirebbe  colla  maffima  e- 
nergia  i  mali  che  pofTon  cagionare  i  tri- 
buti  fulle  merci,  e  avrebbe  rinunziato 
alia  utilita  che  fe  ne  puo  rifentire. 


213 

§.  XXXV. 

Metodo  per  fare    utili  riforme  del 
tributo. 

POche  fono  Ic  nazioni  ,  nelle  quali 
fia  il  tributo  ridotto  a  quefta  lem- 
plicita  di  avere  due  fole  percezioni ,  una 
fu  i  fondi  ftabili ,  X  altra  le  dogane  . 
Come  mai  potra  un  abile  miniftro  di  fi- 
nanza  fciogliere  quell'  inviluppata  rete 
di  tanti  tributi  ,  e  gabelie ,  e  monipolj  , 
che  attraverfano  in  ogni  parte  uno  flato , 
e  legano  le  azioni  de'  Cittadini  ?  II  tri- 
buto ,  parte  la  piia  intereflante  ed  irrita- 
bile  del  corpo  politico  ,  non  puo  mai 
elTere  fcompofto  con  violenza ,  e  con 
impeto  .  Gli  antichi  fiftemi  delle  finan- 
ze  fono  vecchie  fabbriche  formate  gra- 
datamente  fenza  che  una  mente  diret- 
trice  ne  organizzafTe  il  difegno  j  fono 
croUanti  edificj  che  fi  foftengono  a  for- 
za  di  puntelli ,  e  lo  fmoverli  tutti  ad 
un  tratto  farebbe  lo  ftefTo  che  cagio- 
narne  la  rovina  .  Somma  cautela  vi  vuo- 

03 


214 

le  ncilo  ilendervi  la  mano,  e  convient 
procedervi  gradatamente  ,  e  piu  con  ten- 
tativi  die  con  ardite  operazioni  por- 
tarvi  rimedio. 

Suppongo  che  un  miniflro  voglia  ri- 
durre  la  finanza  alia  fempUcita  di  non 
avere  che  quefti  due  ibli  tributi ,  doga^ 
Tie ,  e  cenfo  Julie  terre  .  Qual  fara  la 
Itrada  per  cui  gradatamente  potra  giu- 
gnere  con  ficurezza  all'  adempimento 
d'  un  progetto  tanto  benaugurato  ?  Pri- 
mieramente  prendera  di  mira  alcun  tri- 
buto  de'  meno  important! ,  e  de'  piu 
odioli  che  cadono  lul  contadino,  e  co- 
minciando  da  quello  lo  abolira,  fofti- 
tuendovi  un  proporzionato  fopraccari- 
co  alle  terre  .  Poi  prendera  di  mira 
qualche  confimile  tributo  che  fi  paghi 
dagli  artigiani  ,  o  dalle  univerfita  dei 
mellieri  ,  o  dalla  negoziazione ,  e  con 
un  calcolo  ben  peniato  vi  foflituira  un 
accrefcimento  nella  tariffa ,  o  g^neral- 
mcnte  un  tanto  oer  cento  ,  e  nartico- 
larmente  fopra  aicuni  cari  che  fieno 
piu  atti  a  fopportare  maggior    tributo. 


Pofcia  alternativamente  ritornando  ai 
tributi  indiretti  dell'  agricoltura  ,  quindi 
paflando  di  nuovo  alle  merci  gradata- 
mente ,  andera  verfando  parte  fulla  por- 
zione  dominicale  del  terriere ,  e  parte 
fulla  tarifFa  .  Cosi  temporeggiando  po- 
tra  egli  medefimo  veder  gli  effetti  delle 
operazioni  fenza  avventurare  giammai 
la  tranquillita  pubblica ,  fulla  quale  inav- 
vedutamente  talvolta  fi  fanno  degli  efpe- 
rimenti  troppo  importanti  .  L'  umanita. 
non  confente  che  s'  imparl  T  anatomia 
fugli   uomini  vivi. 

Preparera  utilmente  la  materia  ad  ogni 
falutare  riforma  il  legiflatore  ,  fe  fara  in 
modo  che  la  nazione  s'  illumini  ne'  fuoi 
veri  interelli,  e  ragioni  fulla  pubblica 
felicita  .  Una  falfa  politica  regno  nel 
paflato  fecolo  ,  e  i  popoli  s  impoveri- 
rono  ,  e  gli  erarj  divennero  oberati  dai 
debiti ,  e  i  fovrani  perdettero  quella  ro- 
bullezza  ,  e  vigore  che  hanno  riacqui- 
ftata  in  tempi  piu  felici .  L'  arte  di 
reggere  una  nazione  allora  fi  deiini  /'  arte 
di  tenen  gli  uomini  ubbidienti .   Le  tene- 

04 


8l6 

brc  del  miniftero  coprivano  tutti  i  pub- 
blici  affari  .  La  popolazione,  T  indole 
del   Commercio  ,   le  finanze  d'uno  fta- 
to  erano  og^^etti  o  ofcuri  ,   o  fconofciuti 
a   chi   reggeva,  o  ricoperti  da  un  velo 
impenetrabile.  La  flrada  dei  pubblici  im- 
picghi  non  era  battuta  fe  non  coUa  dif- 
fidenza,  e  colla  fimulazione  ai  fianchi , 
II  cielo  ci  accorda  un  fecolo  ben  diver- 
fo  !   I  Governi  d'  Europa  generalmente 
fanno  a  gara  per  diftruggere  i  mali  ere- 
ditati  da  quella  falfa  politica  .  Si  cono- 
fce ,  e  fi  definifce   1'  arte  di  reggere  un 
popolo  quella  di  rianimarlo  alia  profpe- 
rita .    Le   verita    annunziate   da   alcuni 
uomini  privilegiati  fi  fono  generalmente 
fparfe  in   Europa ;  fono   quelle  falite  al 
trono  de'  benefici  Sovrani ,  fi  fono  fcof- 
fi  gl'  ingegni ,  e  coll'  affritto    reciproco 
li  va  difibndendo  queft'  elettricifmo  che 
rifchiara  gli  oggetti  relativi  alia  pubblica 
felicita ;  materia  degna  certamente  delle 
meditazioni  noflre  piij  ancora  di  quello 
che  lo  fono  le  verita   aftratte,   i  feno- 
meni  della  natura ,  e  i  fatti  dell'  anti- 


217 

chita  5  confini  troppo  angufti ,  entro  de' 
quali  fi  voile  reftringere  per  lo  pafTato 
r  impero  della  ragione. 

Piova  di  quanto  aflerifco  lo  fono  i  II- 
bri  pubbiicati  in  quefti  ultimi  tempi  in 
ogni  nazione ,  in  ogni  lingua  full'  eco- 
nomia  pubblica  ,    ful   commercio ,     ful 
governo  civile ,    ful    tributo  ;    libri   nei 
quali  con  ficurezza ,    e  con   liberta  gli 
autori  hanno  pofto  nelle  mani  del  pub- 
blico  quegli   arcani ,    dei   quali  farebbc 
ftato  un  piacolo  folamente  il  parlare  in 
altri  tempi .  Si  e  difcuffo  e  ridotto  a  pro- 
blema ,  fe  i  regolamenti ,  e  le  leggi  fopra 
alcuni  oggetti  pubblici  fieno  utili ,  o  no . 
Ognuno  del  popolo  puo  inftruirfi  ,  puo 
penfare ,  puo  avere  la  fua  opinione  ;  ne 
agli  autori  e  accaduto  verun  male  ,  anzi 
molti   di  effi  furono  rimeritati  ,  e  dalle 
loro    opere  giudicati   degni  de'  pubblici 
impieghi .    L'    abile   miniftro    adunque 
fomentera  nel  pubblico  la  curiofita  d'in- 
ftruirfi  negli  oggetti  di  finanza,  e  di  eco- 
nomia ;  ne  fondera  delle  cattedre,  accioc- 
che  nella  inftituzione  della  gioventia  uo- 


2l8 

mini  illaminati  le  imprimano  i  veri  prin- 
cipj  motori  dell  a  felicita  pubblica;  lafce- 
ra  libero  riijgrtflb  alle  opere  che  verfano 
fu  di  qaefte  utili  materie  :  lafcera  libera 
la  flampa  ,  col  me^.zo  di  cui  ogni  Cit- 
tadino  poiia  decentemente  e  coftuma- 
tameiite  manifeftare  le  fue  opinioni  fu  i 
pubblici  oggetti  .  In  tal  guifa  dibatten- 
dofi  in  un  liberale  conflitto  le  opinio- 
ni fu  quefta  clafTe  di  oggetti ,  facilmente 
fe  ne  fchiudono  ottime  idee,  e  fram- 
mezzo  ai  fogni ,  e  ai  delirj  germogliano 
talvolta  dei  femi  utiliflimi  alia  profperi- 
ta  dello   ftato. 

Quanto  pii^i  il  pubblico  fara  illumi- 
nato  ,  tanto  fara  piii  giufto  eflimatore 
delle  beneficenze  che  emanano  dal  tro- 
no ;  docile  alia  ragione  ,  grato  alia  fo- 
vrana  provvidenza,  non  s'afcoltera  fuffur- 
rare  fra  un  popolo  colto  quel  maligno 
rumore  che  fa  impallidire  talvolta  il  mi- 
niftro  appena  flenda  la  mano  per  rime- 
diare  ai  vecchi'  mali  d'  una  focieta.  I 
Sully  ,  e  i  Colbert ,  fappiam  dalle  flcrle , 
quanto  abbian  dovuto  lottare  per  mjl- 
ti  anni. 


219 

Agglungo  a  queflo  che  quanto  piu. 
il  popolo  fara  illuminato ,  tanto  il  fo- 
vraoo  fara  piu  ficuro  che  i  miniftri  ope- 
I'ino  il  bene  dello  ftato  ;  poiche  i  ma- 
giArati  faranno  fempre  forzati  a  inftruirfi 
a  millira  che  crelcono  i  kimi  nella  na- 
zione  ,  e  1'  occhio  del  pubblico  intel- 
lii^ente  fara  uno  ftimolo  incelfante  per 
far  del  bene,  e  un  premio  dolcilTimo 
fara  V  approvazione  pubblica  a  chi  lo 
faccia  .  Promovere  adanque  /  liuni ,  e  la 
€Uriofita  nclU  materie  di  Finanza  e  di 
Cofmnercio  lara  fempre  la  preparazione 
mighore  di  tutte  per  cominciar  le  ri- 
forme. 

§.  XXX Vli 

Ee  il  tributo  per  fe  medefimo  fia  utile , 
0  dannofq, 

REttificata  che  fia  la  diftribuzione 
del  tributo,  e  ridotta  alia  fem- 
plicita  di  due  foli  principj  -,  facihtata  cosi 
la  circolazione  interna  ;  refo  iibero  il 
trafporto,   fciolto  ogni  vincolo  coerci- 


220 

tivo  deir  induftria  ;  ridotti  i  Cittadini  a 
vivere  lotto  leggi  chiare ,  femplici ,  u- 
mane  ,  inviolabili ;  dato  un  libero  corfo 
alia  buona  fede ,  protetta  con  ogni  vi- 
gilanza;  non  v'  ha  dubbio  che  la  na- 
zione  fi  vedra  progredire  al  bene  .  Ma 
potra  chiederfi  fe  il  tributo  ben  dillri- 
buito  fia  utile  ,  o  no  all'  induftria  na- 
zionale  ?  Varj  autori  opinarono  per  il  si , 
appoggiandofi  fu  queflo  principio .  II 
tributo  impoverifce  gli  uomini ,  dunque 
accrefce  i  loro  blfogni  ,  dunque  da  loro 
una  nuova  fpinta  per  eflere  induftriofi . 
A  queflo  ragionamento,  a  me  fembra  che 
fe  ne  poiTa  contrapporre  un  altro ,  ed  e 
il  feguente  .  II  tributo  fottrae  per  qual- 
che  tempo  alia  circolazione  una  parte 
fenlibile  della  merce  univerfale  ;  dunque 
diminuira  la  circolazione  ,  e  feco  lei  di- 
minuira  1'  induftria .  Di  piii  il  tributo 
e  una  diminuzione  dell'  utile  prodotto 
dalla  induftria ;  dunque  minore  ftimolo 
avranno  gli  uomini  per  efl'er  induftrio- 
fi .  Riflettono  alcuni  che  nelle  citta  piii 
floride  fi  pagano  i  piii  gravofi  tributi ,  e 


221 

.quafHembrano  a  quefti  attribuirne  la 
profperita ,  la  quale  in  vece  e  cagione 
che  fi  fopportino  fenza  difcapito  i  gra- 
vofi  tributi  .  Se  qualche  volta  fu  gli 
llati  animati  da  una  eflefa  induflria  una 
cattiva  operazione  non  produrra  appa- 
rentemente  mali  efFetti ,  cio  avviene  per- 
che  le  grandi  mafTe ,  dove  la  materia  fia 
ben  compatta  ,  rifcaldate  che  fieno  fono 
piu  lente  a  perdere  il  calore .  Quanto 
piu  e  riftretto  uno  ftato ,  tanto  egli  e 
piu  facile  il  rianimarlo  ,  ficcome  il  con- 
durlo  alia  rovina  j  a  mifura  che  le  made 
d'  uomini  grandeggiano  ,  maggior  tem- 
po e  fpinta  vi  vogliono  a  dar  lore  moto 
si  al  bene   come   al  male. 

E'  feducente  la  pittura  che  pub  farfi 
a  perfuadere  che  il  tribute  fia  un  bene  . 
Oflerviamo  generalmente  le  nazioni  della 
terra ,  vedremo  i  climi  piu  dolci ,  i  paeli 
piu  fecondati  dal  fole  efler  popolati  da 
nazioni  povere ,  mancanti  d'  attivita  e 
che  appena  conofcono  induftria ;  per 
lo  contrario  i  climi  i  piii  ingrati ,  fe  non 
reftano  deferti,  fono  abitati  da  nazioni 


222 

rlcche ,  e  da  popoll  induftriofifriml .  Vi 
vuole  un  freddo  fommo  perche  1'  uomo 
inventi  abitazioni  deliziole  ,  nelle  quali 
fi  refpiri  un  aria  foavemeate  tepida  nel 
maggior  rigore  dell'  inverno  .  Vi  vuole 
il  mare  che  fovrafti  minacciando  di  fom- 
mergere  una  nazione  perche  ivi  le  terre 
diventino  i  piu  fecondi  giardini  del  mon- 
do ,  ricchi  di  cofe  peregrine  .  Vi  va  un 
fuolo  di  faflb  nudo  e  fterile  ,  vi  va  la 
minaccia  di  una  continua  fame  perche 
una  nazione  diventi  la  piij  ricca  ,  e  ab- 
bondante  del  contorno  .  La  voce  difpo- 
tica.  del  bifogno  mette  1*  uomo  nell'  al- 
ternativa ,  o  perire ,  o  elTere  induftrio- 
fo  ,  e  r  abitudine  e  un  moto  conce- 
pito  che  va  fempre  al  di  la  dei  bifogni , 
onde  il  luflb  e  la  delizia  regnano  fu  quel 
fuolo  medelimo  ful  quale  la  natura  vi 
aveva  piantata  la  morte  .  I  tributi  fan- 
no  r  effetto  della  fterilita  :  poiche  fe  un 
campo  coltivato  da  dieci  uomini  in  un 
paefe  fecondo  produrra  1'  annuo  frutto- 
per  nodrire  trenta  uomini ,  reflereranno 
al  proprietario  del  fondo  ie  porzioni  di 


venti  uomini  ch'  ei  potra  falariaie  ,  c 
quella  fara  la  di  lui  rendita  .  In  un  cli- 
ma  ingrato  fopra  un'  eftenfione  eguale 
di  terreno ,  il  lavoro  di  died  uomini  dara 
frutto  per  mantenere  venti  uomini ,  ed 
ivi  il  proprietario  non  ricavera  fe  non 
di  che  mantenere  dieci  uomini  j  ma  fe 
nel  terreno  fecondo  s'  imponga  un  tri- 
bute per  cui  il  proprietario  della  terra 
debba  pagare  la  meta  della  fua  rendita, 
non  reilerannopiia ,  fe  non  dieci  uomini 
anche  a  quel  proprietario  da  poter  man- 
tenere .  L'  effetto  adunque  del  tributo 
fulle  terre  rifpetto  al  pofTeObre  fi  e  il 
medefimo  di  quella  della  infecondita  ori- 
ginaria  ful  fuolo  .  Taluni  dicono  adun- 
que fe  r  originaria  infecondita  fpinge 
r  uomo  air  induftria  ,  1'  effetto  medefimo 
fi  otterra  colla  infecondita  artificiale  pro- 
dotta   dal   tributo. 

Ma  quefla  maniera  di  ragionare  non 
regge  ,  perche  manca  di  un  dato  .  L'  uo- 
mo vede  piii  facilmente  i  ccnfini  im- 
mutabili  della  fifica  ,  che  i  variabili  e 
fluttuanti  delle  opinioni  di  chi  lo  gover- 


224 

na .  Una  lun^a  fperlenza  venutagli  per 
tradizione  gli  fa  conofcere  quali  ollacoli 
fifici  debba  fuperare  per  continuare  a 
vivere  fu  quel  terreno  fterile  si ,  ma 
prediletto ,  perche  vi  e  nato ;  mifura  le 
fuc  forze  coll'  oflacolo  ,  fa  che  colla  tale 
quantita  di  lavoro  potra  fuperarlo ,  e 
godra  pofcia  con  ficurezza  il  frutto  del 
fuo  travaglio  .  Ma  quando  la  infecon- 
dita  e  artificiale  1'  uomo  vede  un  odia- 
to  oflacolo ,  che  puo  ingrandirfi  a  mi- 
fura che  fi  accrefceranno  i  di  lui  sforzi 
per  vincerlo  .  L'  uomo  li  avvilifce  per 
il  pefo  che  gli  viene  impofto ,  dimi- 
nuifce  la  confidenza  verfo  chi  regge  il 
fuo  deftino ,  e  fi  abbandona  all'  indo- 
lenza  . 

lo  credo  adunque  che  un  tributo  ge- 
neralmente  fia  fempre  una  diminuzio- 
ned'  induflria  ,  eccettuato  foltanto  qual- 
che  tributo  opportunamente  impofto  o 
full'  ufcita ,  o  full'  entrata  di  alcuna  mer- 
ce ;  nel  qual  cafo  puo  efTerc  di  giova- 
mento  pofitivo  all'  induflria  .  Per  co- 
nofcere che  il  tributo    e  generalmente 

una 


225 

uha  dimmuzione  d'  induftria  afcendia- 
mo  a  quel  priDcipj ,  dei  quali  fi  e 
accennato  altrove  qualche  cofa  .  Se 
in  una  nazione  non  fi  pagall'e  tribu- 
to ,  e  vi  foffe  vn'  organizzazione  di 
governo  neceilaria  a  mantenere  una  fo- 
cieta ;  qualora  un'  eftera  nazione  fofle 
ingiufla  verfo  di  lei ,  o  minacciafle  d' 
invaderla ,  bifognerebbe  che  una  parte 
della  nazione  abbondafTe  V  agricoltura  , 
e  i  meftieri ,  fi  ponefTe  in  armi ,  e  ac- 
correfTe  alia  pubblica  difefa  frattanto 
che  r  altra  parte  della  nazione  reftereb- 
be  occupata  all'  annua  riproduzione  ,  con 
cai  mantenelle  e  fe  ftefTa,  e  i  fuoi  di- 
fenfori  .  In  quefta  ipotefi  non  puo  du- 
bitarfi  che  verrebbe  Icemata  V  induftria 
nazionale,  e  1'  annua  riproduzione  di 
tanto  ,  quante  fono  Ic  braccia  che  avef- 
fero  abbandonata  1'  agricoltura  ,  e  i  me- 
ftieri per  la  pubblica  difefa  .  In  vece 
di  cio ;  in  vece  di  togliere  all'  occafio- 
ne  del  bifogno  le  braccia  all'  agricoltu- 
ra ,  e  ai  meftieri  ,  fi  fono  foldati  de- 
gli  uomini   i   quali  per   lor   profefiione 

P 


226 

fi  iacrlficano  unicamente  alia  difefa  del- 
lo  fVato  ,  e  in  vece  di  trafmettere  im- 
mediatamente  parte  delle  derrate  ,  e  delle 
merci  necefikrie  al  vitto  de'  difenfori  ,  i 
proprietarj  di  quelle  e  di  quefte  le  cam- 
biano  colla  merce  univerfale  ,  e  la  con- 
fegnano  all*  erario  per  alimentare  i  di- 
fenfori *  L'  cffetto  fara  dunque  il  me- 
defimo  in  un  cafo  come  nell'  altro  j  cioe 
che  r  induftria  farebbe  afTai  maggiore  , 
e  farebbe  maggiore  la  riproduzione  an- 
nua fe  fofle  efeguibile  il  chimerico  pro- 
getto  di  abolir  tutti  i  carichi  ,  ficcome 
il  piu  ftupido  e  il  piu  crudele  fra  gli 
uomini  che  difonoraffe  il  Trono  di 
Augufto  J  oso  proporre  al  Senato  di  Ro- 
ma * 

Sempre  fara  piii  innocuo  il  tributo 
quanto  piu  celeremente  palfera  dalle 
mani  del  contribuente  all* erario,  e  da 
quefto  agli  flipendiati  ,  o  alle  opere 
pubbliche ,  poiche  allora  febbene  fiafi 
dato  un  moto  forzofo  a  una  parte  della 
merce  circolante ,  ella  pero  ritornera 
nella  contrattazione  col   minora  inter- 


22/ 

vallo^  pofliblle  a  moltiplicare  i  contratti. 
e  tanto  piu  fara  innocuo  il  tributo 
quando  fi  diftribuifca  ful  luogo  mede- 
fimo  che  lo  contribuifce  ,  e  quanto  piu 
fi  dividera  in  molte  mani  ufcendo  dall' 
erario  . 

§.  XXXVII. 

Dello  fpirito  di  Finanza ,   e  di  Economid 
Fubblica . 

E'  Una  ofTervazione  degna  da  farfi 
la  feguente ,  che  i  principj  che 
debbon  muovere  il  Miniftro  di  Finan* 
za  fono  in  gran  parte  diver  fi  dai  prin- 
cipj che  debbon  muovere  un  Miniftro 
di  Economia  pubblica .  Le  leggi  di  Fi- 
nanza fe  fono  indirette  fono  peflime  ; 
le  leggi  di  Economia  pubblica  per  lo 
contraria  fono  peffime  fe  fono  leggi 
dirette  .  Mi  fpieghero  .  Se  nella  Finanza 
vorra  percepirfi  un  tributo  per  legge 
indiretta:  per  efempio  proibire  a  tutti 
i  Cittadini  un'  azione ,  non  gia  perche 
realmente  fi  voglia  efTa  impedire  ,  ma 

P2 


228 

affine  che  comprino  la  difpenfa  per  far- 
la  ,  (  delle  quali  leggi  in  molti  paefl 
ve  ne  fono  )  dico  che  quefto  tributo 
indiretto  coftera  alia  nazione  alTai  piu 
di  quell o  che  ne  ricava  1'  erario  ,  e  im- 
portera  molte  volte  la  venalita  ,  la  cor- 
ruzione  ,  e  una  difperlione  di  tempo  in 
aiffizj  .  Laondc  fe  chiaramente  e  diret- 
tamente  la  legge  di  Finanza  ordinafle  il 
pagamento  d'  una  fomma  corrifponden- 
te  ful  fondo  cenfibile ,  farebbe  affai  piii 
naturalmente ,  e  placidamente  coUocato 
il  tributo  .  Si  efaminino.  tutti  i  cafi 
in  cui  il  tributo  e  indiretto  ,  e  troverafli 
che  hanno  ragione  i  molti  autori  che 
trovano  quefta  forma  fempre  viziofa  . 
La  Finanza  deve  fempre  andare  di  fron- 
te  ,  e  con  femplicita  a  ricercare  dai 
contribuenti  il  tributo .  Ella  fi  fpinge 
direttamente  al  fuo  fine. 

Ma  r  Economia  pubblica  debbe  an- 
dar  fempre  per  le  flrade  indirette .  La 
Finanza  ha  per  oggetto  legar  meno  che 
fi  pub  la  nazione  nel  ripartimento  del 
tributo .   L'  Economia  pubblica  ha  per 


229 

oggetto  di  accrefcere  al  magi^lor  grado 
polUbile  r  annua  riproduzione  .  Nelia 
Finanza  vi  debb'  efl'ere  piu  imperio  e 
attivita  .  Nell'  Economia  pubblica  vi  vuo- 
le  piu  delicatezza ,  e  piii  (agacita .  Al- 
cuni  efempi  rapprefenteranno  con  chiari 
contorni  le  mie  idee  .  Suppongafi  die 
fi  voglia  accrefcere  la  popolazione  dello 
ilato ,  dilatare  la  coltura  fu  i  terreni 
abbandonati  ,  perfezionare  i  frutti  del 
paefe  -,  dico  che  quelle  provide  idee  ro- 
vinerebbero  una  nazione  fe  foflero  pro- 
mote con  leggi  dirette  ,  e  fe  il  legi- 
(latore  in  vece  ^'  mvko ,  e  di  guida  ii 
ferville  della  forza ,  e  del  comando .  Le 
leggi  dirette  farebbero,  per  efempio,  proi- 
hire  la  evafione  dello  ilato ,  ed  obbli- 
gare  ogni  Cittadino  giunto  ai  20.  anni 
ad  ammogliarfi .  Comandare  alle  comu- 
nita  di  mettere  a  coltura  tutte  le  ter- 
re  del  loro  diflretto .  Comandare  il  ine- 
todo  di  preparare  la  feta  ,  \  olio  ,  il  vi- 
no raccolti  ne'  proprj  fondi .  Gli  cffetti 
di  quefle  leggi  dirette  e  vincolanri  fa- 
rebbero la  fpopolazione ,    e    la    defola- 


230 
zione  dello  flato .  L'  evafione  crefcereb- 
be ,  perche  1'  uomo  ama  meno  lo  ftare 
dove  e  coftretto  ,  che  dove  fpontanea- 
mente  foggiorna;  farebbero  ripiene  le 
careen  d'  infelici  Cittadini  non  d'  altro 
rei  che  di  non  aver  tradita  una  fan- 
ciulla  aflbciandola  alia  lore  miferia ;  fa- 
rebbero le  comunita  efpofle  alle  efecu- 
zioni  militari  per  non  aver  coltivata 
quella  terra,  per  la  quale  mancavano 
le  braccia  j  gli  fgherri  e  la  feccia  degli 
uomini  romperebbero  I'afilo  delle  do- 
meftiche  mura  per  inquirere  fu  i  me- 
todi  prefcritti  per  le  preparazioni ,  In 
quefla  ebulizione  interna  la  confufio- 
ne,  il  difordine,  ravvilimento  fi  fpan- 
dercbbero  in  ogni  parte ,  e  fi  rifugie- 
rebbero  i  popoli  affannati  prefTo  i  fini- 
timi ,  cercando  una  nuova  patria ,  ove 
tranquillamente  pafTar  la  vita ,  ficuri  di 
goderla  in  pace  ,  fintanto  che  le  loro 
mani   faranno  monde  da  ogni  delitto  . 

II  provido  Miniflro  di  Economia  pub- 
blica  indirettamente  caminera  a  quefto 
fine ,  colle  preferenze  ed  onori  rendera 


231 
rifpettabile  lo  ftato  conjugaje  ,  riani- 
mera  1'  induftria  col  toglierle  i  ceppi  , 
collo  fpianarvi  le  flrade  ,  coU'  aflbdarc 
la  proprieta,  preziofiflimo  bene  dell'  uo- 
mo  fociale  ,  col  procurare  agli  abitanti 
un'  intinia  perfuafione  della  ficurezza 
propria ,  nel  ehe  folo  confifte  la  liberta 
civile  ,  fnodera  1'  attivita  degli  uomini ; 
in  una  parola  ,  per  tutti  que'  mezzi  che 
fi  fono  veduti ,  e  ne  verra  in  confe- 
guenza  che  la  popolazione  crefcera ,  ii 
dilatera  la  coltura  ,  li  perfezioneranno 
le  arti  tutte  . 

§.  XXXVIII. 

^ale  Jia  la  prima  fpinta  che  porti 
rimedio  at  dijbrdini . 

SI  e  veduto  quai  fiano  i  principj 
motori  dell'  induftria  ,  quali  gl'  in- 
ciampi  che  ne  impedifcono  lo  fviluppa- 
mento .  Si  e  in  leguito  oflervato  con 
qual  metodo  fi  potra  dai  Miniflri  ope- 
rare  una  benefica  riforma  nello  ftato  , 

P4 


232 
Reila  finalmente  ch'  io  aggiunga  qual- 
che  cofa  per  indicare  in  qual  modo  io 
creda  die  i  fommi  arbitrj  del  deftino 
del  la  focieta  poilano  dare  la  fpinta  a  una 
felice  rivoluzione .  Se  gli  uomini  fono 
efleri  fovranamente  dominati  dalla  abi- 
tudine  ,  fe  gli  antichi  ufi  ,  e  le  leggi , 
e  i  coftumi  ereditati ,  e  de'  qaali  fiamo 
imbevuti  dall'  infanzia  forraano  la  ra- 
gione  della  maggior  parte  degli  uomini ; 
quefto  fnigolarmente  poi  fi  verifica  nei 
tribunali ,  i  quali  come  corpi  immor- 
tali  lentiffimamente  removibili  dalle  o- 
pinioni  feguitate ,  ottimi  cuflodi  di  quel- 
le leggi ,  e  di  quel  fiftema  dello  ftato , 
da  cui  nafce  1'  ordine  ,  difficilmente  ab- 
bracciano  alcuna  novlta.  Ogni  nuovo 
individuo  che  ivi  venga  cooptato,  for- 
za  e  che  fi  fpieghi  alia  comune  manie- 
ra  di  fentire  ,  e  quanto  piii  il  tribu- 
nale  e  venerabile  agli  occhi  del  pub- 
blico,  tanto  piii  ogni  individuo  rifen- 
tendo  la  gloria  d'  eiiervi  alcritto  li  ren- 
dera  cara  e  propria  la  opinione  di 
tutto    il  ceto.  Non  mai    fi  e    veduto 


...        .  .      ^^^ . 

die  uii  ceto  di  piu  uomlni  collegial- 
mente  radunati  abbia  potuto  o  efegui- 
re  ,    o  tentare  qualche  riforma . 

Un'  unione  di  piu  uomini  difficil- 
mente  fi  creera  da  fe  medefima  un  co- 
mune  principio  univerfale  ,  a  cui  ten- 
dano  le  fue  opinioni  .  Ogni  individuo , 
fuppofto  anche  della  piii  retta  e  im- 
parziale  intenzione  ,  ha  fempre  i  faoi 
privati  punti  di  vifta  ,  dai  quali  rimira 
r  oggetto  ;  e  ficcome  1'  unione  di  piii 
architetti  collegialmente  raccolti  non 
produrra  mai  una  regolare  ,  ed  unifor- 
me  flruttura  di  un  difegno ;  cosi  nem- 
meno  io  credo  che  un  ceto  di  uo- 
mini a  guifa  di  tribunale  pofla  mai 
organizzare  un  regolato  fiftema  di  ri- 
forma .  Che  fe  poi  le  paffioni  ,  le  fi- 
multa ,  le  propenfioni ,  le  quali  talvol- 
ta  per  umana  debolezza  entrano  negli 
animi  vengano  a  frammifchiarvifi  , 
r  attivita  degli  uomini  impiegati  fi  di- 
fperdera  in  tutt'  altro  che  negli  og- 
getti  immediatamente  deftinati  al  fervi- 
zio  del  Sovrano ,  cioe  al  bene  del  pub- 


blico ,  d]  chc  nc  vcdiamo  gli  efempj 
nelle  ftoiie ,  e  i  fatti  domeflici  di  molti 
flati  ne  fanno  teftimonio  .  Dovunque 
fiafi  fatta  mutazione  eflenziale  ,  dovun- 
que con  qualche  rapidita ,  e  felice  fuc- 
ceflb  fi  faranno  fradicati  gli  antichi  di- 
fordini ,  fx  vedra  che  quefta  fu  V  opera 
d'  un  folo  luttante  contro  molti  privati 
intereffi  ,  i  quali  fe  a  pluralita  di  voti 
fi  doveliero  fingolarmente  dibattere  al- 
tro  non  cagionerebbero  ,  che  lunghe  c 
amare  defatigazioni  .  Quindi  a  me  fem- 
bra  che  fe  in  tutte  le  cole  ,  le  quali  han- 
no  per  oggetto  1'  efecuzione  delle  leggi 
gia  fatte  e  utile,  anzi  indifpenfabile  il 
fame  dipendere  la  decifione  dalla  opi- 
nione  di  piu  uomini ;  per  lo  contrario 
dove  fi  tratta  d'  organizzare  fiflemi  ,  e 
dirigere  il  corfo  a  un  determinate  fine , 
forpaflando  le  difficolta  che  fi  frappon-- 
gono  ,  e  che  tutte  non  pollbno  mai  pre- 
vederfi,  neceffita  vuole  che  queft'  im- 
peto ,  e  quefta  direzione  dipenda  da  un 
fol  principio  motore;  ficcome  la  ditta- 
tura  fu  appunto  prellb  i  Romani  nelle 


^35 
cofe  ardue  adoperata  felicemcnte ,  e  per 

lo  contrario  1'  iiiflituzione  de'  Decem- 
viri col  diigraziato  efito  che  fappiamo , 
Quando  11  tratta  di  decidere  i  cafi  par- 
ticolari  a  norma  delle  leggi  gia  pubbli- 
cate  ,  la  diverfita  delle  opinion!  umane 
rende  appunto  difficile  V  ingiuftizia, 
perche  1'  una  contempera  V  altra  ;  ma 
quando  fi  tratta  di  agire  ,  e  di  una  a- 
zione  pronta  ,  fpedita  ,  e  fempre  uni- 
forme  ad  un  fine,  io  non  credo  poter- 
fi  cio  far  dipendere  dalla  pluralita  di 
voti. 

Convien  dunque  nell'  Economia  Po- 
litica  ,  fingolarmente  quando  fi  tratti  di 
ridurla  a  femplicita  riformando  i  vecchi 
abufi  ,  convien  ,  dico  ,  creare  un  difpo- 
tifmo  che  duri  quanto  bafta  ad  aver 
mefib  in  moto  regolarmente  un  provido 
fiftema. 


236 

§.  XXXIX. 

Carattere    d'  un    Miniftro    di 
Finanza. 

COnfiderare  fempre  gli  uomini  fatti 
per  gl'  impieghi ,  non  mai  gl'  im- 
pieghi  per  gli  uomini^  faper  refill  ere  a 
qualunque  officiofita ;  non  conofcere  ne 
familiari  ,  ne  clienti,  ne  amici ;  pefare 
i  fervigj  che  puo  rendere  il  foggetto  che 
fi  fceglie ,  non  la  perfona  che  lo  pro- 
pone ,  avere  ogni  particolare  fentimento 
in  difpofizione  di  annientarfi  tofto  che 
s'  afcolti  la  facra  voce  del  dovere ;  con- 
fervare  in  mezzo  a  cio  un  coftume  uma- 
no ,  e  dolce  che  faccia  al  pubbhco  fem- 
pre piij  accetta  la  forma  di  ammini- 
flrare  il  tributo  ;  am  are  fmceramente  il 
buon  efito  della  commiffione  fenza  ri- 
valita  ,  e  con  una  imparziale  ricerca  del 
vero  ,  e  dell'  utile  -,  faperli  intern  are  ne' 
dettagli  fenza  dimenticare  i  tronchi  mae- 
flri  ,  e  il  tutto  infieme;  conofcere  per 
intima  perfuafione  i  principj  motori  della 


induftriai  averc  analizzata  la  natura  dell* 
uomo  e  della  focieta;  amare  con  uno 
fpirito  di  vera  filantropia  il  bene  degli 
uomini ,  conofcere  efattamente  le  circo- 
ftanze  del  paefe  ful  quale  deve  opera- 
re  :  tali  liirebbero  i  talenti  che  forme- 
rebbero  un  perfetto  uomo  di  Finanza, 
al  quale  potrebbe  il  Principe  confidare 
una  piena  autorita  neceflaria  per  fare  un 
buon  fiftema  .  Ma  la  natura  non  e  pro- 
diga  de'  fuoi  doni  . 

Quanto  piia  fara  grande  il  numero 
degli  uomini  illuminati  nella  nazione , 
tanto  maggiore  fara  la  pi*obabilita  che 
il  Sovrano  ritrovi  1'  uomo  che  fomigli 
al  carattere  che  fe  ne  e  fatto .  E'  inu- 
tile ch'  io  foggiunga  quanto  fia  necef- 
fario  r  averlo  ben  definite ,  e  provato 
prima  di  concedergli  nelle  mani  una 
autorita  cosi  eftefa ,  e  tanta  influenza 
fulla  tranquillita  del  popolo  .  E'  inuti- 
le pure  ch'  io  dica  quanto  debba  efler 
forte  e  coftante  la  protezione  fovrana 
verfo  deir  uomo  trafcelto  ,  contro  di 
cui    in   ogni    paefe   non   mancheranno 


23? 

d'  alzarfi  riclami ,  e  accufe  .  Tutto  con- 
vien  ehe  vada  nell'  epoca  della  riforma 
colla  maggiore  foUecitudine  e  attivita, 
acciocche  quefl'  epoca  fia  piu  breve  che 
li  puo,  e  termini  coll'  avere  organizzato 
un  fiftema  regolare ,  placido  ,  e  niente 
arbitrario;  e  in  quel  momento  felicc 
cefli  il  potere  dell'  uomo ,  e  ricominci- 
no  a  regnare  le  fole  leggi .  Poiche  gli 
uomini  mojono ,  ed  i  fiftemi  reftano ; 
e  convien  fcegliere  gli  uomini  per  gl* 
impieghi,  come  fe  tutto  dovelTe  dipen- 
dere  dalla  loro  fola  virtii ,  e  organizzarc 
i  fiftemi ,  come  fe  nulla  fi  dovefle  con- 
tare  fulla  virtu  degli  uomini  prefcelti ; 
e  come  ceflato  il  bifogno  per  cui  s'  era 
creato  un  Dittatore  fmche  Roma  fu  fc- 
lice,  r  autorita  di  eflb  s'  anniento;  cosi 
pure  celTata  la  necelTita  nello  ftato,  I'am- 
miniftrazione  della  Finanza  gia  retti- 
iicata ,  e  refa  femplice  potra  confidarfi 
anche  a  un  ceto  di  piii  uomini  cuftodi 
di  vma  legge  gia  fatta  ,  e  confacente 
agli  interefli  della  nazione. 


Non  intendo  io  con  cio  di  ailerire 
ehe  quefto  fia  precifamente  il  folo  mezzo , 
col  quale  un  fiftema  corrotto  di  Finan- 
za  poil'a  rettificarfij  forfe  vi  fono  altri 
mezzi  dipendenti  dalle  altre  particolari 
circoftanze  de'  paefi ,  e  de'  govern! ; 
intendo  foltanto  dire  che  a  un  diprefTo 
converra  fare  1'  avviamento  al  bene  con 
mezzi  poco  diflimili  da  quelli  che  ho 
efpofto. 

§.  XL. 

Carattere    d'  un    Minijlro  di 
Economia. 

HO  detto  quali  debbon  elTerc  le  qua- 
lita  di  un  Miniftro  di  Finanza. 
Da  quanto  ho  toccato  appare  altresi, 
quai  talenti  debba  avere  un  Miniflro  di 
Economia.  Egli  debbe  fopra  ogni  cofa  ef- 
fere  attivo  nel  diftruggere  ,  cautiflimo 
neir  edificare  .  La  maggior  parte  degli 
oggetti  fu  i  quali  verte,  ricufano  la  mano 
deir  uomo .  Rimovere  gli  oftacoli ;  a- 
bolire  i  vincoli  -,  fpianar  le  flrade  alia 


24-0 

concorrenza  animatrice  della  riprodu7io- 
ne ;  accrefcere  la  liberta  civile ;  lafcia- 
re  un  campo  fpaziofo  all'  induftria  j  pro- 
teggere  la  clalie  de'  riproduttori  lingolar- 
mente  con  buone  leggi ,  ficcht  1'  agri- 
coltore  o  1'  artigiano  non  temano  la  pre- 
potenza  del  ricco ;  allicurare  un  corfo 
facile  ,  pronto ,  e  difintereffato  alia  ra- 
gione  de'  contratti  -,  dilatare  la  buona 
fede  del  Commercio  col  non  lafclar  mal 
impunita  la  frode  -,  combattere  con  tran- 
quillita  ,  e  fermezza  in  favore  della  cau- 
fa  pubblica  ben  intefa  :  di  quella  caufa 
che  e  fempre  la  caufa  del  Sovrano  ;  non 
dilperare  mai  del  bene ,  ma  accelerar- 
ne  r  evento  diffondendo  nella  nazione  i 
germi  delle  piu  utili  verita  .  Queili  e  non 
altri  fono  gli  oggetti  che  debbono  oc- 
cupare  un  abile  Miniftro  di  Economia 
Pubblica ,  il  reftante  forz'  e  abbando- 
narlo  alia  natura  . 


FINE. 


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